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Maxi blitz antidroga a Palermo, 31 arresti, giro d’affari da 500mila euro annui

Carabinieri smantellano tre gruppi criminali, da Ballarò lo stupefacente arrivava in tutta la città

Palermo, 6 dic. (Adnkronos) – Maxi operazione antidroga dei carabinieri a Palermo. Trentuno le misure cautelari (8 in carcere e 23 ai domiciliari) per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e spaccio di sostanze stupefacenti, emesse dal gip del capoluogo siciliano su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia ed eseguite all’alba. Un giro d’affari, quello scoperto dagli investigatori dell’Arma con l’operazione ‘Pandora’, da circa 500mila euro su base annua. L’indagine, condotta tra il 2019 e il 2020 dai militari della Compagnia di San Lorenzo, coordinati dal procuratore aggiunto, Salvatore De Luca, ha fatto luce sull’esistenza di tre gruppi criminali, strettamente interconnessi e dediti al traffico di sostanze stupefacenti, che si sarebbero riforniti nel quartiere Ballarò.

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Da qui poi la droga arrivava sulle piazze di Partanna Mondello, Borgo Nuovo e San Giovanni Apostolo (ex Cep), ma anche nei quartieri più centrali della città. I tre gruppi criminali, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, erano strettamente legati tra di loro da “reciproci rapporti di fornitura e collaborazione”, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà nell’approvvigionamento della droga, così da “assicurare sempre l’operatività delle compagini”. Nel corso delle indagini 13 persone sono già state arrestate in flagranza di reato, 6 sono state segnalate alla locale Prefettura quali acquirenti e sono stati sequestrati circa 12 chili di droga e circa 2.000 euro in contanti.

Lo spaccio avveniva a casa ma anche su piazza e tra le basi operative c’era pure una macelleria. E’ uno dei retroscena dell’operazione antidroga ‘Pandora’ dei carabinieri di Palermo che hanno dato esecuzione a 31 misure cautelari (8 in carcere e 23 agli arresti domiciliari) per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e spaccio di sostanze stupefacenti. L’indagine dei militari della Compagnia di Palermo San Lorenzo, scattata nel 2019 e andata avanti per due anni, ha fatto luce su tre gruppi criminali, strettamente interconnessi e dediti al traffico di sostanze stupefacenti, che si sarebbero riforniti nel quartiere Ballarò per poi smerciare le sostanze stupefacenti principalmente nelle zone di Partanna Mondello, Borgo Nuovo e San Giovanni Apostolo (ex Cep), con ramificazioni anche nei quartieri più centrali della città.

Gli indagati avrebbero utilizzato i rispettivi appartamenti per effettuare le cessioni al dettaglio e pusher per estendere l’attività di vendita anche in strada. Un gruppo avrebbe adottato un metodo ‘itinerante’ di contatto e vendita all’ingrosso sull’intero territorio palermitano, in particolare nel centro città, nonché in favore di spacciatori provenienti da altre province. Le riunioni per decidere le strategie dell’organizzazione e per lo stoccaggio e la lavorazione della droga avvenivano in magazzini, appartamenti ed esercizi commerciali. In particolare, in una macelleria riconducibile a uno degli arrestati, spiegano gli investigatori dell’Arma, “anche tramite i macchinari utilizzati nella quotidianità per la lavorazione e il commercio dei prodotti di origine animale, sarebbero state smistate grosse quantità di droga”.

Un fenomeno pervasivo, quello dello spaccio di droga, a cui i carabinieri contrappongono “una incessante e concreta attività di contrasto che si articola su diverse direttrici di intervento: azione preventiva svolta con il controllo del territorio di Stazioni e Nuclei radiomobili; opera informativa per la capillare diffusione della cultura della legalità con lo svolgimento di numerosi cicli di conferenze ai ragazzi e di incontri in aree ‘critiche’ da parte di ufficiali e sottufficiali; manovra repressiva, ideata sulla base della profonda conoscenza del territorio da parte delle Compagnie e posta poi in essere attraverso continue indagini, coordinate dall’autorità giudiziaria, da tutti i reparti investigativi operanti nella provincia di Palermo”, spiegano dal Comando provinciale dei carabinieri.

Quattro operazioni, 112 misure cautelari e un giro d’affari, su base annua, stimato in circa 3 milioni di euro.E’ il bilancio dell’attività di contrasto al fenomeno dello spaccio di droga a Palermo eseguita dai carabinieri del Comando provinciale, su delega della locale Direzione distrettuale antimafia, solo negli ultimi 35 giorni. Il 2 novembre scorso allo Sperone i militari della Compagnia San Lorenzo hanno smantellato un’organizzazione fondata su tre famiglie, svelando il ruolo di primo piano svolto dalle donne. Madri e mogli, che non solo curavano i rapporti con i fornitori, ma tenevano anche la contabilità delle piazze di spaccio con baby pusher impegnati a smerciare la droga anche davanti la scuola.

A distanza di poco più di 20 giorni, il 23 novembre scorso, nuovo blitz, questa volta nello storico mercato della Vucciria: 11 misure cautelari, tra cui 7 arresti. Un’indagine condotta dai militari della Compagnia di Piazza Verdi e scattata in piena pandemia che ha svelato come lo spaccio non abbia subito uno stop neppure durante il lockdown. Infine, il 30 novembre scorso a Passo di Rigano i carabinieri della Compagnia di Monreale hanno fatto scattare 12 arresti, svelando come lo spaccio fosse l’unica fonte di sostentamento per intere famiglie, in grado di assicurare ai loro clienti un servizio h24. Centinaia di cessioni di droga che avvenivano pure nella villetta comunale davanti la scuola media del quartiere. Oggi l’ultimo blitz con 31 arresti. “L’operazione odierna conferma – spiegano gli investigatori dell’Arma – la fortissima pervasività del fenomeno dello spaccio di stupefacenti in diverse aree della città”.  Nel corso delle diverse operazioni, inoltre, 62 persone sono state già state arrestate in flagranza di reato e 32 denunciate in stato di libertà; sono stati sequestrati 16 chili di droga e 500 dosi; recuperati 8mila euro in contanti ritenuti provento dell’attività di spaccio e segnalate alla Prefettura, quali acquirenti, 107 persone.
(Adnkronos)

 

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