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Amap: da prossima settimana stop acqua per 5mila clienti morosi

PALERMO – Ultimi giorni per i palermitani per mettersi in regola con i pagamenti ad Amap ed evitare che l’azienda proceda allo stop dell’erogazione dell’acqua. Dalla prossima settimana partiranno gli interventi presso le prime utenze, circa 5.000 fra Palermo e provincia, di quei clienti che nonostante diversi tentativi bonari e richiami formali hanno scelto di non saldare i propri debiti con l’azienda che, nel caso di alcuni condomini o utenze commerciali, hanno importi a cinque zeri. Fra i morosi per i quali si procederà al distacco delle utenze anche alcune centinaia di eredi o nuovi proprietari degli immobili che non hanno effettuato né voltura né il pagamento delle fatture intestate ai precedenti titolari.

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“Andando anche oltre i tempi di attesa e le procedure bonarie previste dalla normativa – spiega l’amministratore di Amap Alessandro Di Martino – abbiamo cercato di evitare che si arrivasse a misure drastiche che non faranno altro che arrecare disagi ai cittadini e aumentare le spese, anche legali, che dovranno sostenere”. Nei mesi scorsi Amap, seguendo le procedure previste dall’Arera, ha avviato le operazioni di recupero dei crediti rivolte a circa 50mila utenti (su un totale di circa 220mila utenze complessive servite da Amap).

 

Fra questi spiccano circa 8.000 “grandi morosi” che, con una media pro-capite di oltre 6.500 euro di debiti, devono complessivamente all’azienda oltre 51 milioni. Alcune migliaia di utenti hanno regolarizzato la loro posizione o saldando il debito o concordando un piano di rateizzazione fino a 36 mesi, con un incasso complessivo per l’azienda pari, ad oggi, ad oltre 12 milioni sugli oltre 50 già contestati. Molti invece non hanno però risposto al sollecito dell’azienda, scegliendo di non pagare. Fra i morosi anche alcuni enti pubblici per i quali non si può effettuare il distacco idrico “ma nei confronti dei quali – spiega Di Martino – avvieremo ora le operazioni di riduzione del flusso ove possibile e, in ogni caso di recupero coatto delle somme, come già avvenuto in passato in situazioni simili. Una scelta purtroppo obbligata, che in ultima analisi porterà solo un maggior danno economico per le casse di questi enti. Quello che è certo è che non possiamo non intervenire con risolutezza, perché è nostro dovere tutelare le finanze dell’azienda, che vuol dire tutelare la qualità del servizio che eroghiamo agli utenti”.

 

 

 

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