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HomeCronacaRicciardi: "120 morti al giorno da infezioni in ospedali, strage ignorata"

Ricciardi: “120 morti al giorno da infezioni in ospedali, strage ignorata”

Lo ha detto all'Adnkronos Salute Walter Ricciardi, docente di Igiene all'Università Cattolica, che nella 'Giornata europea per l'uso consapevole degli antibiotici', fa i conti "Italia pecora nera, da soli abbiamo più di un terzo delle morti in Ue, fenomeno non contrastato adeguatamente"

“Gli ospedali stanno diventando i posti più pericolosi dove stare, a causa dei rischi di infezioni nosocomiali. Ci si indigna, giustamente, per i 3 morti al giorni sul lavoro, ma a causa del fenomeno della resistenza agli antibiotici, gravemente sottostimato, abbiamo oltre 120 morti al giorno nelle strutture ospedaliere per infezioni che non riescono ad essere curate”. Lo ha detto all’Adnkronos Salute Walter Ricciardi, docente di Igiene all’Università Cattolica, che nella ‘Giornata europea per l’uso consapevole degli antibiotici’, fa i conti: “secondo i dati del Rapporto Osservasalute 2018 sono 49mila le morti per sepsi in Italia ogni anno, circa il 90% delle quali in ospedale, quasi 44mila. Ogni giorno, quindi, si superano le 120 vittime”.

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“E’ incredibile come questa strage – aggiunge Ricciardi – continui a essere non contrastata adeguatamente. Noi da soli abbiamo più di un terzo delle morti di tutta l’Unione europea. E rimane una vastissima sottovalutazione del problema. E’ incredibile anche constatare che questo argomento sembra non interessare nessuno nel corso dell’anno. Siamo la pecora nera in Europa da molto tempo. E il fenomeno, anziché diminuire, aumenta. Non è cambiato molto dal 2017, quando l’Organizzazione mondiale della sanità e la Commissione europea evidenziarono per il nostro Paese una ‘rassegnazione’ sul fenomeno, dal centro alla periferia”.

 

L’utilizzo degli antibiotici, conclude, “è talmente esagerato, sia a livello umano sia a livello animale, che non basta la lieve diminuzione dell’uso di questi farmaci, che si è ottenuta in questo decennio, per vedere qualche effetto. Quello che serve è una strategia coordinata, con misure sinergiche, energiche e tempestive perché quello che sta succedendo è che anche la profilassi chirurgica sta perdendo la sua validità e anche interventi banali possono diventare a rischio”.

 

 

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