Palermo, 22 feb. (Adnkronos) – ”E’ stato delineato, sulla base degli elementi acquisiti allo stato delle indagini, un quadro esteso di possibili reati contro la pubblica amministrazione, posti in essere nell’ambito di una gestione privatistica dell’azienda, che appare contraria alle procedure che dovrebbero orientare l’operatività di un organismo pubblico, a totale controllo regionale”. A dirlo è il colonnello Gianluca Angelini, comandante del nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Palermo, dopo l’operazione ‘Gomme lisce’ che ha svelato uno spaccato di corruzione e reati contro la pubblica amministrazione all’Ast, società interamente partecipata dalla Regione siciliana che svolge il servizio di trasporto pubblico locale, sia a livello urbano che interurbano.
Sedici in tutto gli indagati, per nove sono state disposte misure cautelari: ai domiciliari è finito Andrea Ugo Enrico Fiduccia, direttore generale dell’Ast, altri otto, sono destinatari di misure interdittive della durata di un anno. Sono accusati a vario titolo corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, falsità ideologica in atto pubblico, frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata ai danni dello Stato. ‘
‘Impegno preciso della Guardia di Finanza è la tutela dei bilanci degli enti pubblici al fine di evitare usi distorti di risorse che incidono negativamente anche sulla qualità dei servizi forniti ai cittadini”, conclude il colonnello Angelini.
Le indagini della Guardia di Finanza diPalermo, Nucleo di polizia economico finanziaria, che all’alba hanno portato all’arresto del direttore generale dell’Ast, l’azienda siciliana trasporti partecipata dalla Regione Siciliana, Andrea Fiduccia, e all’interdizione di altri 8 fra dirigenti e imprenditori, hanno fatto emergere anche truffe e frodi per oltre 9 milioni di euro.Secondo la Procura di Palermo, che coordina l’inchiesta, sarebbe emersa un’ipotesi di truffa aggravata in danno dell’azienda pubblica commessa dai referenti della società aggiudicataria del servizio di bigliettazione elettronica, del valore complessivo di 3,2 milioni di euro, attraverso l’utilizzo di documentazione falsa per di simulare il possesso dei requisiti previsti nel bando.
Una seconda frode riguarderebbe le pubbliche forniture ovvero i lavoratori a tempo determinato forniti da un’agenzia di lavoro interinale aggiudicataria dell’appalto del valore complessivo di 6 milioni di euro. Da quanto ricostruito dai finanzieri, le assunzioni sarebbero state influenzate da logiche di natura politica e non dalle effettive necessità aziendali.