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Gara per la messa in sicurezza centro abitato di Alcara Li Fusi

Il rischio idrogeologico che incombe sul centro abitato di Alcara Li Fusi, nel Messinese, è un problema antico che si trascina dagli anni Ottanta

Il rischio idrogeologico che incombe sul centro abitato di Alcara Li Fusi, nel Messinese, è un problema antico che si trascina dagli anni Ottanta. Dopo decenni di attesa, la Struttura commissariale contro il dissesto idrogeologico, che fa capo al presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, ha pubblicato il bando di gara da un milione di euro per gli interventi necessari alla messa in sicurezza del paese. La scadenza per la presentazione delle offerte è fissata al 2 febbraio 2023.

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Una soluzione a cui gli uffici di Piazza Ignazio Florio, guidati da Maurizio Croce, sono giunti partendo dalla progettazione esecutiva già curata dall’Amministrazione comunale, e individuando i fondi necessari a finanziare e appaltare un’opera che ora potrà finalmente partire.

«Il nostro primo obiettivo – sottolinea il governatore Schifani – è la tutela dell’incolumità dei cittadini, nella consapevolezza che esistono zone dell’Isola che, più di altre, necessitano di manutenzione straordinaria e di azioni utili a preservare il territorio e a metterlo in sicurezza».

L’intervento per consolidare il costone roccioso che sovrasta il centro abitato di Alcara Li Fusi, nella zona circonvallazione nord, riguarda il versante oggi maggiormente esposto alla caduta di massi, nel tratto compreso tra le contrade Baratta e Stella. È proprio qui che si sono registrati gli episodi più numerosi di distacchi di blocchi lapidei che hanno raggiunto gli edifici a valle, tra le vie Francesco Crispi e Don Cusmano, causando danni notevoli a infrastrutture e reti di servizi. Nell’area di progetto, tra l’altro, si trova il serbatoio cittadino che alimenta l’intero abitato e che, allo stato attuale, risulta privo di qualsiasi protezione.

 

L’intervento prevede, in via preliminare, la rimozione degli ammassi rocciosi instabili e l’installazione di barriere paramassi, oltre all’imbragaggio dei blocchi di grossa volumetria. In una seconda fase, verranno predisposte opere di consolidamento di varia tipologia e a basso impatto ambientale.

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