Napoli, 22 ago. – “Al di là del numero dei contagiati, da gennaio a oggi è cambiata la carta d’identità del contagiato. Da gennaio a maggio il contagiato aveva un’età media tra i 60 e i 65 anni, era una persona fragile, aveva patologie cronico-degenerative, c’erano anche persone giovani ma comunque molto fragili, con patologie importanti. Oggi la carta d’identità è molto cambiata: siamo passati a una media di 34 anni”. Lo ha detto il direttore sanitario dell’Istituto nazionale malattie infettive ‘Spallanzani’ Francesco Vaia, nel corso di un incontro-dialogo sul Covid-19 nella Sala delle Colonne di Vico Equense (Napoli).
“Oggi – ha aggiunto Vaia – il contagiato, non il paziente, è una persona prevalentemente giovane, che torna da un altro Paese o da un’area geografica italiana precisa come la Sardegna. Questi giovani oggi sono i diffusori del contagio e sono quelle persone che paradossalmente, pur essendo asintomatici o pochissimo sintomatici, possono essere pericolosi per coloro che hanno invece dei problemi. Il rischio in questo momento è che questi giovani, dopo essere stati molto attenti alle procedure, se in questa fase non dovessero rigidamente autoisolarsi fiduciariamente, possono diventare pericolosi per i propri genitori e per i propri nonni”.
(Adnkronos)