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Chi ha “inventato” la Malvasia “secca”? Salina e la Malvasia delle Lipari

Viaggio intorno alle Isole Eolie i vigneti e la Malvasia vitigno “misterioso” importato da una città greca del Peloponneso, Monemvasia in epoche remote

Tutto nasce dalla conoscenza con la francese Clara Schwartzenberg attrice, regista e vignaiola dell’Azienda Barbanacoli a Salina, durante una degustazione a Randazzo, dove lei portata per caso dalla favolosa sommelier Agata Arancio, vicepresidente Fondazione Italiana Sommelier, ci fa assaggiare il suo macerato Orange: fulminazione del vino e di Clara, o di Clara e del vino. Fatto sta che è stato un amore a prima vista tra due consorelle della corte di Versailles. Lei parigina a dispetto del cognome ed io lontanissima discendente di Maria Antoinette, la reine di Francia. Un’intervista veloce che ci mette in testa di rivederci nel suo regno naturale di Salina. L’idea è quella di riuscire ad intervistare il mondo del vino dei salinesi. Quindi invitiamo sulla chat dei produttori a farsi vivi e reclutiamo Francesco Fenech, Salvatore D’amico, Daniela Virgona, Luca Caruso (Eolia), Antonino Caravaglio, Mauro Pollastri presidente del Consorzio Malvasia e Igt Salina, che intervisteremo nei prossimi giorni. Sono stata ospitata dalla magnifica Clara e dal suo poliedrico compagno Diego Taranto e ho conosciuto tante realtà diverse, intime e raffinate, selvagge e misteriose che vi racconteremo in monografie dedicate sul nostro magazine leculture.it.

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Anche se la storia della Malvasia è molto complessa e verrà approfondita in un articolo dedicato sempre su leculture.it,  per ora basti sapere che i molti vitigni denominati Malvasia hanno spesso in comune soltanto il nome, derivante da una città greca del Peloponneso, Monenbasia, Monemvasia o Monovasia, che significa “porto ad una sola entrata”, città che per assonanza con il nome greco fu ribattezzata dai Veneziani “Malvasia”. La Malvasia nel tardo Medioevo divenne uno dei vini più famosi e rinomati, prodotti principalmente a Creta ed a Rodi. Poi alterne vicende e la dislocazione del vitigno in varie zone del Mediterraneo, faranno diventare la Malvasia un vino dolce preferito da Inglesi e Francesi dell’ottocento; dagli anni 50 del novecento la Malvasia dolce verrà dimenticata fino a quando, in anni recenti, l’idea di una Malvasia da tavola prende il sopravvento e porta con sé tutto il resto: quindi a questo punto chi ha “inventato” la Malvasia “secca”?

Non è che sia importante stabilire chi sia stato il primo a scoprire una particolare versione o interpretazione di un vino, più interessante è leggere nel flavour la firma del vignaiolo e seguirne l’evoluzione nel tempo. Anche perché per motivi logistici ci mancano altri protagonisti che francamente avrei voluto incontrare. Ed è proprio sulla interpretazione della Malvasia “secca” abbiamo avuto diverse difficoltà, soprattutto nella ricostruzione di etichette con date certificate. La Malvasia delle Lipari è stata storicamente conosciuta nella versione passita/dolce naturale, e solo da pochi anni è stata diffusa come vino da tavola. Per disciplinare, il vino Malvasia delle Lipari Doc “deve essere ottenuto dalle uve provenienti dai vigneti composti dai vitigni nella proporzione indicata a fianco di ciascuno di essi: Malvasia di Lipari massimo del 95%, Corinto nero dal 5 all’8%”. Tra i primi che hanno esplorato l’idea di una Malvasia secca, che non risulta facile per le peculiarità del vitigno, abbiamo Enrico Virgona, Antonino Caravaglio e Salvatore D’Amico. Ma anche un Francesco Fenech, che voce fuori dal coro, si presenta con una serie di premi e di etichette a testimonianza della sua primogenitura. Le aziende Barbanacoli ed Eolia sono di recente costituzione e quindi fuori da questa “querelle”. Ci piacerebbe sapere la versione di Hauner, Colosi, Mascoli, e Barone di Villagrande. Quindi sulla base dei pochi indizi ancora incompleti, aspettiamo gli elementi mancanti per completare le “indagini”: intanto vi invitiamo a visitare Salina, fare il giro di tutte le cantine, chissà che riusciate a sentire indiscrezioni, che ci auguriamo ci vogliate mandare in redazione.

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Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Assistente di redazione Psicologa e sessuologa
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