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HomeIl PersonaggioLjubiza Mezzatesta e le sue Sante Ragazze: un ex-voto per grazia ricevuta

Ljubiza Mezzatesta e le sue Sante Ragazze: un ex-voto per grazia ricevuta

Intervista approfondita su un libro “icona” che recupera" il genio femminile" tramite dodici sante cristiane raccontate in prima persona

Leggere e rileggere questo libro come un messale dà la possibilità di comprendere il lavoro “santo” che ha compiuto la sua autrice. La ricerca, lo studio, l’intuizione, la raffinatezza, la visione, il sogno, per arrivare alla semplicità, alla quotidianità, alla fragilità, alla resilienza, alla resistenza, alla determinazione, a cui Ljubiza ha dato una “voce” diretta per recuperare tramite “il verbo” delle nostre “sorelle” l’anima, il corpo e lo spirito vibrante che arriva dalle loro testimonianze.

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Susanna Basile: Da dove è nata l’idea del progetto Sante Ragazze?
Ljubiza Mezzatesta: Sante Ragazze non lo posso definire un progetto, in quanto laureata alla Facoltà di Architettura questa parola ha per me un’accezione specifica. Sante Ragazze è un ex-voto per una grazia ricevuta: la Conversione. Grazie a Lunaria Edizioni si è cristallizzato nella forma di un libro.

S.B.: Perché le donne nel campo medico scientifico e artistico nel passato più antico sono “sparite”?
L.M.: Il genio femminile, ad eccezione degli ultimi secoli, è stato escluso dalla storia. Come giustamente osservi c’è oblio sulla questione, qualcosa l’avremo pur fatta noi donne! Spesso, mi domando il motivo per cui siamo privati di tale testimonianza, se le donne siano state ostacolate arbitrariamente dagli uomini o semplicemente hanno preferito sottrarsi, riservare i propri talenti alla sfera privata. É una certezza che, sin dai primi secoli, il Cristianesimo ha riservato un posto d’onore e di prestigio alla figura della donna e lo confermano le vite straordinarie di queste ragazze.

S.B.: Pensi che la lettura di questo libro possa essere di ispirazione alle giovani menti femminili?
L.M.: Tramite la mia penna, le Sante Ragazze si raccontano in prima persona, parlando direttamente ai lettori. Non dimenticando il contesto storico in cui hanno vissuto, il loro esempio di vita è ancora oggi una fonte di ispirazione per le giovani donne, non solo come modello di santità ma anche come figure femminili dal carattere forte e temperato. Coraggiose e determinate fino alla morte, hanno inciso profondamente nei cambiamenti della società, con le loro parole e le loro gesta, sostenute da una profonda fede, sono riuscite ad affermarsi in una comunità patriarcale e maschilista che ancora oggi persiste.

S.B.: Mi piacerebbe che mi spiegassi in maniera breve, magari con un aggettivo ciascuno il motivo per cui hai scelto queste 12 ragazze e non altre.
L.M.: Una sera di inverno, le Sante Ragazze attraverso la mia matita si sono materializzate nelle illustrazioni contenute nel libro. Martiri, mistiche e dottori della Chiesa, ognuna a modo suo testimonia la parola del Verbo Incarnato: Anna la custode, Maria Maddalena la discepola, Agata la virtuosa, Lucia la luminosa, Margherita la salda, Ildegarda la veggente, Rosalia la solitaria, Chiara d’Assisi l’anticonformista, Caterina la determinata, Giovanna la impavida, Rita la misericordiosa, Teresa d’Avila la potente.

S.B.: La scelta di farle diventare icone pop ti ha creato qualche problema tra i devoti e le devote?
L.M.: È stato un timore che ho vissuto dieci anni fa quando disegnai per la prima volta Sant’Agata a modo mio, la preoccupazione è stata subito smentita, infatti, oggi il “santino” si trova in moltissime case dei catanesi. Anche l’ultima esperienza vissuta a Castelbuono dove ho dipinto l’opera murale di Sant’Anna è stata accolta con entusiasmo dalla comunità locale intensamente devota alla loro patrona, ho visto persone mandarle baci, farsi il segno della croce e pregare. Infine Padre Santino, autorità spirituale novantenne del paese, l’ha benedetta e mi ha imposto le mani. La rappresentazione dei santi, seppur dominata nell’immaginario collettivo dalla figurazione ottocentesca, non è granitica ma in continuo mutamento, l’iconografia dei santi ha un codice specifico ma lo stile nel rappresentarli è sempre in cambiamento, come la società.

