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Montalbano Elicona(ME): “Argimusco un Paradigma” il 29 aprile al Castello Svevo Aragonese

In programma il convegno “Argimusco un Paradigma – Patrimonio immateriale e digitalizzazione del sacro” al Castello Svevo-Aragonese di Montalbano Elicona(ME), nella sala Arnaldo da Villanova dalle ore 16.00 alle 18.00.

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Interventi:
Argimusco e il medioevo
Graziella Milazzo
Antropologa Storica dell’arte
Presidente dell’Arnau de Vilanova Institute of Medieval Studies a.p.s.

La Camera Reginale lo Stato nello Stato
Dott. Luigi Sanfilippo
Dottore di ricerca di Storia Moderna
Università degli Studi di Catania

I francescani spirituali e la Regina Eleonora D’Angiò
Dott.Antonio Mursia
Dottore di Ricerca, Dipartimento di Scienze Umanistiche
Università degli Studi di Catania

In collegamento:
Prof.ssa Donatella Privitera Presidente del Corso di laurea in Scienze del Turismo dell’Università degli Studi di Catania:
“Valorizzando i luoghi del sacro: turismo e benessere dell’anima”

Avv. Aurelio Bruno, Consulente del Ministero della Cultura: “Dall’assenza di regolazione alla proposta di riforme legislative per la fruizione del patrimonio culturale immateriale

Interverranno Il Sindaco di Montalbano Elicona l’Avv. Antonino Todaro, l’Ass. Dott. Fabio Truglio e il Dott. Giuseppe Pantano

 

L’area di Argimusco è caratterizzata da numerose grandi strutture rocciose rassomiglianti a varie forme umane e animali: alcuni studi – spiega la Prof.ssa Milazzo presidente dell’Istituto Arnaldo da Villanova – hanno di recente rilevato uguali sequenze sistemiche e simboliche tra le dette statue litiche e le superiori costellazioni celesti, individuando, nel grande medico-astrologo Arnaldo da Villanova, l’artefice di esse e quale finanziatrice, la Corte Reale Aragonese di Trinacria dei primi anni del XIV secolo, interessata alle terapie medico-astrologiche in voga nell’antichità e in epoca medievale.
Posto sulla via Francigena, esso accoglieva pellegrini per la somministrazione di cure del corpo e dell’anima apprestate in situ, anche con le viciniori acque.

“I “luoghi di Montalbano” Elicona – spiega il Dottore di Ricerca Luigi Sanfilippo –  ci rimandano anche ad un tempo topico della storia dinastico istituzionale del Regno di Sicilia, tra i più antichi degli stati nel palinsesto europeo e per il suo ‘status’ di media potenza, alquanto tribolato.

Il suo castello ci ricorda dello speciale rapporto con la dinastia degli Aragonesi di Sicilia, del suo gran re, inteso Federico III e della sua regina Eleonora, consorte dalla spiccata personalità. Essi regnano perseguendo, tra le avversità politiche, un ‘sogno’: garantire la indipendenza della “loro” Sicilia dagli appetiti di potenza dei “grandi”, seppur parenti, e dalla continua ingerenza della chiesa di Roma, destabilizzante, malgrado la Apostolica Legazia.

 

La loro politica innovativa porta il re a istituzionalizzare la “Camera reginale”, con una propria corte e curia per amministrare, da Siracusa, città e aree territoriali. La “Camera reginale” non è riconducibile né alla feudalità né alla demanialità, né soggetta alla giurisdizione dell’antico Parlamento siciliano, piuttosto è uno Jus peculiare rispetto al resto del continente che consente alle monarche siciliane, oltre ai propri Dotari matrimoniali, di disporre e gestire un proprio patrimonio a garanzia delle loro prerogative e a favorire, oltre alla chiesa, nelle sue articolazioni monastiche e congregazionaliste, patronage e welfare. Una politica al femminile tutta da ripensare e di questo rifletteremo. “

 

 

La Regina Eleonora D’Angiò e il Re Federico III d’Aragona, oltre a costruire luoghi di preghiera per i beghini in fuga da Francia e Spagna, davano ospitalità anche ai francescani spirituali, osservanti la Regola e il Testamento di Francesco. Su questo tema si concentrerà l’intervento del Dottore di Ricerca Antonio Mursia (DISUM – UNICT)
Da par suo, Arnaldo, nel contesto delle riforme da egli proposte, promuoveva un rinnovamento spirituale della Corte, esempio per le genti, in un contesto evangelico di impronta cataro-beghina.

Non è, dunque, un caso che Argimusco, l’anno scorso, sia stato iscritto nella Carta Regionale dei Luoghi dell’Identità e Memoria (L.I.M.) quale “Luogo del Sacro”.
E’ stata, infatti, riconosciuta l’unicità di esso per le particolarità intrinseche legate al paesaggio naturale e antropico, pregno di simboli di antiche culture religiose.

Recentemente istituito il L.I.M. continua l’eredità di innovazione settoriale già iniziata con la istituzione nel 2005 del R.E.I., oggi Registro delle Eredità Immateriali di Sicilia, avvenuta due anni prima dell’istituzione dell’Istituto centrale per la demoetnoantropologia, oggi Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, al Ministero della Cultura.
Per primo il R.E.I. applicava la Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, (Intangible Cultural Heritage) approvata dall’UNESCO il 17 ottobre 2003, oggi parte fondante la Convenzione di Faro.

Il codice Beni Culturali, focalizzato ancora sul res qui tangi potest, non regolamenta quasi del tutto il settore. Eppure, spiega l’avvocato Aurelio Bruno (esperto legale del Ministero della Cultura), le sfide poste dalle tecnologie digitali impongono iniziative, non solo per la tutela, ma anche per la regolamentazione della fruizione e gestione innovativa di tali patrimoni.

Il convegno discuterà, dunque, anche delle possibili innovazioni regolamentari, amministrative e programmatiche atte a consentire la promozione culturale, innanzitutto, ma anche una migliore fruizione collettiva delle possibili applicazioni creative rappresentanti “patrimoni immateriali”, quali le culture spirituali (e mediche) che portarono alla creazione del sito.

Il caso Argimusco potrà, forse, essere paradigmatico in tal senso?

La prof.ssa Privitera, docente di geografia delle destinazioni turistiche, centrerà il suo contributo sull’importanza della valorizzazione dei luoghi sacri come richiamo per il turista in particolare quello religioso. Il turista religioso non è più esclusivamente il “pellegrino” per definizione, ma oggi più che mai è interessato all’autenticità dei luoghi, agli aspetti culturali ed anche artistici dei beni ecclesiastici ma anche di tutte quelle località cariche di significato religioso, ivi compresi miti e legende che rappresentano un patrimonio da conoscere in quanto rappresentativi d’identità e memoria. È attratto anche dai paesaggi naturali ed unici, ed un esempio è quello dell’Argimusco, spesso partecipa ad eventi e manifestazioni o feste religiose, percepiti come elementi d’identità locale.  La valorizzazione dei luoghi sacri si lega ai “percorsi di esperienza”, ovvero itinerari immersivi naturali alla ricerca di luoghi dell’anima, abbinati alla tradizione e cultura locale quand’anche ad altre tipologie di turismo ad esempio quello enogastronomico, ecoturismo, etc.

 

Linea di contribuzione: 2021 – CONVEGNI E PUBBLICAZIONI  Ministero della Cultura – Direzione Generale Educazione, ricerca e istituti culturali Link immagini

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