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La solitudine dei numeri primi

Il tentativo di successo sportivo di Ross Pelligra ha in comune con il tentativo politico di Enrico Trantino il fatto che entrambi si muovono, soli al comando, in un deserto sociale, culturale ed organizzativo

Il mancato conseguimento della semifinale dei play off da parte del Catania Calcio, sconfitto ad Avellino, si porta dietro delle giuste recriminazioni per quello che poteva essere e non è stato ed il fallimento sportivo si presta a commenti e valutazioni da parte di tifosi, commentatori, tecnici a vario titolo, più o meno competenti, più o meno appassionati.
A freddo questa sconfitta suscita in me la delusione del tifoso certo ma subito dopo una sensazione di vuoto che sento incombente sulla nostra città.

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Pensate per un attimo al destino che accomuna Ross Pelligra ed Enrico Trantino (il primo Presidente del Catania calcio, il secondo Sindaco della città di Catania, giusto per ricordarlo a quei due turisti giapponesi che si trovassero a leggere su Sicilia Report questo mio editoriale).
Se dovessi richiamare il titolo di un libro sarebbe ‘La solitudine dei numeri primi’.
Il tentativo di successo sportivo di Ross Pelligra ha in comune con il tentativo politico di Enrico Trantino il fatto che entrambi si muovono, soli al comando, in un deserto sociale, culturale ed organizzativo.

 

E soprattutto ignorati dai catanesi influenti che si girano dall’altra parte con fastidio come se qualcuno volesse mettere in forse le proprie prerogative e privilegi.
Il Presidente del Catania calcio non si è sottratto al suo compito ed ha messo sul tavolo il denaro occorrente per conseguire dopo la sontuosa promozione nel calcio professionistico, l’immediata promozione in serie B.

 

Ha certamente commesso degli errori, il principale forse quello di sguarnire il management sportivo del Catania calcio di un Direttore Sportivo, necessario come il pane per attutire quei malumori tra giocatori e società crescenti e certi dopo il possibile precipizio della retrocessione a causa delle tante sconfitte collezionate durante la stagione regolare.
Ma la sua buona fede e il suo impegno economico sono assolutamente fuori discussione.
Ed allora cosa insegna lo stop sportivo del Catania Calcio?
Seguo il calcio a Catania da tanti anni e posso sottoscrivere che la squadra di calcio a Catania ha sempre avuto tanti attori ed attenzioni in ogni tempo anche quando più di recente il Presidente Massimino ne ha fatto il suo biglietto da visita da sventolare ai politici e agli altri imprenditori del Nord .

 

Ma la pletora di cortigiani e politici compiacenti, tifosi più o meno della domenica era indice di una presenza, pur se negativa, di un’attenzione mai sopita e di un interesse alto borghese che irridendo talora il Presidente Massimino per l’amalgama ed altre storie poneva comunque i tentativi di successo dei rossazzurri all’ordine del giorno.
Oggi nel suo tentativo Ross Pelligra non è così popolare presso i potentati locali, si guarda quasi con tenerezza a questo siculo australiano che è lì a fare passerella con gli immancabili tifosi della Curva Nord e Sud.

Catania lo segue ma non con la stessa passione e trasporto con cui si segue a Parma la squadra di calcio, ricca provinciale di nuovo in serie A, dopo essere ripartita dai dilettanti, dopo il disastro Parmalat.
A Parma l’Aida è l’incipit che accoglie da sempre l’ingresso in campo della squadra di calcio sin da quando è retrocesso fra i dilettanti. Ed è un segnale importante perché la tradizione e l’orgoglio della città è testimoniato da un fatto culturale importante, un biglietto da visita elegantemente identitario.

 

 

Anche Catania vanta Vincenzo Bellini, vero e proprio emblema di questa città, ma nessuno lo ha mai associato alle imprese sportive dei rossazzurri.

 

Piuttosto il vanto di Vincenzo Bellini crea da sempre nella nostra città litigi tra coloro che ne organizzano il Festival annuale attribuendosene la paternità.
Ed invece la cultura è una grande occasione e non è necessariamente proprietà esclusiva di un’elìte. Basta crederci.
Perchè talune provincie del Nord valorizzano i loro personaggi emblematici tutti i giorni e noi invece ce ne scordiamo così facilmente?

 

Anche il tentativo di recupero di legalità del Sindaco di Catania l’Avvocato Trantino, sembra scandito da una mancanza di partecipazione, da una specie di indifferenza.
Il Sindaco gira frequentemente la nostra città per sostenere esempi di civismo nello smaltimento quotidiano dei rifiuti, nel parcheggio consentito nelle aree autorizzate, nel recupero degli spazi verdi, negli spazi commerciali consentiti per non trasformare la nostra città in una perenne casbah.
Tra i miei colleghi avvocati il giorno dopo l’investitura del Sindaco si scommetteva sul fatto che la città di Catania lo avrebbe fatto ‘stancare’ presto. Perchè?
Ma perché è più comodo ai catanesi abitudinari e ben posizionati che il Sindaco non faccia troppo rumore e non intralci con ordinanze e sanzioni il disordinato vivere di questa città.
Perchè è più comodo che i quartieri marginali di questa città rimangano tali, dormitori on air e luoghi di spaccio e delinquenza, piuttosto che socializzazione e cultura.
In questo senso anche il Sindaco mi sembra si trovi in una certa solitudine nel suo impegno quotidiano.

 

Io personalmente li guardo con simpatia anzi tifo per loro, soprattutto perché Catania non rimarrà sempre a guardare: Catania ha giovani e coscienze perbene a cui rivolgersi sempre e in ogni tempo, naturalmente e senza complessi di inferiorità.

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Claudio Basile
Claudio Basile
Avvocato Claudio Basile Per info e contatti: studiolegalebasile@yahoo.it
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