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Ersu Palermo: studentesse e studenti russi e ucraini insieme per studiare

PALERMO – Russi e ucraini, insieme, in Sicilia per studiare nelle università, nelle accademie di belle arti e nei conservatori di musica. Anche Ersu Palermo, l’ente per il diritto allo studio universitario della Sicilia occidentale, assiste con borse di studio e servizi presso le proprie residenze universitarie studenti provenienti dai due paesi in conflitto.

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“Quest’anno, al termine del periodo previsto per la loro accoglienza nelle nostre strutture fissato nel giorno 31 luglio prossimo – dichiarano il presidente di ERSU Palermo, Michele D’Amico e il direttore Ernesto Bruno – considerata la particolare situazione internazionale, stiamo disponendo la possibilità che questi studenti possano rimanere nostri ospiti alle medesime condizioni e fino a quando non completeranno il corso degli studi, compatibilmente con le nuove assegnazioni dei posti letto del bando di concorso aperto a tutti che, desideriamo ricordare con l’occasione, la partecipazione attraverso il sito  www.ersupalermo.it scade alle ore 14 del giorno 31 luglio 2023”.

 

“Anche noi – continuano il presidente di ERSU Palermo e il direttore – siamo convinti della necessità di riaffermare il diritto e il dovere alla coesistenza pacifica dei popoli europei: il popolo russo e quello ucraino hanno una lunga storia di relazioni e di cooperazione con l’Italia. Nel nostro piccolo vogliamo dare un contributo al dialogo tra i popoli che possano, nel più breve tempo possibile, tornare in pace. Sotto questo profilo consentire alle future generazioni dirigenti di questi paesi di studiare insieme e dialogare non può che fare bene ai processi di riappacificazione e di coesistenza.”

 

 

“Vogliamo perciò – continuano ancora Michele D’Amico ed Ernesto Bruno – dare un simbolico contributo per indebolire le ragioni del conflitto con la Russia e rafforzare le ragioni della pace con l’Ucraina. Ci auguriamo che le proposte di pace emergenti – concludono il presidente di ERSU Palermo, Michele D’Amico e il direttore Ernesto Bruno – possano trovare ascolto da parte di tutti i governi, nella considerazione che non ci sono nazioni da sconfiggere o da destabilizzare, ma la necessità di fare tornare a funzionare la ragione nei palazzi di governo di tutti i paesi coinvolti nel conflitto e che chi ha aggredito per primo deve tornare a fare prevalere il dovere della responsabilità ben sapendo che anche il proprio popolo non vuole la guerra ma la pace.”

 

 

 

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