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Presidente ordine avvocati : Avvocatura vuole dare contribuito di concretezza

È agevole rilevare che gli auspicabili risultati non possono essere conseguiti, attraverso l’introduzione di riforme che, nel momento stesso in cui vengono applicate, ispirano o postulano nuove riforme, piccoli innesti e ulteriori modifiche. Metodo questo che evoca la realizzazione di una ‘tela di Penelope’. Lo ha detto il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Catania Antonino Guido Distefano

“L’Avvocatura vuole offrire un contributo di concretezza, scevro da pregiudizi e rivendicazioni di categoria, mi soffermerò su alcune specifiche questioni, prendendo le mosse dallo stato delle riforme avviate in questi anni e su quelle annunciate. È agevole rilevare che gli auspicabili risultati non possono essere conseguiti, attraverso l’introduzione di riforme che, nel momento stesso in cui vengono applicate, ispirano o postulano nuove riforme, piccoli innesti e ulteriori modifiche. Metodo questo che evoca la realizzazione di una ‘tela di Penelope’. Lo ha detto il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Catania Antonino Guido Distefano, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2024.

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“Di certo – aggiunge- non è pensabile immaginare, come si è fatto con la riforma in materia penale, di ridurre la mole di sopravvenienze limitando le possibilità di impugnazione, perché tutto ciò inevitabilmente conduce a un sistema che penalizza i più deboli, con l’altrettanto inevitabile risultato di rendere sempre più lontano il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge”.

“Con lo stesso disfavore – osserva- va letto il generalizzato ricorso alla trattazione scritta nel processo civile, che pure aveva avuto alcuni aspetti positivi, in relazione a udienze nelle quali poteva ritenersi utile tale modalità e, di norma, non determinante la trattazione in presenza. Abbiamo sempre affermato che dietro ogni fascicolo vi sono uomini e donne che agiscono per la tutela di diritti, spesso fondamentali, ma sembra che sia ormai loro precluso accedere alla presenza di chi li deve giudicare”. “Non posso esimermi, infine -sottolinea il presidente del Coa Catania- dal trattare il tema dell’edilizia giudiziaria nel Distretto, consapevole che la questione viene posta all’attenzione ogni anno e che si cerca di ovviare alle molteplici carenze mediante una fattiva e proficua collaborazione con gli uffici giudiziari.

 

La cittadella giudiziaria, quantomeno a Catania, potrà determinare un punto di svolta. Tuttavia, oggi non può sottacersi che gli Avvocati incontrano esasperanti difficoltà connesse ai limiti strutturali e logistici degli Uffici Giudiziari”. “Le sedi giudiziarie -continua- sono diverse, frammentate e spesso dislocate a notevole distanza tra loro, con intuibili disagi per addetti ai lavori e utenti, con carenze strutturali che a volte rendono particolarmente gravoso l’esercizio della professione”.

 

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