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Ucraina: Ramadan, musulmani devolvono elemosina rituale a sfollati

Kiev, 2 apr. (Adnkronos) – Primo giorno di Ramadan, il mese sacro all’Islam, per la comunità musulmana nel mondo. ”Un mese di riflessione e di crescita spirituale”, come lo ha definito il presidente americano Joe Biden, che su Twitter ha voluto esprimere ”i migliori auguri” suoi e della moglie Jill ”alla comunità musulmana qui negli Stati Uniti e nel mondo intero”. Un pensiero particolare è stato rivolto da Biden agli Uiguri in Cina e ai Rohingya in Myanmar. Ma la stessa comunità musulmana, come dimostra l’emittente al-Jazeera,ha voluto rivolgere un pensiero ai musulmani che vivono in Ucraina e che celebreranno il Ramadan ”sotto le bombe” e con movimenti limitati dal coprifuoco. Qui, spiega al-Jazeera, in molti hanno deciso di ‘sfruttare’ la Zakat al-Fitr, l’elemosina rituale prevista dal terzo pilastro dell’Islam, per le persone maggiormente colpite dal conflitto.
“Dobbiamo riadattare tutto”, ha detto Niyara Nimatova, originaria della Penisola di Crimea e a capo della Lega musulmana dell’Ucraina. In programma per oggi, primo giorno di Ramadan, una cena d’Iftar con un gruppo di famiglie sfollate che soggiornano con lei nel centro islamico di Chernivtsi. “Molti musulmani sono andati all’estero e coloro che sono ancora in Ucraina hanno bisogno di sostegno”, ha detto Nimatova ad al-Jazeera dalla città di Zaporizhzhia dove è stata sfollata.

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I musulmani costituiscono circa l’uno per cento della popolazione dell’Ucraina. Prima della guerra, l’Ucraina ospitava più di 20mila cittadini turchi più i tartari in Crimea. ”Dobbiamo essere pronti a fare del nostro meglio per ottenere il perdono di Dio, per pregare perle nostre famiglie, le nostre anime, il nostro Paese, l’Ucraina”, ha detto Nimatova, il cui marito, Muhammet Mamutov, è un imam. ”Quando vivevamo in Crimea, non pensavamo che saremmo dovuti partire. La mia gente è stata deportata da Stalin e i miei nonni e i miei genitori hanno sempre sognato di tornare indietro”, ha detto. ”Quando avevo due anni, nel 1988, siamo tornati. Ma poi la Russia ha occupato la Crimea nel 2014 e abbiamo capito che non potevamo continuare le nostre attività religiose, quindi siamo partiti. Ora sono fuggita di nuovo da casa mia”, racconta. Nel 1944, più di 191.000 tartari di Crimea furono deportati per ordine di Stalin, principalmente in Uzbekistan.

Nimatova ha detto di aver dovuto cambiare i suoi piani per il Ramadan di quest’anno, comprese le lezioni di religione, che terrà comunque online, e gli sforzi per sfamare i senzatetto. ”Viviamo nascosti quando sentiamo le sirene. Non sappiamo cosa accadrà domani. E’ difficile psicologicamente. Sembra che siamo invecchiati 10 anni dall’inizio di questa guerra”, conclude.
Isa Celebi, una venditrice di tende turca che vive in Ucraina dal 2010, ha affermato che durante il Ramadan di quest’anno molti musulmani saranno lontani dalle loro case e alcuni ”vivono persino nelle loro auto”. La sua casa ”è sempre aperta alle persone durante il Ramadan o la guerra. Condivideremo il nostro pane”, ha spiegato, aggiungendo che diminuiscono le scorte di alcuni alimenti e aumentano i prezzi. ”La guerra ci ha colpito gravemente e stiamo lottando per sopravvivere: la mia attività si è completamente fermata. Ma credo che vedremo una fine, forse tra un anno, forse due, ma torneranno i bei giorni. Ecco perché non lascerò questo Paese”, ha aggiunto.

All’inizio della guerra Celebi ha aiutato a evacuare fuori dal Paese 400 turchi, musulmani e ucraini dalla sua città natale di Vinnytsia, nell’Ucraina occidentale. Ora sta aiutando mille orfani che risiedono nel vicino monastero della Santa Ascensione Banchenskyy di Chernivtsi.”Questi bambini sono pieni di lacrime. Voglio dare loro tutta la nostra zakat quest’anno. Chiedo gli altri, per favore aiutate questo posto dove i bambini piangono”, ha detto.

 

 

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