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La dott.ssa Raffaella De Simone ginecologa e sessuologa clinica: “integrazione” tra professione e famiglia

Un’intervista accorata con una Donna medico, ginecologo, ostetrico, chirurgo oncologico e sessuologo clinico che opera in un ospedale della Campania, fiore all’occhiello del sud Italia. Una brillante Donna medico che porta avanti una diatriba atavica sul considerare il paziente, in questo caso la Donna, come persona nella sua interezza e integrazione, collaborando attivamente con altri professionisti. E di come della “interezza ed integrazione” partendo dalla sua esperienza personale di moglie e madre riesce a mettere “organizzazione e passione” senza dimenticare mai Sé stessa nei suoi bisogni e aspirazioni, il tutto condito con una infinita energia piena di Amore nei confronti dell’Altro. O meglio come dice lei: “nei confronti delle mie donne”.
Susanna Basile: Come e quando nasce la passione e gli interessi per la ginecologia e la sessuologia?Raffaella De Simone: Fin da bambina ho avuto un’inclinazione verso i neonati e i piccini: a dieci anni partecipai ad un concorso scrivendo un tema tenerissimo nel quale raccontavo che avrei voluto metter su un orfanotrofio e aiutare a crescere tutti i bambini bisognosi d’affetto, e quel concorso lo vinsi pure!
È stato però quando ho assistito al mio primo parto, durante il percorso di laurea in Medicina, al terzo anno, che ho capito che quella era la mia strada. Veder nascere un bambino era stata una tale emozione indescrivibile che la mia passione è stata poi per me, così travolgente ed entusiasmante per cui la Specializzazione in Ginecologia e Ostetricia doveva “essere quella” e non un’altra, come a volte si fa, per ripiego. Subito dopo ho cominciato a lavorare in diverse cliniche, con lo studio privato e ora lavoro in ospedale.
La Sessuologia è arrivata nella mia vita quando i miei due figli erano ancora piccoli: avevo sospeso il mio lavoro in clinica per assecondare il mio grande desiderio di maternità e per seguirli nella loro crescita. Ero a casa e quando loro dormivano, cominciai a studiare i testi che parlavano delle disfunzioni sessuali, della loro diagnosi e terapia: sentivo che mi mancava un tassello, sentivo di poter crescere e capire le mie donne a 360 gradi ma mi ricordo grandi, enormi difficoltà…
S.B.: Perché cosa è successo?
R.D.S.: Mio marito è un ingegnere e rivestendo un ruolo di grande responsabilità nell’azienda in cui lavora, è costretto a viaggiare molto, da sempre… così quando sono nati i bambini io ho sentito forte la responsabilità di genitore: ci doveva pur essere per loro un riferimento quotidiano, desideravo assolutamente che crescessero ricevendo attenzioni e così, come dicevo, decisi di sospendere il mio lavoro di turni in clinica, ma sentivo che mi mancava qualcosa…
Ci si metteva poi la sensibilità che avevo sviluppato durante il periodo dell’allattamento, è stato un periodo molto difficile: ero malinconica, stavo sperimentando tutto quello che succede durante l’allattamento, il cosiddetto baby-blues, che è una sorta di tristezza, irritabilità e inquietudine, una sensazione di vuoto anche “organico”, psicologico…
Trovavo sollievo da queste “brutte sensazioni” soltanto quando mi dedicavo al mio lavoro e scendevo per andare un paio d’ore in studio tra una poppata e l’altra. Volevo assolutamente capirci qualcosa, dovevo farlo principalmente per me…
S.B.: Diciamo che hai sperimentato su te stessa come potevi aiutare le altre donne…
R.D.S.: Sì, è proprio così! Ho voluto un parto spontaneo per avere piena coscienza de “la sofferenza come dono”, ho conosciuto il dolore della cicatrice dell’episiotomia, che sarebbe il taglio del perineo per facilitare l’espulsione del feto durante il parto; ho sperimentato il dolore post coitale post- partum e altre problematiche. Volevo dare spiegazioni alle mie pazienti e soprattutto avere degli “strumenti utili” per diagnosticare e di conseguenza curare i loro disagi e disturbi, spesso non qualificabili dalla “classica” diagnosi.
S.B.: Ma l’Università, la Scuola di Specializzazione in ostetricia e ginecologia non dà strumenti utili in tal senso?
