Le mani di Cosa nostra agrigentina sulla gestione e controllo di attività economiche, appalti e servizi pubblici, con interventi sulle amministrazioni locali. E’ quanto emerge dall’inchiesta della Dda di Palermo che questa mattina ha portato all’arresto di sei persone e all’esecuzione di un obbligo di dimora nei confronti di appartenenti ai mandamenti di Lucca Sicula e Ribera. “Nel corso di riunioni – sottolineano i carabinieri – Salvatore Imbornone, 64 anni, ritenuto il reggente del mandamento mafioso di Lucca Sicula e Ribera, impartiva agli altri indagati direttive per realizzare l’acquisizione della gestione o comunque del controllo delle attività economiche imprenditoriali e degli appalti pubblici”. Al centro delle riunioni anche l’infiltrazione nelle istituzioni, “attraverso contatti con compiacenti esponenti delle amministrazioni locali”, e il consolidamento dei rapporti con esponenti mafiosi di altre province, in particolare con Cosa nostra palermitana competente, per ragioni di territorio, a intervenire per la risoluzione di una controversia che interessava Giovanni Derelitto, adesso ai domiciliari.
Per quanto riguarda gli appalti pubblici, le indagini hanno permesso di documentare l’ingerenza della consorteria mafiosa sul completamento della rete fognaria di Ribera affidata ad una ditta di Favara con il coinvolgimento di Francesco Caramazza, “ritenuto essere un esponente della locale famiglia mafiosa”. Documentate anche ingerenze in merito ai lavori di manutenzione della SP 32, ai lavori urgenti sulla strada di collegamento Bivio Imperatore-Ponte Pedano e ai lavori lungo il tratto stradale della SP 47, localizzati nei territori di Villafranca Sicula, Ribera, Lucca Sicula e Burgio.