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Campofelice di Roccella, si affidano i lavori per recuperare contrada Acquacanna

Nel versante teatro dell'intervento dovrà anzitutto essere realizzato un sistema di canalizzazione

Il nome, Acquacanna, dice già tutto. A Campofelice di Roccella, nel Palermitano, un’intera area di quasi due ettari, un tempo adibita a Parco urbano, è tormentata da circa quindici anni da infiltrazioni d’acqua sotterranee che l’hanno resa invivibile. C’erano anche un anfiteatro e una serie di stradelle: tutto cancellato dai continui movimenti franosi che, in questa zona scoscesa, si diramano fino quasi a lambire la statale 113. L’azione di recupero che finalmente potrà essere intrapresa è merito dell’Ufficio contro il dissesto idrogeologico che fa capo al governatore della Sicilia Nello Musumeci. Prima il necessario finanziamento – un milione e 400 mila euro – adesso la pubblicazione della gara da parte degli uffici di piazza Ignazio Florio, diretti da Maurizio Croce. Per tentare di aggiudicarsi i lavori bisognerà presentare le offerte per via telematica entro il prossimo 3 novembre.

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Nel versante teatro dell’intervento, sovrastato da quello che viene definito il “belvedere dei tramonti”, dovrà anzitutto essere realizzato un sistema di canalizzazione in grado di convogliare correttamente le acque piovane, ma anche quelle provenienti dai vicini torrenti. Soltanto in tal modo sarà possibile arrestare le dispersioni che tanti danni hanno provocato fino a oggi. Prevista, inoltre, la costruzione, a valle, di una grande paratia di contenimento. Sarà, infine, demolita tutta la pavimentazione esistente e verrà sostituita con battuto naturale, in modo da alleggerire il terreno.

L’obiettivo è quello di recuperare questa ampia fascia di territorio cittadino, renderlo sicuro e restituirlo alla comunità. Le opere di consolidamento serviranno, tra l’altro, a salvaguardare le abitazioni sparse a valle e che, prima o poi, potrebbero essere interessate dalla frana, ma anche a proteggere due importanti arterie stradali: la 113, appunto, e la provinciale 9, che si trova a monte e che costituisce l’unico collegamento con i paesi interni delle Madonie.

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