“Non conviene infatti a chi comanda, penso io, che nei sudditi si ingenerino grandi modi di pensare né amicizie sicure, né comunanze, che soprattutto Eros, tra le tante altre cose, è solito determinare”. Platone, Simposio, 182c.
Socrate sostiene, nel celebre dialogo platonico, che Eros è pericoloso. E lo è perché determina “grandi modi di pensare”, “amicizie sicure”, “comunanze”, e le determina “tra le altre cose”. Chi comanda infatti, deve evitare che i “sudditi” pensino grandi cose, abbiano aspirazioni, desideri autenticamente e sapientemente legittimi, siano completi nella loro personalità, siano liberi, veramente liberi, cioè svincolati da ogni modalità di dipendenza, liberi di esser se stessi… capaci quindi di smascherare la menzogna, di sviluppare un pensiero critico, di esprimere nella loro persona grandezza e bellezza, e soprattutto siano uniti nelle idee e nell’amicizia, in Eros siano capaci di innalzarsi al di sopra della volontà dei potenti e dei loro interessi. Il potere vuole i suoi “sudditi”, divisi, egoisti, immeschiniti, disperatamente dipendenti da chi comanda, privi di pensiero, privi di “comunanza”, privi di aspirazioni e desiderio di libertà autentica, cioè equilibrio, visione chiara della verità. Eros quindi è pericoloso, perché non soggioga, ma libera dal giogo – scatena, letteralmente: toglie le catene agli schiavi nella caverna e muove il pensiero “denudando” questo e i corpi che tutt’uno sono con l’intelletto.
Ma “il dio più antico”, come lo definì Esiodo, nella Genesi biblica ha un ruolo speciale, e in Platone se ne sente l’eco. La radice linguistica da cui proverrebbe Eros non è indoeuropea, ma, come ha dimostrato Igor Sibaldi, ebraica. E proviene dai geroglifici con cui è scritta la Genesi biblica. Sono due i passi in cui ricorre la radice ‘RW, che si pronucerebbe eRW, la parola eRWoM, che definisce il Serpente, “portatore di attenzione-e-nudità” in Genesi 3,1 (la traduzione corrente è completamente fuorviante: “il più astuto di tutti gli animali”), il quale appare a scombinare le regole del GaNeDen, lo spazio e il tempo che racchiude e protegge il mondo germinale dell’aDaM da cui discenderebbe il fatale Eros ellenico.
Chi volesse approfondire può studiare il testo Eros proprio di Sibaldi pubblicato dalla Sperling & Kupfer.
L’altro Eros si avvera quando uno dei figli di Noah, il quale è in estasi, in uno stato di coscienza inaudito sta contemplando qualcosa che nessun altro può vedere, lo scorge e scopre “nudo”, il sesso scoperto (eRWaT), secondo la traduzione italiana (Genesi 9, 20-23). Naturalmente il senso della parola biblica non ha nulla a che vedere con le favole pur simboliche che risultano da una traduzione in una lingua europea o nel greco del Settanta cioè la versione della Bibbia in lingua greca, accreditate.
Ora, lungi dal delineare una verità qualsivoglia intorno ad Eros, il che sarebbe contraddittorio, richiamiamo l’attenzione solo su ciò che è capace di combinare, anzi di scombinare. Prima di tutto non conosce regole, vìola sistematicamente i kosmoi, gli ordini stabiliti, strappa da ogni origine, rovescia presunti equilibri, libera il pensiero e il corpo – lungi dall’incatenarlo e renderlo schiavo, come la tradizione di ogni ordine stabilito vuol far credere.
Rende attenti e denuda, denuda perché dona la verità di ognuno ad ognuno, libera perché scioglie i legami e le dipendenze, qualsiasi forma di legame e dipendenza. Ecco perché è pericoloso, questo Antico Bambino.
Da dove venga questa forza e dove conduca nessuno pare abbia il minimo interesse a saperlo. Ricercatori di tutti i paesi, unitevi ed “erotizzatevi”!
