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Archeologia: nuove scoperte dagli scavi di Agrigento e Contessa Entellina

Missioni archeologiche della Scuola Normale di Pisa in Sicilia

Due campagne di scavo della Scuola Normale di Pisa si sono svolte a settembre e ottobre in Sicilia, nella Valle dei Templi di Agrigento e a Rocca d’Entella (Contessa Entellina, in provincia di Palermo), con importanti acquisizioni che aprono ulteriori prospettive di ricerca sulla Sicilia antica e medievale.

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Le ricerche ad Agrigento si sono svolte sotto l’egida del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi e con la direzione scientifica di Gianfranco Adornato. Si trattava della quarta campagna di scavo-scuola, condotta sul terreno da allievi e allieve seniores, e ha riguardato non solo il tempio D e l’altare, ma anche l’area del cosiddetto torrione, dove da circa venti anni è stato portato alla luce un manufatto di non semplice interpretazione e definizione cronologica.

 

Attraverso il saggio praticato a occidente dell’edificio templare sono stati resi visibili l’attività cantieristica per la costruzione dello stereobate, le fondazioni poderose del tempio. Dall’altare sono rinvenuti materiali ceramici e statuette fittili, tra cui spicca il braccio piegato e sollevato di una figura interpretabile come Atena Promachos (combattente), che si aggiunge alla testina fittile di Atena con elmo e del braccio con egida rinvenuti durante la campagna del 2022.

 

 

La quarta campagna di scavo-scuola è stata caratterizzata dalla seconda edizione della summer school del network europeo ‘Eelisa’, e ha visto intervenire docenti e studenti dell’Universidad Politécnica de Madrid, dell’Istanbul Technical University, dell’Università di Amsterdam, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, oltre a quelli della Scuola Normale: il gruppo di ricerca di Upm ha presentato i nuovi modelli dell’area del tempio D realizzati con il drone e il laser scanner, che garantiscono un diverso grado di accessibilità e fruibilità dell’area monumentale grazie alle moderne tecnologie. Ancora una volta, il Parco si è dimostrato antesignano su questioni molto attuali dell’archeologia pubblica, sulla valorizzazione dell’area archeologica e del museo, in una prospettiva comparata e mediterranea.

Anche la campagna del 2023 condotta nell’ambito della convenzione con il Parco Archeologico di Segesta dal laboratorio Saet a Rocca d’Entella (Contessa Entellina, PA) – sotto la direzione scientifica di Anna Magnetto e Maria Cecilia Parra (Università di Pisa) – si è conclusa con successo, con importanti nuove acquisizioni e conferme di ipotesi precedenti.

Le attività – che come sempre hanno coinvolto anche numerosi studenti della Normale, oltre a tirocinanti delle Università di Pisa, Firenze e Padova – si sono svolte dall’11 al 30 settembre e si sono avvalse del supporto logistico e finanziario del Comune di Contessa Entellina e dell’Azienda Vitivinicola Donnafugata srl.

 

In particolare è proseguita l’indagine nel vallone orientale della Rocca, che ha portato alla luce ulteriori contesti e materiali connessi ad attività di culto, tra cui una grande vasca/pozzo scavata nella roccia (per uso votivo?), dal cui riempimento vengono anche alcuni oggetti in bronzo di pregevole fattura. Lo scavo nel settore a Nord-Ovest del complesso medievale di q. 542 ha interessato l’area antistante agli edifici di epoca protoellenistica messi in luce nelle precedenti campagne, e ha confermato la sequenza delle fasi costruttive e abitative. Si sono anche messe in luce nuove strutture murarie, in grandi blocchi di gesso, che si integrano nella planimetria del complesso architettonico che sta prendendo forma. Il previsto restauro della laminetta in piombo inscritta, rinvenuta arrotolata e coperta da una coppetta capovolta vicino alla fondazione di uno dei muri individuati quest’anno, potrà forse dirci di più sulla funzione del complesso edilizio e dell’intera area.

L’area è stata frequentata anche nel Medioevo, come testimonia da una parte un silos per cereali scavato nella roccia – di un tipo frequente nella valle del Belice -, dall’altra una sepoltura di rito islamico, di cui si attende la datazione radiometrica per collocarla correttamente nel contesto delle vicende dell’Entella medievale.

 

 

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