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Museo di Messina: NIUIÒRC NIUIÒRC, terzo appuntamento della rassegna ClanDestini

Venerdì 12 e sabato 13 aprile alle ore 21:00, terzo appuntamento della rassegna “ClanDestini” del Clan degli Attori al Museo regionale interdisciplinare di Messina, intitolato a Maria Accascina, lo spettacolo “NIUIÒRC NIUIÒRC” scritto e interpretato da Francesco Foti

Venerdì 12 e sabato 13 aprile alle ore 21:00, terzo appuntamento della rassegna “ClanDestini” del Clan degli Attori al Museo regionale interdisciplinare di Messina, intitolato a Maria Accascina, lo spettacolo “NIUIÒRC NIUIÒRC” scritto e interpretato da Francesco Foti, attore teatrale di grande talento, noto al pubblico anche per aver preso parte a importanti produzioni televisive e cinematografiche.

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Uno spettacolo è un viaggio. In questo caso, un viaggio che parla di un viaggio. Un viaggio dentro New York e dentro il protagonista.

One Man Show nel senso più compiuto del termine, questo atto unico vede in scena insieme all’attore solo due oggetti, uno sgabello e un quaderno, fedele compagno d’avventura, che imprevedibilmente si trasformano in un universo fisico di elementi.

 

Una spumeggiante colonna sonora, come in un film, accompagna il protagonista nel suo percorso, arrivando con lui nel cuore della Grande Mela. La città che più di ogni altra fa parte dell’immaginario collettivo, appare improvvisamente sotto una luce nuova e unica: quella degli occhi del protagonista, che si perde nelle strade, nei locali e nei parchi di Manhattan, per poi ritrovarsi seguendo il filo di un racconto ritmato, divertente, tenero, e mai scontato.

Il testo è basato su appunti di viaggio e del viaggio racconta l’avventura: l’esplorazione di New York da parte di un giovane cinquantenne un po’ spaesato, per la prima volta solo in balia della variegata metropoli, e di sé stesso. La storia è dunque quella di un percorso di formazione, in cui il protagonista scopre un mondo nuovo finendo inesorabilmente per scoprire un nuovo sé.

 

La vicenda è costruita come una sequenza di sketches, nel senso letterale di schizzi, ritratti della quotidiana urbanità, fatta dell’abbondante e multiforme materia umana che si riversa sui marciapiedi newyorkesi. Quelli che popolano “Niuiòrc Niuiòrc” sono personaggi al limite del surreale, vicini al fumetto e al tempo stesso profondamente umani e ‘normali’ nella loro peculiarità. Sono disegnati sintetizzandone i tratti in pochi gesti, per identificarli e fissarli indelebilmente nella memoria collettiva del pubblico.

 

In un montaggio quasi cinematografico, luci e musica sono gli strumenti utilizzati in modo sincopato per incorniciare brevi scene e fulminanti rivelazioni: l’arrivo, il primo giorno di scuola, l’hotel, il ristorante, la panchina di Central Park. E soprattutto gli incontri con i ‘piccoli’ e indimenticabili caratteri, indispensabili per dipingere il quadro dell’immensa città, dove scoperte, delusioni, incontri, disavventure, innamoramenti sono vissuti con un candore e un senso di inadeguatezza che divertono, commuovono e suscitano una inevitabile empatia.

 

“Niuiòrc Niuiòrc” – racconta Francesco Foti – nasce per caso e arriva, sempre meno per caso, alla sua forma attuale di spettacolo. Sono andato “per caso” una quarantina di giorni a New York e ho scritto circa 200 pagine di appunti, racconti e ritratti della variegata umanità newyorkese. Poi, quasi per caso, ho frequentato un laboratorio di drammaturgia scenica e ho scelto di lavorare su questo materiale. In 7 mesi, rielaborando, cambiando, scrivendo e provando, un po’ per caso e un po’ seguendo le mie intuizioni e i fondamentali feedback dei colleghi e degli amici, ho trovato la storia che è la struttura portante dello spettacolo. Ed è una storia d’amore, una storia d’amore con una città, una storia d’amore divertente, tormentata e a lieto fine.

Riguardando il tutto, ho capito (sempre meno per caso e sempre più lucidamente) che “Niuiòrc Niuiòrc” stava diventando una sorta di “biglietto da visita live” di quello che sono oggi, professionalmente e umanamente.

 

 

Ho attinto a tutto quello che ho imparato e vissuto: sono tornati utili tutti i workshop di Metodo, per poter reagire con emozioni vere a situazioni e luoghi creati; gli anni di cabaret, per sintetizzare in pochi tratti le persone (non personaggi) che incontro; i laboratori di scrittura per la drammaturgia; il lavoro sulla voce per le caratterizzazioni; i trascorsi da dj e la mia abbondante “discoteca”, per scovare i giusti pezzi per la colonna sonora (fondamentale per definire ambienti e atmosfere, vista la scelta di operare un montaggio cinematografico e di non sfruttare l’aiuto di scenografie o proiezioni).

A quel punto come porre il tutto e come porsi al pubblico era chiaro: il protagonista non doveva assolutamente “recitare” e non poteva che essere un uomo (dichiaratamente un attore) che racconta e che vive (e fa vivere) al pubblico le sue avventure e i suoi cambiamenti, nel modo più semplice e sincero, senza alcuna distanza o distacco. Con il pubblico si crea un rapporto che diventa più stretto al termine dello spettacolo, per aver condiviso quelle immagini e quelle emozioni che mi appartengono in prima persona e che alla fine sono patrimonio comune di tutti coloro che insieme a me le hanno con-vissute.

Da qui l’idea, o meglio l’istinto, di arrivare a un contatto diretto e personale con gli spettatori, non tirandoli in ballo durante lo spettacolo, ma avvicinandoli in un momento successivo, fuori dal palco ma dentro il teatro, per chiacchierare, regalare spillette ricordo, raccogliere commenti, e chieder loro di contribuire a scrivere il ‘diario di bordo’ che accompagna il viaggio sempre in itinere di “Niuiòrc Niuiòrc”.

 

 

Francesco Foti, diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, si perfeziona attraverso workshop di recitazione, di voce e scrittura in Italia e all’estero, con insegnanti del calibro di Susan Batson, Geraldine Baron, Greta Seacat, Jean Paul Denizon, Anton Millenin, Doris Hicks, Ludwig Flaszen, Kristin Linklater, Susan Main.

Su queste basi ha costruito un curriculum variegato in ambito teatrale, ben muovendosi nel panorama della drammaturgia contemporanea e parallelamente affrontando autori classici.

Nel cinema ha lavorato, tra gli altri, con Giuseppe Tornatore, Roberto Faenza e Giuseppe Piccioni.

“Tiger boy”, cortometraggio di Gabriele Mainetti di cui è protagonista, è rientrato nella ristretta rosa dei dieci cortometraggi selezionati per gli Oscar 2014.

In Televisione alterna felicemente ruoli drammatici e brillanti, calzando con disinvoltura personaggi profondamente distanti fra loro.

Ha lavorato molto anche in Radio (con Francesco Salvi e Paolo Villaggio, tra gli altri) sia come conduttore sia con i suoi personaggi coi quali è stato protagonista su Radio KissKiss.

 

Per assistere agli spettacoli della rassegna ClanDestini, presso il Museo Regionale Interdisciplinare di Messina, in viale della Libertà 465, è obbligatoria la prenotazione al n. 388.8110618 (chiamate o whatsapp).

Inizio spettacoli ore 21:00

Biglietto € 15

 

 

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