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Teatro Massimo Bellini, undici recite ‘sold out’ per ‘Le nozze di Figaro’

È autentica ‘mozartmania’ per il nuovo allestimento de Le nozze di Figaro, realizzato dal Teatro Massimo Bellini per la stagione lirica e adattato, al contempo, per l’innovativo progetto dedicato alla scuola, in particolare la primaria e secondaria di primo grado

È autentica ‘mozartmania’ per il nuovo allestimento de Le nozze di Figaro, realizzato dal Teatro Massimo Bellini per la stagione lirica e adattato, al contempo, per l’innovativo progetto dedicato alla scuola, in particolare la primaria e secondaria di primo grado.
Il celeberrimo titolo di Amadeus si fa così in due: alla versione classica originale proposta nel cartellone di opere e balletti, il “Bellini” abbina quella predisposta per l’utenza scolastica. Sette rappresentazioni serali o pomeridiane (dal 25 febbraio al 5 marzo) nel primo caso, quattro mattutine (28 febbraio e 1, 2, 3 marzo) nel secondo, e tutte già sold out, per un totale di undici recite e circa undicimila presenze che affluiranno nella maestosa sala del Sada per assistere all’opera buffa in quattro atti musicata da Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte, tratto a sua volta dalla commedia La folle Journée, ou le Mariage de Figaro del drammaturgo e polemista francese Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais.

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L’iniziativa è stata presentata in data odierna nel foyer del teatro alla presenza di una folta rappresentanza della stampa. L’elegante produzione, che vede in campo l’orchestra, il coro e i tecnici del Teatro Massimo Bellini, sarà arricchita dalla partecipazione di artisti di chiara fama. La messinscena porta infatti la firma di Michele Mirabella, autorevole regista, autore e attore di teatro, radio, cinema e televisione, nonché docente, saggista e giornalista. Sul podio Beatrice Venezi, tra le poche bacchette femminili al mondo chiamate a dirigere orchestre a livello internazionale, e perciò segnalata dal Corriere della Sera tra le 50 donne dell’anno 2017, mentre nel 2018 Forbes l’ha inserita tra i 100 giovani leader del futuro sotto i 30 anni. A Beatrice Venezi subentrerà, nelle recite per le scuole, il maestro Giulio Plotino, rinomato direttore e violinista.

Nei principali ruoli vocali si alterneranno nomi di vaglia, quali – volendo qui seguire l’ordine dello spartito – i baritoni Luca Bruno e Clemente Antonio Daliotti (Conte di Almaviva), i soprani Desirée Rancatore, stella della lirica internazionale, ed Elisa Verzier (Contessa di Almaviva), un’altra coppia di soprani, Cristin Arsenova ed Elisa Balbo (Susanna, cameriera della Contessa), i bassi Gabriele Sagona e Christian Federici (Figaro, cameriere del Conte), i mezzosoprani Albane Carrère, Sabrina Messina e Sonia Fortunato (Cherubino, paggio del Conte). Completano il cast Federica Giansanti (Marcellina, governante), Luciano Leoni e Andrea Tabili (Don Bartolo, medico di Siviglia), Saverio Pugliese (Don Basilio, maestro di musica), Pietro Picone (Don Curzio, giudice), Federica Foresta e Silvia Caliò (Barbarina, figlia di Antonio), Alessandro Busi (Antonio, giardiniere del Conte e zio di Susanna). Scene e costumi sono di Cappellini/Licheri; il coro è affidato alla sapiente cura del maestro Luigi Petrozziello. Ultimo, ma non meno importante: gli studenti saranno guidati dalla voce narrante dell’attore Gino Astorina, beniamino del pubblico non solo siciliano.

