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Parlami d’amore con Nathalie Caldonazzo e Francesco Branchetti alla Corte di Palazzo Recupero Cutore

La commedia di Philippe Claudel andrà in  scena domenica 29 agosto, alle ore 21,  nell’ambito della rassegna Teatro in Corte organizzata dall’Associazione Città Teatro

Il rapporto tra uomo e donna nelle sue sfaccettature più vere, profonde e intime è al centro della commedia Parlami d’amore interpretata da Nathalie Caldonazzo e Francesco Branchetti che cura anche la regia. La commedia di Philippe Claudel andrà in  scena domenica 29 agosto, alle ore 21,  nell’ambito della rassegna Teatro in Corte organizzata dall’Associazione Città Teatro, che si svolge nella Corte di Palazzo Recupero Cutore (Via Etnea, 33) ad Aci Bonaccorsi. Un testo delicato e schietto che, nella traduzione di David Conati e con le musiche di Pino Cangialosi, si rivela “straordinario nel raccontare una società e una coppia in crisi profonda di valori e di punti di riferimento e straordinario nel costruire caratteri di clamorosa rappresentatività di una certa società e di una concezione del rapporto di coppia che qui vede sgretolarsi i suoi punti cardine e le sue fondamenta”, come sottolinea il regista.

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L’autore, infatti, mostra come possano convivere sottotraccia moltitudini di sentimenti intrecciati, impulsi contrastanti e come sia denso e irto di ostacoli il cammino del dialogo tra uomo e donna. “Non abbandonando mai uno sguardo profondamente umano  – dice Branchetti – Claudel affonda la lama nelle pieghe più intime e a tratti inconfessabili di un rapporto di coppia anche attraverso una straordinaria e pungente ironia che accompagna tutto il testo. Fragilità, debolezze e addirittura in alcuni momenti candore trovano spazio in un duetto di coppia a tratti terribile ma sempre accompagnato da irresistibile humour e travolgente ironia”.

Le interpretazioni dei personaggi sono tese a ricostruire due profili psicologici che fanno riflettere a quello che a volte un rapporto può diventare e a quanto sia difficile uscire da certi schemi comportamentali e a volte anche sociali. La regia intende restituire al testo la straordinaria capacità d’indagare l’animo umano e le tortuose relazioni che abbiamo con noi stessi e poi con gli altri: ansie, paure, malesseri, malinconie, dolori, solitudini che si confondono in una danza che muta di ritmo ad ogni scambio di battute tra i protagonisti.

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