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Tolomeo inedito scoperto in manoscritto Biblioteca Ambrosiana di Milano

La scoperta di un team di ricercatori francesi. Conteneva un testo greco copiato nel VI-VII secolo, quasi un secolo dopo fu cancellato dai monaci che preferivano il latino

Un team di ricercatori francesi del Centre Léon Robin de recherches sur la pensée antique, che fa capo al Consiglio nazionale delle ricerche scientifiche (Cnrs) con sede a Parigi, ha scoperto pagine del VI-VII secolo nascoste in un’antica copia delle “Etimologie”, un’enciclopedia scritta dal vescovo Isidoro di Siviglia, custodita dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano.
Si tratta di un palinsesto, cioè di un manoscritto in latino dal quale era stato cancellato il testo originale in greco, che ha rivelato un estratto inedito di un trattato astronomico di Tolomeo, vissuto nell’Egitto romano del II secolo, noto soprattutto per il suo geocentrismo, messo in discussione durante il Rinascimento, e per il suo interesse nel calcolare la circonferenza della Terra.

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Questo lavoro di riutilizzo, piuttosto che di censura, fu svolto intorno all’VIII secolo nello scriptorium dell’abbazia di San Colombano Bobbio (Piacenza). I ricchi archivi di questo rinomato sito abbaziale altomedievale hanno ispirato Umberto Eco a creare la biblioteca proibita del suo romanzo best seller “Il nome della rosa”.

“Abbiamo scoperto sei pagine dedicate al Meteoroscopio, uno strumento citato da Tolomeo nella sua Geografia, uno dei suoi trattati più noti”, spiega al “Figaro” Victor Gysembergh, ricercatore del Centre Léon Robin e coautore dello studio del nuovo manoscritto pubblicato sulla rivista scientifica “Archive for History of Exact Sciences”.

Il meteoroscopio è una sfera armillare con nove anelli: utilizzato per scopi astronomici, il meccanismo rappresenta la sfera celeste e serviva come strumento di navigazione e didattico. Nel testo appena decifrato, Tolomeo ne descrive con precisione la fabbricazione e il funzionamento. “A mia conoscenza, questo è il primo testo conosciuto interamente dedicato alla descrizione dello strumento scientifico e al suo utilizzo”, afferma Gysembergh.

Oggi conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano, il palinsesto è stato studiato nell’ambito del progetto “Rescapalm”. Questo programma di ricerca dedicato alla decifrazione dei manoscritti antichi è sostenuto dall’Università della Sorbona di Parigi e dal Cnrs.

 

Per svelare i misteri di alcuni palinsesti rimasti finora impenetrabili, i ricercatori francesi stanno utilizzando le più recenti innovazioni nel campo dell’imaging multispettrale. Questa tecnologia non invasiva permette di rintracciare i testi mancanti, in aggiunta ad altre tecniche come la fluorescenza a raggi X. Le precedenti campagne di ricerca hanno già portato alla scoperta di diversi testi antichi inediti, tra cui i commenti latini alle opere di Platone e un catalogo delle stelle del II secolo a.C. scritto da Ipparco, uno dei padri dell’astronomia.

“Non solo la natura del testo non interessava ai monaci dell’abbazia di Bobbio, ma il suo contenuto era probabilmente del tutto incomprensibile per loro”, ipotizza Victor Gysembergh. Questi antichi trattati scientifici e filosofici di alto livello avevano probabilmente pochi lettori nell’abbazia di Bobbio. Questo facilitava, e addirittura motivava, il loro riciclaggio. I monaci se ne occupavano con una lunga e laboriosa levigatura dei manoscritti. Del resto, continua lo studioso, la lettura del greco aveva effettivamente subito un duro colpo nell’Italia dell’VIII secolo. Era difficile che un manuale tecnico, gergale e straniero potesse competere con le meraviglie del mondo descritte da Isidoro di Siviglia e per di più in latino.

“L’abbazia di Bobbio era famosa per i suoi palinsesti, e molti di quelli che abbiamo oggi sono riconducibili al suo scriptorium, ma non sappiamo da dove provenissero i manoscritti che riciclava”, aggiunge il ricercatore francese, che suggerisce che i monaci potrebbero aver recuperato testi non più in uso nell’Italia settentrionale. Le preziose collezioni di Bobbio furono disperse in una moltitudine di biblioteche europee almeno dal tardo Medioevo.

 

Altri due testi antichi sono nascosti nel palinsesto di Isidoro di Siviglia. Già identificati in passato, corrispondono a un trattato matematico anonimo dedicato a considerazioni di ottica e all’Analemma, un piccolo trattato astronomico di Tolomeo. I cacciatori di palinsesti del Centre Léon Robin non intendono riposare sugli allori. Le loro prossime indagini sui manoscritti dovrebbero condurli quest’estate ai segreti non ancora decifrati della Bibliothèque Nationale de France.

Il team di ricercatori guidato da Victor Gysemberg comprende anche Alexander Jones (Institute for the Study of the Ancient World della New York University), Emanuel Zingg (Centre Léon Robin de recherches sur la pensée antique), Pascal Cotte (Lumière Technology) e Salvatore Apicella (Lumière Technology).
(Paolo Martini/Adnkronos)

 

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