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Femminicidio: il nome di Roberta sulla “Panchina rossa” a Caccamo

Caccamo (Palermo), 25 gen. – Il nome di Roberta Siragusa, la ragazza di 17 anni uccisa ieri a Caccamo (Palermo) verrà inserito sulla ‘panchina rossa’ del piccolo Comune di 8.500 abitanti. La decisione di inserire il nome della ragazza sulla panchina, che si trova nella villa comunale, è stata presa dall’amministrazione comunale. “L’iniziativa è stata presa per lasciare un ricordo immediato di Roberta”, dice all’Adnkronos Rosa Maria Di Casio, Presidente del consiglio comunale di Caccamo che da sempre ha promosso iniziative come questa e lei stessa è stata vittima di stalking.

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Pietro Morreale, il ragazzo di 19 anni accusato dell’omicidio della fidanzata Roberta Siragusa “era un ragazzo ribelle, non voleva studiare. Ma nulla lasciava presagire quello che poi è accaduto”. Lo ha detto all’Adnkronos don Domenico Bartolone, parroco della Chiesa Santissima Annunziata di Caccamo (Palermo) che è stato insegnante sia di Pietro Morreale che della giovane Roberta Siragusa di 17 anni.

“Roberta era una ragazza splendida, lineare, che lasciava intravedere nei suoi occhi una luce, di chi voleva proiettare la sua vita nel futuro. Caccamo si è svegliata con questo incubo. Tutti noi ci troviamo dinanzi a questa triste notizia è confidiamo che la magistratura possa fare giustizia per conto di Roberta”, dice ancora il prete. Alla domanda se fosse a conoscenza di maltrattamenti del ragazzo nei confronti di Roberta, come dicono in paese, il parroco spiega: “Io lo vedevo davanti alla chiesa- dice – ma non ho mai sentito notizie del genere. E conclude: “Certo, per amore non si muore”.

“In paese si sentiva dire chePietro Morreale maltrattava la sua fidanzata, si diceva che era molto possessivo nei confronti di Roberta. Era molto geloso”. A raccontarlo è Catalin Dioguardi, l’ex catechista di Pietro Morreale, il ragazzo di19 anni arrestato oggi con l’accusa di omicidio volontario e di occultamento di cadavere per la morte della sua fidanzata Roberta Siragusa. Catalin ha seguito il catechismo del giovane per diversi anni, prima della cresima del presunto assassino di Roberta. “Ho il ricordo di un ragazzo che apparentemente era bravo – racconta Catalin – Nulla lasciava presagire questa tragedia avvenuta a Caccamo.Pietro Morreale era un tipo generoso al catechismo, era un tipo estroverso, veniva sempre al catechismo. Veniva da una famiglia molto cattolica”.

“Di Roberta ricordo i vari incontri in paese- dice – ricordo la sua voglia di vivere, la sua voglia di essere protagonista, era voluta bene da tutta la comunità. Voglio dire alla famiglia che la vita di Roberta non è stata tolta ma trasformata, come dice San Paolo”. (di Elvira Terranova/Adnkronos)
(Adnkronos)

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