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32° anniversario strage di Capaci: procuratore Palermo, ‘impoverire mafie per sconfiggerle’

PALERMO – “Il metodo Falcone non è solo seguire i soldi e guardare a un uomo che ha avuto un profilo di Stato altissimo che gli ha consentito di parlare con i mafiosi ma anche con gli statisti con quell’autorevolezza che lo contraddistingueva. Noi continuiamo comunque su quella strada, a cercare i soldi delle organizzazioni mafiose, perché le mafie per essere sconfitte devono essere impoverite”. Così il capo della procura di Palermo Maurizio De Lucia parlando a Palazzo Jung, a Palermo, durante le celebrazioni per il XXXII anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.

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“Le droghe sono tornate ad essere un grande business per le mafie – ha aggiunto – Le mafie si evolvono e molto più rapidamente di quanto facciamo noi: alcune droghe sono quelle tradizionali, come la cocaina, ma ci sono anche droghe sintetiche che sono una fonte di reddito molto importanti come il Fentanyl”.

“Le mafie hanno già conosciuto momenti di crisi, ma hanno la stessa organizzazione e la stessa struttura da sempre. Recentemente abbiamo intercettato conversazioni da cui si evince che un mafioso del 2024 ragiona allo stesso modo di un mafioso del 1980. Ci sono i mandamenti, le famiglie, servono le autorizzazioni per compiere i delitti”. Così il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia intervenendo a Palazzo Jung, a Palermo, alle celebrazioni per il XXXII anniversario della strage di Capaci.

 

“L’appassionato impegno, civile e professionale, di Giovanni Falcone nel difendere tenacemente i cittadini dalla violenza e dalla sopraffazione della criminalità organizzata, è scolpito in maniera indelebile nella memoria di tutti. Raccogliere questo esempio vuol dire rinnovare oggi lo sforzo nel contrasto a ogni forma di mafia e alle loro fonti di finanziamento, in particolare quelle provenienti dal narcotraffico transnazionale, con l’efficacia e l’abnegazione necessarie”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato al Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo, in occasione dell’incontro tra i magistrati impegnati in Europa e in America Latina nel contrasto del narcotraffico transnazionale e del riciclaggio dei relativi proventi, intitolato alla memoria di Giovanni Falcone.

“La cooperazione internazionale delle indagini – va avanti il Capo dello Stato – rappresenta un’indispensabile strumento per l’efficacia della lotta alle mafie e la Convenzione Onu sul crimine organizzato transnazionale, sottoscritta proprio a Palermo, per rendere omaggio alle idee di Falcone, ne rappresenta l’esempio più importante”.

 

 

“Io scelgo di accorciare le distanze, di portare lo Stato nelle classi e soprattutto cerco di raccontare ai ragazzi nelle scuole che la storia di Falcone, di Francesco, di Antonio, di Vito e di Rocco, non sono storie lontane. Sono storie di uomini e donne liberi che hanno difeso la loro libertà”. Così la presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo intervenendo a Palazzo Jung, a Palermo, alle celebrazioni per il XXXII anniversario della strage di Capaci.

 

“La memoria di Falcone deve far parte del quotidiano di ogni siciliano e a maggior ragione di ogni siciliano che occupa ruoli istituzionali e di responsabilità, anche per essere di esempio nelle proprie azioni. Noi siamo fieri di essere qui, ad un anno dalla scommessa di Palazzo Jung e del suo funzionamento. La Regione ha fatto la sua parte, la sta facendo, il Comune l’ha fatta, quindi un ottimo esempio di sinergia tra istituzioni quando si tratta di dare un segnale alla memoria di Falcone ma anche a tutti i siciliani. La lotta alla mafia non conosce destra e sinistra. La lotta alla mafia deve prevedere l’unità di tutte le forze politiche e di tutte le istituzioni, a tutti i livelli. Quella cooperazione prevista a tutti i livelli dalla nostra Costituzione che è sacra e immutabile”. Così il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani arrivando al ‘Museo del presente’ a Palazzo Jung, a Palermo, per le celebrazione del XXXII anniversario della strage di Capaci dove persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.

“Il controllo del territorio è fondamentale perché le mafie si fondano su propensione a crearne uno proprio. Lo Stato nella lotta alla mafia non deve arretrare ma proporsi. Dobbiamo intercettare il tratto finale della filiera della droga, stroncarlo e contrastarlo, ma anche ricostruire i canali di interesse dell’organizzazione”. Così a Palermo il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

 

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