L’affluenza che sarà registrata alle Nozze si pone sulla scia dei ripetuti “tutto esaurito” che premiano da qualche stagione l’eccellenza del Bellini, frutto di un intenso impegno di tutta la macchina del teatro: dal progetto artistico-culturale alla qualità delle maestranze, dalla programmazione impaginata dal direttore artistico Fabrizio Maria Carminati al supporto amministrativo coordinato dal Grand’Ufficiale Luigi Albino Lucifora, dalla promozione e comunicazione fino all’efficace rapporto stretto con i gangli vitali del territorio, come sottolinea il sovrintendente Giovanni Cultrera di Montesano: “Proponiano una produzione importante che conferma il rilancio internazionale del Bellini e lo accredita come uno dei pochi teatri in controtendenza, ossia un’azienda culturale che si è dimostrata in grado di approdare rapidamente alla fase postpandemica con numeri eccezionali di spettatori e un notevole volume di produzioni, aggiudicandosi al contempo il consenso della critica. Altrettanto degno di rilievo è che per la prima volta l’ente lirico etneo abbia realizzato in maniera organica un progetto per la scuola rivolto ai giovanissimi, bambini e preadolescenti, per introdurli nel magico mondo dell’opera, con il valore aggiunto di accoglierli nella suggestiva atmosfera di uno dei teatri più belli del mondo. È un’operazione che va oltre l’attività di formazione e assume il valore di una vera e propria epifania, alla scoperta della bellezza più sublime: un’esperienza grazie alla quale i ragazzi avranno modo di accostarsi ai profondi messaggi insiti nel melodramma e conosceranno il vero valore dell’amore, della pace, della fratellanza e del rispetto; conosceranno la vita. Perché il teatro musicale tratta temi affatto obsoleti e pone interrogativi che da sempre agitano l’animo umano e perciò di grande attualità”.

Viva è altresì la soddisfazione del commissario straordinario Daniela Lo Cascio: “La stagione lirica procede con un riscontro molto positivo di contenuti e presenze, risultato possibile grazie alla risanata gestione e alla triennalità del finanziamento assicurato dall’amministrazione regionale. Ciò consente di guardare finalmente al futuro con fiducia e lungimiranza. Abbiamo voluto perciò creare un ponte tra gli adulti e le future generazioni di spettatori: il medesimo, sontuoso allestimento scenico verrà fruito sia dal pubblico della stagione lirica, sia da scolari e studenti, per i quali è stato approntato un adattamento ad hoc, che consentirà loro di addentrarsi più facilmente tra le pieghe di un capolavoro assoluto, attingendo al linguaggio universale della musica attraverso il genio mozartiano”.

E stupefacente resta il magistero del Salisburghese nella perfetta compenetrazione tra parole e note. “Il mio lavoro – spiega il regista Michele Mirabella – è stato quello di armonizzare l’interpretazione del canto con la recitazione ‘intenzionalmente’ attoriale. Il linguaggio è la vera rivoluzione del Mariage contro il pregiudizio, la convenzione e l’oscurantismo, come afferma una rigogliosa letteratura critica. Musica e libretto autorizzano a ribadire, nella messinscena, il tramonto dell’opera buffa di diretta emanazione dalla Commedia dell’arte, con i suoi stereotipi ossessionanti, ma salvando l’interpretazione studiata dei cantanti, il repertorio scenico e la cura della recitazione. L’azione nelle Nozze risulta così armoniosa quanto l’ispirazione musicale che la racconta”.

Composto fra l’ottobre del 1785 e l’aprile del 1786, Le nozze di Figaro è il primo titolo della trilogia nata della collaborazione con il librettista italiano Lorenzo da Ponte: una sinergia che, com’è noto, avrebbe dato vita ad altre due opere capitali, Don Giovanni e Così fan tutte. Non risultò facile al musicista far passare la sua idea di creare un’opera buffa dal soggetto concepito da Beaumarchais nel 1778 e portato sulle scene nel 1784, evidente critica alla nobiltà che da lì a poco avrebbe dovuto soccombere alla Rivoluzione. Il Nostro lavorò inizialmente alla partitura in segreto, perché Giuseppe II aveva vietato la rappresentazione di una commedia che puntava il dito contro le differenze tra le classi sociali. Ma Mozart e Da Ponte vinsero le resistenze imperiali eliminando i riferimenti politici più palesi e puntando sulla verve e la comicità del plot, a sua volta facente parte di un’altra celebrata trilogia che l’illuminista d’oltralpe aveva incentrato sull’evoluzione del personaggio di Figaro, un percorso aperto con Il barbiere di Siviglia (di cui Le nozze sono il sequel) e concluso con il dramma morale La Mère coupable, che sarà musicato da Darius Milhaud nel 1964.

