PALERMO – “Imbrattare i muri di un giornale facendo riferimento a presunte (ma inesistenti) mancanze deontologiche, è una forma di violenza e di minaccia. È accaduto nella sede di via Lincoln, a Palermo, del Giornale di Sicilia, dove nella notte due incappucciati ripresi dalle telecamere di sorveglianza hanno spruzzato vernice rossa scrivendo ‘giornalisti violenti’ e ‘non è giornalismo ma pornografia del dolore’. Poi, l’impresa è stata anche rivendicata dall’associazione ‘Non una di meno'”. Lo scrivono in una nota l’Associazione siciliana della stampa, il Gruppo cronisti di Assostampa Sicilia e la segreteria provinciale di Palermo.
“Il riferimento è agli ultimi fatti di cronaca come la violenza di gruppo al Foro Italico di Palermo, o il barbaro omicidio di Marisa Leo, a Salemi. Episodi, drammatici, che i colleghi della testata palermitana hanno trattato col consueto rispetto delle regole e la delicatezza che i fatti meritavano – prosegue la nota – Col paradosso che mentre sui social impazzano i nomi, cognomi e fotografie di vittime e carnefici i mezzi di informazione tradizionali si attengono, giustamente, a regole più stringenti a tutela in primo luogo di chi è vittima. Ragionare, criticare, mettere in discussione, andare controcorrente: sono tutte attività che costituiscono il sale della democrazia e l’essenza stessa del vivere insieme. Ma tutto questo deve svolgersi in un alveo di civiltà. Imbrattare i muri di un giornale non lo è sicuramente. E’ grave, oltre che molto spiacevole additare un gruppo di lavoro come una redazione di colpe che non ha commesso. Il sindacato offre la sua solidarietà ai colleghi del Giornale di Sicilia confidando nella loro capacità di non fermarsi mai nel raccontare vizi, vezzi e virtù di Palermo, ed è al loro fianco nella difesa della dignità del lavoro di giornalista nel rispetto delle regole deontologiche e del vivere civile”.