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“Vinum e architettura” e Terminus il dio architettonico romano che definiva i confini della coscienza e individuazione tra i latifondi vitivinicoli

Ultimo evento dell’ultima giornata della ViniMilo 2023: la connessione dei Saperi e Sapori che diventeranno “letteratura della memoria enoica”

Ultima giornata della ViniMilo 2023 ultima conferenza con degustazione con “Vinum e architettura”. Ultima genialata dell’amica Agata Arancio vice presidente della Fis Sicilia che ha imbastito con un gran cast di imprenditori e professionisti una carrellata che presupponeva una giornata intera di discussioni e di degustazioni su quello che è successo. Mi auguro che tutte le relazioni che ho ascoltato con dovizia di particolari, tra immagini e interventi possano essere pubblicate e noi stessi come Naos Edizioni siamo disponibili a cotal operazione, perché quando succede una interazione e una connessione come quella che è successa il 10 settembre se non si lascia una traccia diventa un delitto per la memoria e di questo noi stiamo parlando.

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La serata è stata abilmente moderata dalla favolosa giornalista Carmen Greco famosa per il suo “appel humor”, che sarebbe “stimola umorismo” per la sua sagacia, ironia, morbida e puntuale, compresa la citazione del suo articolo sulla “architettura dell’Etna”, perché la montagna decide come vuole essere “ritratta” attraverso i suoi “umori” che sono “modificabili” a seconda delle sue “architettoniche eruzioni”.

 

 

Ognuno dei partecipanti, a qualsiasi titolo invitati, li troverete nella locandina e nella video intervista, perché sono stati “stanati” e intervistati tutti, anche più volte che non si sentivano pronti, perché emozionati ad un tipo di evento,  che era la prima volta che ci partecipavano in questi termini, io che sono psicologa e sessuologa clinica nella vita privata, e quando faccio la giornalista, dei miei giornali online, capisco subito chi si trova a suo agio e chi no, e facendo pure la saggista con conferenze e relazioni in tutta Europa, mi diverto molto a camuffarmi, decidendo poi, come intervistatrice di apprendere il senso e il significato della mie interviste o meglio delle dichiarazioni di chi ho di fronte considerando di chi è stato depositario di una “piccola verità” che insieme agli altri coinvolti nel progetto senza saperlo da un punto di vista cosciente, in psicologia si chiama “doppio cieco” riguardo al gruppo di sperimentazione che non sa come sta rispondendo l’altro e che diventa depositario di una “grande verità”. Comunque sia, come direbbe il grande Rogers, psicoanalista della terapia orientata sul paziente o al cliente, ognuno di noi ha il diritto di dire qualcosa su se stesso per quanto possa essere ridondante o inutile e sarebbe stato un peccato, lasciare inespressa qualcosa che aveva l’ispirazione, la creatività e la realizzazione di una grande conferenza in un piccolo contenitore imploso. Non si può parlare di Genius Loci senza sapere che stiamo parlando di Conoscenza con la C maiuscola e così tutti hanno fatto, ignari dell’intervista altrui, di quello che ognuno ha dichiarato, di cui ha detto le stesse cose, ma in modo diverso. Ciò significa che tutti avevano nell’esposizione del proprio lavoro, un Termine e un riferimento dove il Genius Loci, e quindi il dio Terminus, di cui vi diamo i riferimenti del libro di Marco Della Luna:  “Terminus. Il Dio inconscio e lo statuto dell’Essere”, edito da Aurora Boreale edizioni, dove esiste anche una divinità in cui le ricerche degli interventi vanno consacrati. Questo è il mio pensiero: “Se vogliamo uscire dall’oblio di un terra mitica ma maledetta dall’empietà degli individui convinti di avere una verità soggettiva che non troverà eco nel nostro futuro, il fatto che senza saperlo diciamo le stesse cose vuol dire che siamo d’accordo, allora possiamo procedere verso una verità comune”.

 

 

Per cui più che un articolo “contenitore”, questo vorrebbe essere un articolo “produttore”, di un saggio con contenuti ed esperienze che lasci una traccia, ribadisco la crescita, che sia determinata dalla vostre esultanti esperienze, esuberanti di talento e tecnica che se lasciate per saggi e per conferenze per gli addetti ai lavori, perderebbero della loro efficacia divulgativa. Perché se non puoi essere valido per “tutti”, ricordati che puoi essere di spunto e animazione per “molti”. E solo così possiamo pensare di salvare la vera Conoscenza e la Memoria. A questo punto vi lascio dei riferimenti del dio “Terminus. Il Dio inconscio e lo statuto dell’Essere”, Termine (lat. Terminus) è un epiteto di Giove, come protettore di ogni diritto e di ogni impegno. Divenne in seguito divinità indipendente che vegliava sui confini dei poderi e sulle pietre terminali. “Sentiamo il tempo scorrere vorace intorno al nostro essere e a tutte le cose, corrodendoli inesorabilmente fino all’annientamento; cerchiamo di rallentare questo processo con la tecnica o di trascenderlo con la fede in un Essere perfetto e immutabile; nel complesso, tendiamo al nichilismo e alla depressione. Ma questo sentire è ingannevole, come pure il rimedio ad esso. Terminus affronta in termini puramente razionali i quesiti basilari dell’esistere e del tempo, del rapporto con l’Infinito, passa in rassegna le grandi risposte di filosofi antichi e moderni, ed apre, con un rovesciamento di prospettiva, la coscienza al divenire quale costituente interno dell’essere, e co-eterno ad esso; e all’essere come puro positivo, esente dal nulla e dalla negazione, non però dal Limite. Mentre l’Essere perfetto e immutabile è un controsenso ontologico”.

