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Palermo: processo stupro di gruppo, parte civile sette associazioni e il Comune

Lo ha deciso la gup Cristina Lo Bue che ha letto l'ordinanza in aula, udienza a porte chiuse

Sono sette le associazioni, oltre al Comune di Palermo, ammesse come parte civile nel processo per il presunto stupro di gruppo al Foro Italico di Palermo avvenuto nel luglio del 2023. Lo ha deciso il gup Cristina Lo Bue nel corso dell’udienza preliminare, ancora in corso, a porte chiuse. Sono sei gli imputati, un settimo ragazzo che all’epoca dei fatti era ancora minore. Sono Angelo Flores, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia, Samuele La Grassa, Elio Arnao, tutti in carcere. In due hanno rinunciato all’udienza.

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Ecco le associazioni che hanno chiesto di costituirsi parte civile e che sono state ammesse: Associazione Millecolori onlus, rappresentata dall’avvocata Federica Prestidonato, associazione nazionale Donne in rete contro la violenza, rappresentata dall’avvocata Elvira Rotigliano, Associazione ‘Le Onde’, rappresentata dall’avvocata Maddalena Gairdina, ‘Biblioteca delle Donne centro di consulenza’, sempre con avvocata Maddalena Giardina. E ancora: ‘Associazione Insieme a Marianna Aps’ con l’avvocata Alessandra Inguaggiato, l’Associazione contro tutte le violenze, rappresentata dall’avvocata Cinzia Manzella e l’Associazione femminile ‘La Casa di Venere’ con l’avvocata Roberta Anselmi.

Escluse, invece, l’Associazione ‘Emily’ e ‘Mezzocielo’, rappresentate dall’avvocata Claudia Lombardo, e Associazione Mete Aps, rappresentata dall’avvocato Alì Listi Maman e Giuseppe Centineo. Ammesso come parte civile anche il Comune di Palermo rappresentato dall’avvocata Roberta Saetta. Sempre oggi la difesa degli imputati, come si apprende, chiederà il rito abbreviato condizionato per i sei imputati. Sarà il giudice a decidere.

La difesa dei sei imputati del procedimento per il presunti stupro di gruppo al Foro Italico di Palermo del luglio 2023 su una ragazza di 19 anni, chiede di produrre dei documenti ma la giudice per le udienze preliminari Cristina Lo Bue, come apprende l’Adnkronos, ha rigettato la richiesta “stante la tardività della richiesta”. In particolare, la difesa dei sei imputati, ha chiesto al gup Lo Bue l’ammissione dell’analisi dello smartphone della presunta vittima, cioè un report sul telefono della giovane, e la produzione di una consulenza psicologica di una professionista sempre sulla presunta vittima. ma la gup ha rigettato le richieste dei difensori.

 

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