La Sicilia da sempre “rinomata” per la sua incapacità di sapersi organizzare in cooperative società, consorzi e via dicendo ha trovato da qualche tempo nel settore vitivinicolo una rinascita. Un vero e proprio salto di qualità fondato sulla collaborazione, rispetto al nord Italia dove le cantine sociali esistono da decine di anni.
Al sud, come tutti ben sappiamo purtroppo, vigeva il dividi et impera che inibisce, come è sempre stato, la possibilità di procedere e di evolversi.
Ma oggi il vino invece unisce perché è un simbolo, un prodotto del territorio, anzi come dicono i sommelier: il terroir… suolo dove cresce la vite, clima, tipologia di vitigno, l’esposizione e la forma del versante; non meno importante anche il vignaiolo che l’ha fatto, con le sue idee, il suo olfatto e la sua sensibilità oltre che con la sua tecnica.
(Nel linguaggio enogastronomico, termine indicante il rapporto che lega un prodotto, in questo caso il vino, alle caratteristiche del microclima e del suolo in cui è coltivato. Fonte Treccani)
Produttori Etna Nord è una realtà giovane, non giovanissima, sono già quasi diciassette gli anni trascorsi dalla loro prima etichetta, che comprende tutti i vigneti ricadenti nel comune di Castiglione di Sicilia: è il versante nord/nord est dell’Etna, risaputo che è il versante che si presta maggiormente a questo tipo di coltivazione e produzione.
I loro punti di forza sono innanzitutto l’unione di piccoli produttori diretti e quindi una sicura filiera corta, con vigneti ricadenti in diverse contrade dell’Etna, a diverse quote sul livello del mare e tipologia di impianti differenti.
Ad esaltare le peculiarità dei diversi terroir naturalmente sono le storie di alcune delle vigne ormai vecchie più di mezzo secolo con impianto ad alberello tipico dell’Etna fin su a 750 metri sul livello del mare.
Poi le altre, più giovani e a filari che circondano la valle dell’Alcantara (500 m slm), tutte rigorosamente su suolo lavico e ricadenti all’interno della zona doc.
Da sempre appassionati, e da generazioni ben radicati ai piedi dell’Etna, questi produttori hanno voluto tirar fuori il meglio da questo substrato vulcanico, provando a rispettare il terroir e le varietà autoctone con grande cura delle vigne così come i loro padri avevano loro insegnato.
Adottano una filosofia green ed usano solo prodotti a base di zolfo e rame.
Attualmente gli ettari vitati in produzione sono 5 e le bottiglie annue tutte meticolosamente numerate sono 30.000, con un potenziale di 40.000, tenendo in considerazione l’intera gamma di vini (rossi, bianchi e rosati).
Alcune novità riguardano alcuni recenti impianti che andranno in produzione nel 2023 nonché l’ingresso nella “Produttori Etna Nord” di due ulteriori soci per cui tendenzialmente i margini di crescita potrebbero essere corposi. Uno degli obiettivi sarebbe quello di arrivare ad una produzione di 60.000 bottiglie in un paio di anni.
Nel 2023 usciranno con una Riserva Etna rosso contrada Feudo di Mezzo a Passopisciaro.
Infine l’accoglienza, che nel turismo d’èlite e sostenibile offerto da un agriturismo immerso nella vigna può vantare la presenza di comode camere, piscina e palmento (antiche presse per la vinificazione di inizio 800, castagno e pietra lavica ndr), totalmente originale e ben restaurato.
All’interno di questo locale, in un'”aura” ed un'”ambiance” che si fondono alla ricerca di un legame simpatetico tra la natura e gli stati d’animo umani, utile ed efficace per degustazioni di gruppi non troppo numerosi, con una cucina e sala ristorante per abbinamenti dei vini con pietanze locali.
Qui ci s’immerge in quell’atmosfera d’altri tempi, dove le dicotomie simmetriche tra interiorità ed esteriorità, spirito e materia, fenomeni qualitativi psichici e fenomeni quantitativi organici possono far finalmente ritrovare una pace e tranquillità che scende profondamente nel cuore.