Sono complessivamente 172 le persone soccorse da Mediterranea Saving Humans nella sua missione numero 15. Tra loro anche una neonata di 20 giorni, in assoluto la naufraga più giovane mai tratta in salvo dalla Mare Jonio. “I primi tre giorni della missione 15 della nave Mare Jonio sono stati un rapido succedersi di eventi e operazioni, a testimonianza una volta di più di quanto la presenza e l’attività degli assetti civili nel Mediterraneo centrale sia necessaria – spiegano dall’ong -. È stata, infatti, sufficiente una finestra di un paio di giorni di bel tempo e mare calmo perché vi fossero decine di partenze di donne, uomini e bambini dalle coste di Libia e Tunisia, in fuga da Paesi dove per diverse ragioni le condizioni di vita delle persone in movimento sono sempre più intollerabili e la loro stessa vita a rischio”.
La nave umanitaria salpata nel pomeriggio di venerdì scorso (22 marzo) dal porto di Trapani, dove era in sosta dopo esser stata colpita, tra ottobre e novembre 2023, da un fermo amministrativo per il mancato rispetto del decreto Piantedosi, già sabato mattina ha ricevuto un ‘may-day relay’ dall’aereo Eagle 1 di Frontex, che segnalava un’imbarcazione in pericolo a 43 miglia nautiche a sud di Lampedusa, in zona Sar maltese. Arrivati sulla scena, insieme alla nave civile tedesca Mare*Go, i soccorritori hanno trovato “una barca in ferro di soli sette metri sovraffollata all’inverosimile, alla deriva con il motore in panne e con una linea di galleggiamento ridotta ormai pericolosamente a qualche centimetro”. Dopo aver distribuito giubbotti di salvataggio l’equipaggio ha collaborato con la Guardia costiera italiana, trasferendo i primi superstiti sulla motovedetta. In 59, tra cui 7 donne, due delle quali in gravidanza, sono stati tratti in salvo e sbarcati a Lampedusa dalla Guardia costiera.
“Erano tutti molto provati da oltre tre giorni di viaggio dalle coste libiche, numerosi i casi di ipotermia – sottolineano da Mediterranea -. Un ragazzo aveva una gamba amputata e molti fresche ed evidenti cicatrici sul corpo, segno delle violenze subite durante la detenzione nei campi della Libia”. Dopo l’assegnazione del porto di Pozzallo per lo sbarco dei naufraghi (distante “circa 20 ore dal luogo del soccorso”), nella notte di domenica un nuovo sos è stato lanciato da Alarm Phone: oltre 50 persone erano alla deriva senza più acqua e cibo. “Dopo aver contattato il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo – ricostruisce Mediterranea -, Mare Jonio ha deviato la sua rotta dirigendosi sull’ultima posizione comunicata della barca segnalata da Alarm Phone”. Al termine di una ricerca andata avanti per quattro ore è il barchino in ferro stracarico di persone in fuga dalla Libia è stato rintracciato. “Erano stremati da tre giorni di navigazione e a rischio di rovesciarsi da un momento all’altro”. A bordo 58 migranti, tra cui 4 donne e 12 minori: tra di loro tre bambini sotto i dodici anni, di cui un maschietto di 2 anni e due bambine rispettivamente di 3 anni e 20 giorni di età, in assoluto la più giovane naufraga mai soccorsa dalla Mare Jonio.
“La stragrande maggioranza delle persone di quest’ultima operazione – spiegano da Mediterranea – sono di origine siriana: singoli e famiglie intere scappate dalla guerra, che da oltre dieci anni sta martoriando quel Paese e finite nell’inferno libico, da cui si sono ritrovate nuovamente a fuggire”. La Mare Jonio è approdata ieri sera a Pozzallo, dove nella notte si sono concluse le operazioni di sbarco dei 113 naufraghi.
