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Domenica 24, Isola di Mozia: visite all’isola fenicia e aperitivo esclusivo al tramonto

Domenica 24 luglio 2022 alle ore 15 un nuovo imperdibile appuntamento con la grande storia della famiglia Whitaker.

Un’esperienza unica, durante la quale si passeggerà insieme a una guida archeologa dello staff di Terradamare, alla scoperta della storia dell’isola, vero e proprio museo a cielo aperto nel cuore della Riserva naturale della laguna delle Saline dello Stagnone intorno al vigneto del “Vino dei Fenici”. La passeggiata si concluderà con aperitivo esclusivo per gli ospiti Terradamare, presso il caffè Delia, circondati dallo spettacolare tramonto delle Saline dello Stagnone.

Percorso: Museo “G. Whitaker”, Casa dei mosaici, mura puniche, Porta Sud, Santuario del Kothon, tratti dell’abitato punico. A conclusione della visita dell’isola: aperitivo presso il Caffè Delia, al centro del tramonto delle Saline dello Stagnone. Alle 21, si tornerà sulla terra ferma e comincerà il viaggio di ritorno verso Palermo
Costo (incluso servizio pullman)_ adulti : € 60 – bimbi fino a 12 anni: € 35 (comprende pullman, guida turistica, auricolari, tour, aperitivo)
Costo (senza servizio pulman)_ adulti € 50 – bimbi fino a 12 anni: € 25
Luoghi come Mozia possono essere descritti in diversi modi: un’isola che racchiude la storia di una famiglia che, grazie al suo amore per la terra siciliana, ha fatto sì che oggi possiamo vivere un viaggio in un luogo in cui antiche popolazioni hanno lasciato tracce dall’immenso valore storico ed antropologico, in un paesaggio assolutamente straordinario.
Ma questo luogo è anche l’isola di San Pantaleo, sede fenicia dell’antica Mozia, ricca e florida colonia del Mediterraneo, dunque, una narrazione tra natura ed archeologia.
Il percorso inizierà dal Museo “G. Whitaker”, situato nella Palazzina costruita da Joseph Whitaker, studioso amante del bello, della natura e della poesia del creato.
Tale costruzione ospita una vasta selezione dei materiali provenienti dagli scavi moderni effettuati in diversi punti di Mozia. Le varie sale di quella che doveva essere un’antica abitazione, narrano la storia di una città produttiva, delle fortificazioni, delle attività industriali e dei luoghi di culto, ospitano numerosi reperti, materiali del Tofet, corredi della Necropoli.
Tra queste collezioni, di immenso valore, è necessario porre l’accento sull’Efebo, un giovane atletico, dal fascino immenso, capolavoro assoluto caratterizzato dalla bellezza e dalla grande cura dei particolari, anche nella parte posteriore della statua.
Anche in questo caso, alcune caratteristiche tecniche, il corpo sinuoso, la posizione degli arti e la veste aderente, hanno portato gli studiosi a formulare diverse ipotesi, tra cui la possibilità che potesse raffigurare un auriga alla guida di un cocchio o un magistrato punico, esso comunque, concretizza lo stile severo dell’età classica, in un ambiente artistico di notevole livello.
La casa dei mosaici è un’ulteriore tappa densa di elementi sorprendenti, essa contiene una decorazione musiva eccezionale di tradizione punica, un tappeto di incantevole poesia e di cui nuovi tratti sono stati scoperti recentemente.
Elementi artistici in cui ritroviamo raffigurati grifoni, pesci, delfini, ippocampi, strutture geometriche complesse, un cavallo affrontato da una leonessa, un immaginario di una cultura antica e potente.
La porta Sud, probabilmente serviva ai pescatori e a chi voleva raggiungere la spiaggia, si trova non lontano dalla casermetta, edificio addossato ad una torre della cinta muraria, suddiviso in due parti.
In una terra così ricca, non potevano mancare gli elementi legati ai riti sacri, e qui ritroviamo il più grande santuario completamente scoperto finora nel Mediterraneo occidentale, il Kothon, un bacino sacro di forma rettangolare, tra le interpretazioni, maggiormente accreditate, si tratterebbe, nello specifico, di un grande bacino artificiale realizzato in onore di Baal e in uso tra l’VIII e il V secolo a.C.
Esso si si trovava al centro di un complesso religioso con tre templi, circondato da una cinta muraria circolare databile al periodo che va dal 550 al 397/396 a.C, quindi, anch’esso, un luogo denso di simbologia e di stretta connessione con la natura e le sue multiformi meraviglie.

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