Il catanese 41enne Francesco La Rosa, regista e videomaker per passione, operaio per professione, ha dedicato e dedica gran parte del suo tempo libero alla costruzione e al montaggio di video, corti e mediometraggi di produzione propria. Nel 2014 presenta il primo cortometraggio “Pacenzia” nel quale si evidenzia uno spaccato della nostra meravigliosa Sicilia.
Nel 2018 presenta al pubblico un secondo lavoro totalmente indipendente, nello specifico un mediometraggio di 64 minuti circa dal nome “Maledettissima tu”. Questo lavoro intriso d’una trama drammatica, di un lessico vernacolare misto, racconta la storia di un bambino che crescendo e diventando uomo si ritrova suo malgrado imprigionato nella stretta fra il bene e il male. Un film che rinnova un invito rivolto ai giovani, cioè quello di stare lontani dalla delinquenza. Tra un proscenio intersecato d’amore e famiglia ed una ribalta all’insegna di una inverosimile mafiosità si insinua un innesto neomelodico malinconico, quasi rassegnato che fa da sottofondo ad un bel finale strappalacrime. La tematica principale del film risiede quindi nell’ambivalenza del bene e del male, elementi insiti in ognuno di noi, la prevalenza di uno dei quali si compie a prescindere dall’influenza dell’ambiente in cui si cresce e dell’educazione che si riceve. Il protagonista “Angelo” può essere visto come le facce di una stessa medaglia nelle quali l’identità influenza le azioni, le emozioni, la sicurezza di sé e persino i sogni di una persona. La relazione padre-figlio è un’altra tematica che ricorre in tutto il film. Si sottolinea inoltre una preziosa presenza dell’Istituzione scolastica che sempre può ritrovare nella “paideia” romantica una funzione educativa esemplare che risiede anche nell’esperienza: si prende spunto dagli sbagli altrui per non commetterne altri.
Domanda – Cosa ha in mente per il futuro?
Risposta – Sto già elaborando un altro lavoro, di cui non posso dire nulla, un lavoro che toccherà la sensibilità ma soprattutto il cuore dei catanesi e non solo.