“…Che Salina sia di origine vulcanica è sufficiente uno sguardo per capirlo: vista dal mare arrivando da nord è un miraggio. Un’isola o due? É duplice qui il cono. (rispetto a Vulcano e Stromboli). Armonico e doppiamente rotondo tenuti insieme da una valle. Un’icona. L’isola si chiamava Didyme dal greco che significa gemello anche se la storia successiva ha cancellato quel nome appropriato, poetico, illuminante. Contava di più l’attività della salina di Lingua che produceva oro bianco per l’arcipelago e oltre. I due coni sono due montagne. Il Monte della Fossa delle Felci con i suoi 960 metri è la cima maggiore dell’Eolie. In tarda primavera il vecchio cratere si ricopre di ancestrali felci aquiline. L’altro è il Monte dei Porri 860 metri. Alle pendici di entrambi crescono, erica, corbezzolo, cisti, ginestre, lentisco e caprifoglio. Sul versante est del Monte della Fossa la macchia assume l’aspetto di una fitta boscaglia. Sulla sommità è un vero bosco rigoglioso impiantato negli anni ‘50 del 900, di pini marittimi, ontani napoletani e castagni. Numerose le specie di uccelli rapaci, stanziali e migratori, poiana, gheppio, falco grillaio, falco pellegrino, falco della regina. Dal 1984 siamo nella Riserva Naturale Regionale Orientata”.
Dal libro “Eolie enoiche. Racconti di vini di isole di vignaioli sensibili alla terra” di Simonetta Lorigliola edito da DeriveApprodi.
Susanna Basile: Siamo a Malfa in questa splendida terrazza del Signum, hotel e ristorante di proprietà della famiglia Caruso e chiediamo a Luca Caruso, come nasce il progetto Eolia.
Luca Caruso: “Il progetto di Eolia nasce nel 2020 pensato e costruito con la mia fidanzata Natascia Santandrea. Lei è Toscana, io sono nato è cresciuto qui. Poi la vita mi ha portato per il mondo. Una parte dell’anno vivo a Firenze. Nella vita faccio il ristoratore, l’albergatore, mi occupo di ospitalità sull’isola di Salina. Sono nato e cresciuto nel mondo dell’hotelleria e ristorazione per cui l’interesse del vino nasce da una passione. Eolia è un progetto vitivinicolo che vede una serie di persone e personaggi che collaborano insieme perché io non sono il vigneron che va tutti i giorni in campagna. La nostra idea era trovare un’espressione di vini di qualità una ricerca sul territorio, sulla pianta, sulla vite, in particolare la Malvasia che è la regina di Salina e delle Isole Eolie. Collabora con noi Bernardo Ciriciofolo, amico di famiglia, enologo, cantiniere, che segue l’azienda su tanti fronti.
Susanna: Mi dicevi che vi siete affidati ad un team di produttori enologi di chiara fama nazionale e internazionale.
Luca: “Ci siamo sempre occupati di ristorazione e di ospitalità e quindi il vino io Natascia non l’avevamo mai fatto. Per avere un approccio diverso bisognava comunque affidarsi a chi aveva esperienza. A chi ci siamo affidati? Una persona per noi speciale produttore di vecchia data l’architetto Salvatore Geraci produttore del vino Faro Palari in una zona di Messina. Chiediamo dei consigli a lui sia da architetto che produttore di vino che ci accompagna in questo percorso di crescita, lui che in questi 40 anni aveva frequentato il grande Veronelli e l’enologo di fama internazionale il dott. Donato Lanati, che collabora con l’azienda Palati. La “scelta di sentimento per le virtuose competenze” di Lanati che quindi segue Bernardo che è il giovane che cresce all’interno dell’azienda. Con le consulenze di Donato Lanati e Dora Marchi, altra enologa docente all’università di Torino, stiamo facendo un lavoro di studio e ricerca indagare le possibilità potenzialità del territorio”.
Susanna: Parliamo ora con Natascia Santandrea
Natascia Santandrea: “Sono la fortunata fidanzata di Luca Caruso. Dalla pronuncia si sente che sono toscana di San Casciano, il vino è anche nella mia cultura di ristoratrice con il ristorante di famiglia “La tenda rossa” per 50 anni di grande rilievo nazionale internazionale. Il destino mi ha fatto innamorare di Luca e fare il vino mi è sembrato una cosa naturale per me che sono nata col Chianti classico. E poi amo quest’isola i suoi colori i suoi profumi e la famiglia Caruso che mi ha accolta come una figlia”.
Susanna: Mi dicevi dello stemma dell’azienda Eolia e delle origini del nome
Natascia: “Lo stemma Eolia è la serratura della cantina del Signum. Il nome Eolia contiene le isole tutte al femminile è dolce e delicato in pieno rispetto del luogo Facciamo due bianchi a base di malvasia e un rosso a base di corinto nero, nerello cappuccio e mascalese. Bianco con una piccolissima parcella a Val di Chiesa solo malvasia in purezza. A Malfa facevamo all’inizio solo vino bianco, poi assaggiando vini nelle varie vasche, qui è molto forte il concetto di parcellizzazione: vendemmia separata in contenitori separati si vede la differenza tra Valdichiesa e Malfa, quindi un bianco viene affinato per due anni tra vasche e imbottigliamento e l’altro entro l’anno successivo, e poi finalmente diamo luogo alla grande passione di Luca, il vino rosso. Complicatissimo da fare a Salina perché in ogni parcella di terreno abbiamo la proporzione giusta di Malvasia e Corinto Nero per cui diventa difficile vendemmiare alla giusta maturazione. Ma ci stiamo riuscendo: il rosso come corinto nero nerello mascalese e cappuccio che danno eleganza e struttura, il corinto vinoso, profumato e colore violaceo…”
Grande potenza dei luoghi nel video a Valdichiesa nelle vigne di “Malvasia di montagna” vista l’altitudine delle colline salinesi, si vede l’Etna in lontananza: solo così si capisce che siamo ancora in Sicilia.