Le nozze di Figaro debuttarono al Burgtheater di Vienna il primo maggio 1786, con un cast stellare che annoverava Nancy Storace, Francesco Benucci, Luisa Laschi Mombelli e Stefano Mandini. Arcinota è la trama in cui si narra di come lo sveglio barbiere – che qualche anno prima aveva favorito le nozze tra il conte Almaviva e l’ormai contessa Rosina – sia passato al servizio del fedifrago aristocratico, pronto ad ospitarlo nel suo castello ma anche ad insidiare Susanna, che di Figaro è la promessa sposa: un intrigo complicato da una scia di personaggi vecchi e nuovi, tra cui impazza l’adolescente Cherubino, che scompiglia le carte, infuocato com’è d’amore per tutte le belle donne, in primo luogo la Contessa. Ed ecco che l’azione si fa musica e la musica azione. Dalla incandescente Sinfonia iniziale è un susseguirsi di arie e cori, duetti e insiemi che rapiscono per la raffinatissima costruzione e la perfetta adesione emozionale. Se l’accoglienza alla prima fu strepitosa, seguì tuttavia un declino altrettanto rapido e duraturo. Il successo riservato il 17 novembre dello stesso anno all’opera di Vicente Martín y Soler Una cosa rara (su libretto sempre di Da Ponte) oscurò infatti quello delle Nozze, all’epoca troppo innovative per la valenza così determinante che la musica riveste nella configurazione della drammaturgia, richiedendo peraltro una notevole varietà di stili al fine di caratterizzare eventi e stati d’animo. La simbiosi che univa Mozart e Da Ponte fu in ciò esemplare: se il primo era all’epoca l’operista maggiormente vocato a esaltare la capacità drammaturgica della musica di tradursi in azione, il secondo costituiva indubbiamente il librettista più indicato a declinare in scene e versi le esigenze del compositore, senza penalizzare la componente letteraria. Oggi sembra incredibile che il pubblico coevo sia rimasto così disorientato e che solo in età romantica sia stata riconosciuta alle Nozze la valenza di pietra miliare della Storia della musica, in grado di esercitare sugli appassionati un richiamo irresistibile, come conferma l’attesa per la messinscena catanese. Info: teatromassimobellini.it

 

Le nozze di Figaro

Opera buffa in quattro atti su libretto di Lorenzo Da Ponte
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart

ll Conte di Almaviva, grande di Spagna Luca Bruno, Clemente Antonio Daliotti
La Contessa di Almaviva Desirée Rancatore, Elisa Verzier
Susanna, cameriera della Contessa Cristin Arsenova, Elisa Balbo
Figaro, cameriere del Conte Gabriele Sagona, Christian Federici
Cherubino, paggio del Conte Albane Carrère, Sabrina Messina, Sonia Fortunato
Marcellina, governante Federica Giansanti
Don Bartolo, medico di Siviglia Luciano Leoni, Andrea Tabili
Don Basilio, maestro di musica Saverio Pugliese
Don Curzio, giudice Pietro Picone
Barbarina, figlia di Antonio Federica Foresta, Silvia Caliò
Antonio, giardiniere del Conte e zio di Susanna Alessandro Busi

 

Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Massimo Bellini

Direttore Beatrice Venezi

Regia Michele Mirabella

Scene e costumi Cappellini/Licheri

Maestro del coro Luigi Petrozziello

 

Regista collaboratore Daniela Zedda
Direttore degli allestimenti scenici Arcangelo Mazza
Assistente ai costumi Giovanna Giorgianni

Allestimento del Teatro Massimo Bellini

 

Turni
Sabato 25 febbraio 2023 ore 20:30 A
Domenica 26 febbraio 2023 ore 17:30 S2
Martedì 28 febbraio 2023 ore 20:30 B
Mercoledì 1 marzo 2023 ore 17:30 S1
Giovedì 2 marzo 2023 ore 17:30 C
Venerdì 3 marzo 2023 ore 17:30 R
Domenica 5 marzo 2023 ore 17:30 D

 

Progetto per le scuole primarie e secondarie di primo grado

Direttore d’orchestra Giulio Plotino
Voce narrante Gino Astorina

Rappresentazioni
Martedì 28 febbraio 2023 ore 11:00
Mercoledì 1 marzo 2023 ore 11:00
Giovedì 2 marzo 2023 ore 11:00
Venerdì 3 marzo 2023 ore 11:00

 

BOTTEGHINO
Piazza Vincenzo Bellini
botteghino@teatromassimobellini.it
Tel. +39 095/7306135

In foto di copertina da sx: Gino Astorina,  Desirée Rancatore,  Beatrice Venezi, Giovanni Cultrera di Montesano,  Daniela Lo Cascio, Luigi Albino Lucifora. Caterina Andò,  Fabrizio Maria Carminati 

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