S.B.: Pensi che possa essere un’operazione che può avvicinare in maniera “sana” i ragazzi e le ragazze alla religione cattolica?
L.M.: Secondo me la conversione avviene essenzialmente in due modi e userò l’esempio di due giganti della cristianità: Santa Maria Maddalena, testimone oculare del Mistero della Resurrezione, si converte per mezzo dell’ascolto, nutrendosi quotidianamente delle parole del Maestro, seguendolo fino ai piedi della Croce mentre tutti gli altri discepoli scapparono. San Paolo, Apostolo delle Genti, ha una conversione folgorante e improvvisa, cadendo da cavallo mentre era intento a perseguitare i cristiani. Entrambi seguono la chiamata. Nella attuale società secolarizzata i giovani vivono lontano dalla fede attratti e indaffarati a sperimentare il mondo. Sono consapevole del potere che hanno i libri, infatti, la lettura di Teresa d’Avila e Dante ha compartecipato al mio cambiamento. Io non sono a quel livello ma se per i lettori e le lettrici il mio libro sarà un’occasione per avvicinarsi alla fede salirò di un gradino nella scala di Giacobbe.

S.B.: Che differenza c’è tra religione e spiritualità?
L.M.: La religione, tramite i suoi riti, contiene il Sacro. La spiritualità è ricerca, sono le domande che alcuni esseri umani si pongono di fronte al grande mistero della vita.

S.B.: Essere donne nei secoli passati, essere donne moderne: quale la differenza?
L.M.: Mi piacerebbe avere una macchina del tempo per avere un confronto con le donne dei secoli passati, seppur con paradigmi diversi sarebbe interessante e potrei rispondere a questa domanda.

S.B.: I sacrifici, le violenze, le ingiustizie, arrecate a queste “sante ragazze” potrebbero essere di monito all’interno della scuola?
L.M.: Le Sante Ragazze, hanno superato tutte le avversità della vita in modo eccellente, con spirito di sacrificio, una ferra disciplina e dedizione costante, grazie a una fede incrollabile. Il loro esempio di vita rappresenta in modo inequivocabile un’esortazione per tutti i giovani che frequentano la scuola di ogni grado, considerato che, gli adulti di oggi hanno difficoltà ad essere un modello per le nuove generazioni avere delle figure di riferimento virtuose può essere un ausilio più che monito.

S.B.: Io ho scelto tre ragazze che mi piacciono tanto in cui mi riconosco e che mi hanno ispirato: Giovanna D’Arco, Ildegarda di Bingen e Santa Teresa D’Avila. Mi puoi dire qualcosa su di loro? Perché ci si riconosce in qualcuna e le altre ti lasciano indifferente? Potrebbe essere un buon modo per aiutare psicologicamente una donna a superare i suoi problemi esistenziali?
L.M.: Le Sante Ragazze con percorsi differenti hanno testimoniato la loro fede: Giovanna d’Arco in modo impavido ha capeggiato un esercito per liberare il proprio paese dall’occupazione straniera, Ildegarda con il suo ingegno ha indagato i fenomeni naturali che rendono armonioso il Creato, Teresa con il suo inchiostro ci ha insegnato l’arte di pregare. Nelle Sante che hai scelto suppongo che tu ti riconosci in qualche caratteristica affine alla tua persona. Le nostre eroine prima di essere sante sono state donne con le loro fragilità, hanno vinto le loro paure e si sono affermate con autorevolezza in un mondo ostile. Pertanto, sono di aiuto psicologico a tutte le donne per superare i loro problemi esistenziali. A me succede una cosa molto particolare, pur avendo dedicato molto tempo a studiarle, ogni volta che le rileggo mi sembra di ascoltare una storia nuova, sicuramente ho ancora tanto da imparare da loro.

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Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Assistente di redazione Psicologa e sessuologa
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