R.D.S.: All’ Università ti insegnano l’anatomia, le patologie ostetriche e ginecologiche ma della sessualità non se ne parla proprio. Nessuno mi ha mai né nominato, né spiegato cosa fosse il vaginismo piuttosto che la vulvodinia o la dispareunia … Volevo trovare delle risposte per le mie donne, riuscire ad accogliere le loro problematiche e avere la possibilità e la capacità di dare loro una risposta diagnostica e una soluzione terapeutica.
S.B.: E così ti sei iscritta alla ISC (Istituto di Sessuologia Clinica) di Roma dove ci siamo conosciute…
R.D.S.: All’inizio ho trovato solo l’appoggio di mia madre, lei mi ha sempre sostenuta, ma quando poi mio marito ha visto il mio entusiasmo, mi ha persino comprato i biglietti per il treno che ogni mese mi portava a Roma. Per quattro anni ho studiato tutto quello che mi serviva per poter comprendere e poi anche risolvere i problemi femminili legati alla sessualità…
È stato un percorso bellissimo ma molto impegnativo: studiavo di notte perché di giorno mi barcamenavo tra lavoro, figli, genitori anziani, marito… volevo tutto, avevo scelto di non rinunciare più alla mia professione ma di crescere: volevo essere ginecologa e sessuologa ma anche moglie, figlia e madre.
S.B.: Quando è arrivata la scelta di lavorare anche in ospedale?
R.D.S.: Quando ho finito il percorso di Sessuologia Clinica ho sentito forte l’esigenza di portare le mie competenze nella Sanità pubblica e di integrarle con la ginecologia e gli interventi oncologici, coltivando il grande sogno di un ambulatorio di Sessuologia Clinica che in Campania e forse in tutto il Sud Italia non esiste. All’Ospedale di Nola, in provincia di Napoli abbiamo il Polo integrato multidisciplinare per il trattamento del cancro del collo dell’utero e dell’endometrio e il mio Primario il prof. Cosimo Ricco, ha accolto me e le mie competenze con grande entusiasmo e larghissime vedute.
S.B.: L’esperienza sul sito “miodottore”: di cosa si tratta?
R.D.S.: Ho aderito a questo servizio online per medici specialisti per avere visibilità soprattutto nelle mie competenze di Sessuologa affinché tutte le donne che soffrono per il “dolore sessuale” mi possano trovare ed essere comprese. È accaduta una vera magia: nel corso degli anni sul sito si sono moltiplicate recensioni favolose, bellissime, ed oggi molte nuove pazienti scelgono di venire a conoscermi proprio dopo aver letto di me, attraverso la voce delle pazienti che mi hanno recensito e che si sono affidate alle mie cure. Pensa però che nel corso del tempo ho dovuto faticare tanto per conquistare la fiducia dei miei colleghi ginecologi, preoccupati di poter perdere le proprie pazienti se me le avessero inviate, per i problemi della sfera sessuale. Ma io credo profondamente nella collaborazione tra professionisti e dopo l’invio di una paziente, dove io mi curo solo della loro sessualità, le reindirizzo “alla base” dal proprio ginecologo. Una volta risolte le problematiche sessuali, la paziente ritorna dal proprio ginecologo di cui ha fiducia e con cui ha confidenza, il nostro corpo, il corpo femminile intendo, è un tempio, e come tale va rispettato. E comunque deontologicamente parlando è una questione di rispetto dei ruoli: così nessuno si risente e io ho la possibilità di aiutare le donne con i giusti strumenti, adatti alla “sfera sessuale”.
S.B.: Perché c’è questa resistenza tra colleghi medici nei confronti della sessualità?
 R.D.S.: Molti colleghi sono i primi ad avere dei tabù nei confronti della sessualità. Vivono un imbarazzo a parlarne e molti non sanno riconoscere affatto la patologia disfunzionale sessuale oppure purtroppo, devo dire, molti sottovalutano i sintomi riferiti perché “conviene” così: medicinali inutili e dannosi, terapie lunghissime e pure interventi invasivi. Ho visto e sentito di tutto e quando finalmente una donna riesce a ricevere una diagnosi e una proposta terapeutica per quel “suo avvilente disturbo”, di cui il suo medico ignorava l’esistenza, si sente rinata, non pensa più di essere quella “pazza” e soprattutto non si sente più sola.
Questi i contatti della nostra “meravigliosa” Donna Medico, ginecologo, ostetrico, chirurgo oncologico, sessuologo clinico di cui pubblicheremo una serie di articoli sui problemi nell’ambito della sfera sessuale.

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Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Assistente di redazione Psicologa e sessuologa
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