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Scandalo nella sanità siciliana, quattro indagati per concorsi truccati e corruzione

la Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare nei confronti di tre professionisti della sanità siciliana e di una società di settore indagati a vario titolo, di corruzione e falsità ideologica e per quanto concerne la società dell’illecito amministrativo in relazione al reato di corruzione per l’esercizio della funzione

Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica, la Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare interdittiva emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania nei confronti di tre professionisti della sanità siciliana e di una società di settore indagati a vario titolo, di corruzione per l’esercizio della funzione e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici nonché, per quanto concerne la società, dell’illecito amministrativo in relazione al reato di corruzione per l’esercizio della funzione.

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Il provvedimento, emesso sulla base di indagini coordinate da questa Procura ed eseguite dal Servizio Centrale Operativo – Divisione Quarta – della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato e dalla Squadra Mobile – Unità Anti Corruzione – di Catania, si fonda su un’articolata attività investigativa, condotta sui contesti corruttivi interni alle strutture sanitarie.

Le investigazioni hanno consentito di evidenziare la sussistenza di un grave quadro indiziario, commisurato all’attuale fase delle indagini in cui il contraddittorio tra le parti non risulta instaurato in modo completo, relativamente alle condotte illecite che sarebbero state poste in essere dagli indagati Antonio Granata (Direttore dell’U.O.C. di Nefrologia e Dialisi dell’azienda ospedaliera “Cannizzaro” di Catania), e Giovanni Battaglia (Direttore dell’U.O.C. di Nefrologia e Dialisi del P.O. Santa Marta e Santa Venera di Acireale), rispettivamente nella qualità il primo di componente ed il secondo di presidente della commissione esaminatrice del concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di sei posti di dirigente medico di nefrologia indetto dall’A.S.P. di Catania il 18.9.2019, alterando i voti assegnati ai singoli elaborati in funzione della posizione in graduatoria che intendevano assicurare a taluni candidati e attestando falsamente, nei verbali redatti in occasione della procedura concorsuale, che i voti finali riportati dai singoli elaborati in relazione alle varie prove in cui si è articolata la procedura concorsuale, erano stati assegnati prima della individuazione dei nominativi dei candidati che li avevano redatti.

Le indagini eseguite hanno, poi, consentito di formulare l’accusa di corruzione in relazione a condotte che sarebbero state poste in essere dal dott. Granata, prescrivendo reiteratamente ai suoi pazienti integratori alimentari commercializzati dalla “MEDIFORM ITALIA s.r.l.” riconducibile a Mario Mancini, previo accordo con quest’ultimo e ricevendo indebitamente dallo stesso Mancini la promessa e la dazione di svariate somme di denaro pari a circa mille euro al mese commisurate alle dosi di parafarmaco prescritte dal medico ed effettivamente acquistate da pazienti.

Infine il medesimo Granata è indagato per il reato di falso ideologico perché, durante la nota emergenza sanitaria e all’esito della positività di un suo prossimo congiunto, avrebbe indotto in errore un dirigente medico e un coordinatore infermieristico in servizio presso l’Unità Operativa Complessa da lui diretta; in particolare attestava falsamente che il tampone rinofaringeo per la diagnosi del virus SARS – CoV – 2 fosse relativo a soggetto diverso dal prossimo congiunto effettivamente contagiato.

Battaglia e Granata sono stati sottoposti alla misura cautelare della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio di dirigente medico con l’interdizione esclusiva dall’attività di partecipazione a qualsiasi titolo alle procedure di esami e concorsi pubblici per otto mesi, mentre Mancini e la “Mediform Italia s.r.l. uninominale” al divieto di contrarre con la Pubblica Amministrazione per sei mesi.

 

 

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