Nel 2023 sono stati censiti 98 episodi intimidatori (-11,7% rispetto ai 111 episodi segnalati nel 2022), 12 dei quali riconducibili a contesti di criminalità organizzata (12,2%) e 40 a contesti politico/sociali (40,8%). Sono i dati contenuti nel report ‘Atti intimidatori nei confronti di giornalisti’ nel 2023, realizzato dal Servizio di analisi criminale della Direzione centrale della polizia criminale che fa capo al Dipartimento di Pubblica Sicurezza presentati nell’ambito del meeting dei Focal Points nazionali nell’ambito del Progetto Osce sulla sicurezza dei giornalisti. Gli episodi consumati tramite i canali web sono stati 30 (corrispondenti al 30,6% del totale degli eventi), pari al numero degli eventi registrati nel 2022 quando l’incidenza sul totale era stata del 27%; i mezzi più utilizzati sono risultati il social network Facebook, con 13 episodi e le e-mail con 8.
Le regioni che, nel periodo in esame, hanno fatto registrare il maggior numero di eventi sono Lazio, Lombardia, Campania, Calabria e Sicilia, con 68 episodi complessivi, pari al 69,4% del totale. Quanto alle aree metropolitane, il maggior numero di episodi è stato segnalato con riferimento a Roma (17 eventi intimidatori), seguita da Milano (15), Reggio Calabria (8) e Napoli (6). Per alcuni atti intimidatori non risulta che la vittima abbia presentato denuncia-querela. Nel complesso, negli eventi rilevati nel 2023 appaiono coinvolti, in qualità di vittime, 92 professionisti dell’informazione, tra i quali 21 donne (22,8%) e 71 uomini (77,2%).
L’8% delle segnalazioni totali è relativo ad episodi intimidatori perpetrati nei confronti di sedi giornalistiche o di troupe non meglio specificate.