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Numerologia, se diamo i numeri, diamoli bene

Cos’è la numerologia? Uno studio esoterico basilare che, com’è deducibile, approfondisce il significato dei numeri in quanto simboli. I numeri sono parte dell’identità umana, dagli aspetti più fantasiosi – ad esempio, quando l’essere umano cerca di attribuire un significato a un numero che incontra ripetutamente in un determinato periodo della sua vita – a quelli più indicativi: la data di nascita è l’esempio più eclatante e la composizione numerica più interessante per i numerologi, dato che rappresenta il primo riferimento numerico di una vita umana; anche perché, tenendo presente che i numeri in quanto simboli spaziano da 1 a 9, ogni essere umano è rappresentato da un numero appartenente a questa scala e la data di nascita suggerirebbe la sua indole naturale.

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Esistono numerose tipologie di calcolo, ma il metodo più condiviso corrisponde alla somma totale del giorno, del mese e delle ultime due cifre dell’anno.

Il significato di un simbolo è il riflesso e il risultato di un ragionamento umano, i numeri non sono da meno infatti il primo simbolo numerologico che pone fine al vuoto è l’1.

Il Bagatto dei Tarocchi, il tutto possibile, l’assenza di inibizione: l’1 infatti accomuna tutto in un’unica e semplicissima percezione, senza distinzioni fra l’esteriore e l’interiore, consapevole di vivere nel mondo e che il mondo vive in esso.

Dopo aver compreso di esserci, l’essere umano comprende di non essere solo, percepisce qualcosa di diverso da ciò che è lui, entra nella dimensione del 2.

Infatti, il 2 è la Papessa dei Tarocchi, il volo pindarico, la necessità di confronto, il dualismo, la concezione difficilmente incline alle mezze misure o all’ammissione di responsabilità poiché inevitabilmente assolutista, su cui è fondata la morale d’ispirazione platonica: luce e tenebre, giorno e notte, bianco e nero, bene e male.

All’unione praticata dal 2 l’essere umano comprende che deve esistere dell’altro, un terzo, concependo il 3.

L’azione del momento, l’Imperatrice dei Tarocchi, il numero perfetto, il sacro, la luce; il 3 è infatti la scoperta, la meraviglia, ma anche il piano della sacralità, il ternario, proprio perché rappresenta ciò che non è l’1 sé, né l’1 al di fuori di sé, ma un altro 1 che può solo percepire con grande energia, ma poca stabilità.

Infatti, se da un lato il 3 è l’esplosione di Luce determinata dalla scoperta, dall’altro lato non può avere una stabilità per la concezione umana, che necessita di un ulteriore confronto per costituire la materialità del suo essere: è così che abbiamo il 4.

L’Imperatore dei Tarocchi, la stabilità, l’equilibrio cosmico, i quattro punti cardinali, i quattro elementi, i quaranta giorni di pioggia di Noè e i quaranta giorni nel deserto di Gesù, proprio perché il 4 è il primo numero non semplice con il quale otteniamo la concezione materialista umana: sul piano materiale corrisponde al quaternario.

Dunque, l’essere umano percepisce finalmente la materia, è stabile, ma non basta. L’evoluzione pretende che ambisca alla ragione, che aspiri oltre la materia: per questo l’ambizione è rappresentata dal 5.

Il Papa dei Tarocchi, la stella cabalistica, il numero sacro ai pitagorici e persino le cinque dita di una mano suggeriscono un’ambizione che parte dal materiale per raggiungere altro ma, è necessario tenere presente, che il 5 non indica il raggiungimento della meta prefissata: per raggiungerla, ricerca un supporto esterno e per adeguarsi tende ad affinare l’ambiguità.

Per raggiungere la meta, è opportuno comprendere una nuova Luce, scoperta, meraviglia, ma molto più complessa della precedente espressa nel 3: si tratta dell’idea, rappresentata dal 6. Così come il 2 è il volo pindarico, il 6 è l’invenzione, l’idea strutturata e voluta che dà all’essere umano consapevolezza dello spirito come il 4 dà consapevolezza della materia. Questa eccezionale sensibilità non spicca nell’applicazione pratica, proprio come rappresentato dagli Amanti dei Tarocchi.

Adesso che l’essere umano ha raggiunto la concezione di sé e dell’esterno da 1 a 3, che per comprendere la scoperta ha preso consapevolezza della materia e con ambizione ha forgiato lo spirito da 4 a 6, passa all’ultima e più complessa triade della scala numerologica, che deve iniziare con la volontà, la praticità di mettere in pratica l’idea, di unire il materiale e lo spirituale per il proseguimento dell’evoluzione; questo è compito del 7.

Il Carro dei Tarocchi, i giorni della settimana, i peccati capitali, il numero del profeta, l’unione del quaternario e del ternario, la strategia, la razionalità e la volontà unite all’azione, con il 7 l’essere umano rende l’idea la sua ragione di vita e la trasforma in pratica, alternando il sangue freddo della ragione a un agire precipitoso e netto.

A coronamento della sua missione, però, all’essere umano non resta che la gloria eterna, statica, materialmente finita. E per avere la fine materiale è necessario l’8: la Giustizia dei Tarocchi, l’incontrovertibile, il definitivo, l’infinito rovesciato in quanto finito, il numero della morte, l’unica pallina da biliardo con la quale si perde se va in buca prima delle altre proprio perché non può non essere che alla fine e quando va in buca, a prescindere, il gioco è finito. Nel suo eccesso di tutto e niente, nel suo paradosso di eterno e finito, l’8 è tanto morte quanto vita.

Quest’eterna fine è spezzata solo dal ritorno dell’essere umano a 1, con il passaggio obbligatorio al 9. L’Eremita dei Tarocchi, la resurrezione. Il 9 è il simbolo con cui si rivela l’eterno rinascere, l’ultimo numero della scala e in chiave numerologica è uno “zero naturale”, dato che qualora si calcoli con qualsiasi altro numero si annulla allo stesso modo dello zero, ad esempio: 89 = 8+9 = 17 = 1+7 = 8; oppure 19 = 1+9 = 10 = 1.

A questo proposito sorge spontaneo interrogarsi sullo 0. Ebbene, se lo zero rappresenta il nulla, può avere una forma? È lo stesso principio per cui le maggiori correnti esoteriche richiedono di credere in qualcosa: non tanto perché è necessario abbracciare una religione, ma perché è fondamentale la consapevolezza che l’esistenza è legata al credere a prescindere da quale esso sia: persino un ateo crede nel suo non credere, dunque crede. Infatti lo 0 raffigura un cerchio, l’uovo cosmico, che non può rappresentare altro se non il tutto nel suo non essere ed è argomento di studio di ben altre branche esoteriche: in numerologia, lo 0 non può avere sussistenza in quanto esente dai calcoli, se non come un enorme contenitore che racchiude il tutto.

È importante ricordare che la numerologia, come ogni altra branca esoterica, è una pseudoscienza fondata sulla speculazione filosofica e sulla tolleranza nei confronti di ogni ragionamento privo di secondi fini e, come tale, non può ammettere dogmi o assolutismi.

Pertanto, la bisogna tenere lontana dalla portata dei fanatici.

 

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