spot_imgspot_img
HomeRubricheHistoriaRoberto Disma, “Venus Malus”: Femminile, caso esoterico e generico

Roberto Disma, “Venus Malus”: Femminile, caso esoterico e generico

I ruoli di alchimista, scienziato, speziale, taumaturgo e persino filosofo, se declinati al femminile, nella Storia tendono ad essere etichettati in una sola definizione: strega.

Pubblicità

Roberto Disma sembra non avere dubbi su questo principio: qualsiasi occupazione che non fosse l’accudimento della prole e la conduzione delle faccende domestiche poneva la donna in un’accezione negativa, da condannare. Il ruolo di madre in misura quasi esclusiva ha lasciato spazio solo alle alternative di prostituta, vestale, suora, cortigiana e dama di compagnia, a seconda dei contesti storici e geografici, ma che pongono la sessualità al centro dell’attenzione.

Su questo punto interviene Susanna Basile, forte della sua competenza da sessuologa e non solo, secondo cui l’uomo non ha mai accettato che il potere della procreazione fosse solo femminile e per questo ha operato nel tempo per privarla di ogni altro ruolo e ha tentato persino di limitare la sua importanza per la prosecuzione della specie considerandola alla stregua di un mezzo, un oggetto.

Non è semplice ricostruire l’ottica esoterica del femminile, che in chiave ancestrale è associato all’energia lunare, che illumina dunque di riflesso all’energia solare tipica del maschile. Da questa considerazione si aprono tutti gli elementi della polarità contraria: il maschile positivo e il femminile negativo, il maschile attivo e il femminile passivo e così via, alimentando la costruzione sociale secondo cui le due energie si contrapporrebbero e dovrebbero dunque ricoprire ruoli differenti, distinti e separati. I sostenitori di questa tesi, particolarmente in voga negli ambienti di studio esoterico, parlano di complementarietà, ma quest’ultima affermazione sarebbe solo l’ennesima costruzione maschile – e maschilista – di un sistema culturale fazioso, almeno secondo Roberto Disma, che espone la sua tesi in virtù del suo studio sui simboli e in particolare delle riflessioni scaturite in seguito alle numerose ricerche compiute per la scrittura del suo ultimo romanzo Venus Malus – L’avvelenatrice di Trastevere, edito da Graphofeel Edizioni, un thriller storico sull’avvelenatrice seicentesca Giulia Tofana.

Secondo Disma bisogna partire dal presupposto che lo studio esoterico altro non è che un lavoro di speculazione filosofica per interpretare i simboli su cui è stata realizzata la società umana, spiritualmente e materialmente, emotivamente e intellettivamente, simboli che direttamente o indirettamente influenzano il quotidiano e la condotta di ogni persona appartenente a un determinato contesto sociale. Ogni deduzione, a meno che non intervenga un credo religioso a porre il dogma, è relativa e perfettibile, compresa la suddivisione dell’energia in due poli; il dualismo sarebbe quindi una semplificazione interpretativa del rapporto tra il porre in essere e la sua assenza e, dal momento in cui il nulla assume una sua connotazione in quanto pensiero concepito, tra agire e ricevere l’azione. Delegare queste due interpretazioni dell’energia all’accezione del maschile e del femminile è prettamente arbitrario; inoltre, pretendere che l’accezione del maschile sia tipica dell’uomo e del femminile tipica della donna, rivela una prospettiva estremamente miope ed escludente che risale al paradosso di Lilith, la prima donna biblica non creata dalla costola di Adamo e per questo ricacciata nell’oscurità, nell’assenza del sole, al contrario della devota Eva che però pecca e induce al peccato. Insomma, comunque vada la donna è condannata, e secondo Susanna Basile la donna ha sviluppato nella Storia l’umana necessità di esprimersi, fino a quella di costruire ed esercitare un potere, agendo proprio nella costrizione di questa tendenza alla condanna per mano dell’uomo.

Il caso di Giulia Tofana è emblematico: ha appreso il segreto di fabbricazione del veleno da sua madre Teofania D’Adamo, organizza una banda di donne che intendono difendersi dalla violenza sistemica e quotidiana che subiscono dal maschio di turno e dallo stesso Stato, sia esso il Viceregno di Sicilia o il Patrimonio di San Pietro, e non ha alternativa a quella di diventare una criminale. Anche in questo caso interviene la dualità, che contrappone onestà e disonestà senza mezzi termini, e per lo stesso principio anche giustizia e ingiustizia ma, per quanto possa essere un’accezione relativa, non può certo definirsi in linea con la prima. La storia di Giulia Tofana aiuta anche a comprendere l’evoluzione dei processi per stregoneria, ennesimo strumento di violenza sistemica per aggredire e indebolire la donna anche nel ruolo di conoscitrice e curatrice di erbe, nel suo rapporto con la natura, l’ultimo spiraglio di libertà a cui aveva accesso.

In una società come quella occidentale, fortemente influenzata dalla Chiesa Cattolica, non può che inasprirsi la divisione, il principio di esclusione, e non solo per le donne. Secondo Disma, insistere sulla tradizione dell’energia maschile e femminile non causa solo un approccio approssimativo allo studio esoterico ed exoterico, ma deleterio: l’uomo e la donna sono costretti ad adattarsi a dei costumi che, oltre a svalutare il loro status di persone libere di esprimersi, escludono a priori chiunque non si riconosca nell’identità binaria. E la sola esclusione a priori, ossia senza una motivazione attribuibile direttamente alla condotta o alla capacità della persona, è una forma di violenza.

In merito agli ambienti di studio esoterico, Disma pone l’accento anche sulle ragioni storiche prendendo come esempio principale la massoneria, che passò da operativa a speculativa nel 1717 con la stesura degli Antichi Doveri, gli ideali fondanti della realtà iniziatica odierna, e con la denominazione in Antichi Liberi Accettati Muratori. Quel “Liberi” determina l’esclusione della donna o comunque il principio escludente che vige ancora oggi in molte obbedienze: ai tempi, consentire l’accesso a una donna o a uno schiavo era molto pericoloso per la massoneria, in quanto persone maggiormente sorvegliate e meno autonome che, se scoperte, avrebbero compromesso la riservatezza garantita dall’istituzione massonica. È chiaro che oggi non ha più alcun fondamento questo principio, motivo per cui i massoni più conservatori si appellano alle ragioni esoteriche speculate per secoli, menzionate precedentemente e accuratamente contraddette da Disma, che pone come dilemma conclusivo: dato che la concezione dell’energia è quanto di più intimo possa risiedere nell’animo umano, quando la smetteremo di arrogarci il diritto di decidere per conto di altre persone?

Ed è chiaramente una domanda rivolta a tutti gli ambienti, esoterici ed exoterici.

Copyright SICILIAREPORT.IT ©Riproduzione riservata

Clicca per una donazione

Redazione CT
Redazione CThttps://www.siciliareport.it
Redazione di Catania Sede principale
Articoli correlati

Iscriviti alla newsletter

Per essere aggiornato con tutte le ultime notizie, le novità dalla Sicilia.

Le Novità di Naos

Il mensile di cultura e attualità con articoli inediti

- Advertisment -

Naos Edizioni APS

Sicilia Report TV

Ultimissime

Dona per un'informazione libera

Scannerizza QR code

Oppure vai a questo link

Eventi

Le Rubriche di SR.it

Vedi tutti gli articoli