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La Sicilia spiegata agli eschimesi

CATANIA –  Teatro Mobile al Teatro ABC sabto 17 novembre ore 17,30 circa. La Sicilia spiegata agli eschimesi è una Stand-up comedy. Stand-up comedy è l’espressione in lingua inglese che indica il cabaret, inteso come spettacolo che si svolge “in piedi” (dal termine «stand-up»; stand-up comedian: “cabarettista”) e senza la quarta parete. In realtà lo spettacolo che abbiamo visto sabato alle 17.30 sembrava più una serata a casa di amici, dove l’amico scrittore pervaso da una crisi alchemica comincia a sproloquiare in maniera ironica dissacrante e sardonica sul tutto e sul niente che rappresenta la Sicilia nel nostro immaginario e nell’immaginario del resto del mondo. Noi siciliani abbiamo la forma del divano dove tutte le popolazioni di passaggio si son sedute, sdraiate, ci hanno “fottuto” davanti se femmine e di dietro se maschi. E ci hanno lasciato dei segni indelebili nella nostra totale schizofrenia. La commedia stand-up privilegia l’artista. I temi affrontati dal comico stand-up vanno dal politico al sociale. Oltre al classico monologhista, esiste anche il comico one liner (che utilizza battute secche, non collegate tra loro). Quasi strano ma Cappellani ci ha illustrato il suo libro in maniera ortodossa rispetto alla tradizione e all’etichetta di un reading letterario.

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Grande menzione ad un Plinio Milazzo in ottima forma divertente smagliante che ha dato veramente vita a nuovi linguaggi maccheronici: un meraviglioso finto teutonico di Goethe. Una fragrante presenza femminile in Francesca Ferro. Un’inedita figura da complice intellettuale, esistono per davvero, in Guglielmo Ferro. E una dolcissima e riservata presenza nel musicista Mario Venuti che serviva sicuramente a smorzare le note stridenti indolenti e bradipidiche del nostro autore. Se i francesi, i normanni, i greci e gli arabi ci hanno insegnato qualcosa, il catanese ha dalla sua che non solo non legge libri non va al teatro e non va al cinema e se una cosa non la sa te la spiega.  E per ultimo ma non per ultimo l’apologia dell’assessore alla cultura “bestia” per antonomasia come tutte le figure poste al comando della nostra dileggiata “tttrinacria”.

 

Plinio Milazzo ci ricorda il famoso museo egiziano intitolato “sfingi e sfincioni” e ancora una volta quando gli egiziani si facevano di papaveri da oppio nominavano uno scriba per prendere appunti durante i deliri psicotropici: sarà forse stata la funzione di Francesco Maria Attardi, appollaiato dietro il video proiettore? Da vedere da rivedere e farne un talk show come manifesto per coscienze catanesi sfiatate!!!

 

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Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Assistente di redazione Psicologa e sessuologa
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