Questo il tema apparente e pregnante della vostra presenza durante la sera di Vinum e Architettura, ma chi ha la Conoscenza sa che era solo un punto di inizio…

 

 

“Terroir, termine esclusivo del mondo del vino, sintetizza il legame imprescindibile nella nascita di un vino tra uomo, territorio, clima, suolo e tradizione, una parola che rimanda immediatamente ad una nozione di identità e sostenibilità, cosi come in architettura Genius loci, individua un approccio metodologico caratterizzato da un rispetto, uno sguardo attento e paziente verso il luogo in cui si interviene. Le contaminazioni, le corrispondenze e i valori tra il fare architettonico e vinicolo sono varie, poetiche e molteplici. La serata raccoglierà testimonianze, racconti ed esperienze di produttori, architetti e altri protagonisti della costruzione del paesaggio vitivinicolo etneo. Seguirà una degustazione delle cantine partecipanti guidata dai docenti di Fondazione Italiana Sommelier accompagnata da una proposta gastronomica a cura di Valentina Rasà, chef di Cucina Manipura”.

Agata Arancio vicepresidente Fis Sicilia “anima” della conferenza:  “Vinum architettura” per ViniMilo sono contaminazioni tra due linguaggi Genius loci e terroir il punto di osservazione è lo stesso: cioè l’uomo in un paesaggio vitivinicolo che è frutto di una storia di una società pregnante di vinicultura che è stata depredata da anni di problematiche endemiche e sociali”.

Paolo Di Caro presidente Fis Sicilia: “Il tema tra architettura e il mondo vino interessa i professionisti tra imprenditori che hanno deciso di investire sul prodotto della terra ma anche al recupero del contesto e del territorio e su come comunicare attraverso la propria azienda.”

Giuseppe Scannella architetto: “La storia del vino e le  strutture architettoniche che caratterizzato il paesaggio in Sicilia per i palmenti in Italia e all’estero il vino diventa protagonista e arricchimento del territorio”.

Cecilia Alemagna architetto insegnante all’Accademia di Belle Arti di Catania: “Immaginario di parole comuni tra questi due mondi per capire le possibili strade che legano design, architettura, fotografia e letteratura”.

Lucia Papa insieme a Paola Mariotto: “Abbiamo uno studio sicilia/veneto di architettura, portiamo come esempio la ristrutturazione e un nuovo progetto di due cantine nel territorio etneo a distanza di dieci anni l’una dall’altra: un collegamento tra senso nei segni progettuali e segni rilevati sul territorio preesistenti di una cantina già preesistente e una ex novo”.

Mario Paoluzzi: “Cantine Custodi dell’Etna portiamo la ristrutturazione sostenibile tra il  2014 e il  2016”.

Alessandro Licciardello architetto e produttore vitivinicolo: “Abbiamo un’azienda di famiglia a contrada Moganazzi situata a Passopisciaro e rappresento il Genius Loci come sintesi di progettazione dei nostri vigneti, cercando di spiegare come nella realizzazione dei vigneti l’architettura, segue e ripropone il paesaggio senza snaturarlo”.

Marco Nicolosi Asmundo: “In quanto enologo la progettazione del vino è quanto di più vicino all’architettura e progetti inerenti a cui io possa pensare. Infatti abbiamo dibattuto di questo e dei materiali tangibili ed intangibili in cui la connessione tra questi due mondi hanno tanti dei punti di contatto”.

Seby Costanzo, produttore di Cantine di Nessuno, architetto: “Un territorio con un suo Genius Loci che si presenti in maniera caratteristica per il suo territorio, ma che non ha abbastanza grandi territori su cui potersi espandere, si presenta invece con una crescita di produttori in crescita esponenziale, ponendoci paradossalmente al centro di interesse di tutto il mondo, ci impegna a puntare alla qualità ed eccellenza del Genius Loci.”

Allora ci sta “Terminus. Il Dio inconscio e lo statuto dell’Essere” il dio Genius Loci, quello vero, che avendo un fondo di letteratura storia e collocamento del territorio ci permetterà di avere anche un’identità: ricordate le famose pietre miliari disseminate lungo il nostro territorio rurale in tutta la Sicilia? Sono la rappresentazione del dio Terminus di memorabile memoria romana antica secondo le strade romane di cui abbiamo perso la memoria.

E infine Valentina Rasà lo chef di Cucina Manipura: “Architettura e cucina, gusto e architettura, si somigliano, perché un cuoco quando pensa ad un piatto, lo pensa tridimensionale e lo costruisce in maniera tale che il piatto riesca a toccare le corde di chi lo mangia, evocando in lui delle emozioni, delle sensazioni, che sono le attenzioni che ci mette l’architetto quando crea, le sue forme. Per questo ho pensato una base di riso come parete neutra ad un prosciutto di tonno fatto da me, con un’antica tecnica marinara del pesce marinato a secco che lascio maturare con delle spezie e un gin aromatico”.

I vini assaporati durante questa magnifica e rinascimentale degustazione: Planeta, I Custodi delle Vigne dell’Etna, Cantine di Nessuno, Verderame, Feudo Vagliasindi, Tenuta Di Fessina, Barone di Villagrande, Pietradolce.

 

 

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Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Assistente di redazione Psicologa e sessuologa
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