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Generazione anni 60-70, mostra e convegno per un progetto dell’Accademia di Belle Arti di Catania

In mostra alla GAM fino al 17 marzo la collezione di incisioni dell’Accademia di Belle Arti di Catania con opere di artisti italiani e stranieri che a fine Anni Sessanta animarono la scena artistica etnea

CATANIA – Si intitola “Generazione anni 60-70. Fondatori e Accademie di Belle Arti in Italia ai tempi della contestazione” ed è il progetto di ricerca, a cura di Vittorio Ugo Vicari e Gianni Latino, promosso dall’Accademia di Belle Arti di Catania e articolato in una mostra e un convegno per scandagliare, con il contributo di studiosi e testimoni del tempo, una stagione straordinariamente dinamica della formazione artistica superiore in Italia: quella che, nell’arco di un decennio, rispondendo a una naturale istanza da parte delle comunità, vide la nascita delle cosiddette “Giovani Accademie” a Lecce, Reggio Calabria, Urbino, Catania, L’Aquila, Bari, Foggia, Frosinone, Macerata  e gli ISIA, ovvero gli Istituti Superiori per le industrie artistiche, evoluzione delle prime Scuole di Design nate negli anni Sessanta su iniziativa di Giulio Carlo Argan, orientate alla ricerca e all’innovazione e collegate al sistema industriale.

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Per “Generazione anni 60-70” sono in programma, il 18 e il 19 gennaio 2024, due giornate di studi – ospitate nell’Aula magna dell’Accademia di Catania, presieduta da Lina Scalisi e diretta da Gianni Latino – nel corso delle quali i direttori delle Accademie in questione, insieme a vertici ministeriali, storici dell’arte, architetti, filosofi e saggisti si confronteranno per la prima volta da allora . L’obiettivo – spiegano i curatori – è quello di ricostruire il fecondo contesto artistico, culturale e politico – stretto fra gli echi del Dopoguerra e i primi tumulti dell’imminente rivoluzione studentesca – in cui germinarono le nuove istituzioni di alta formazione artistica nell’Italia centro meridionale. Una concezione della res pubblica – proseguono – che per la prima volta riconosceva all’intellettuale e all’artista il fondamentale ruolo di guida per lo sviluppo culturale ed economico delle ‘periferie’ nella consapevolezza del fatto che una pubblica istruzione artistica avrebbe finito per elevare il tenore di vita dei territori, contribuendo a restituire a questi ultimi non solo arte pubblica monumentale e decoro urbano ma nuove professioni, nuove classi dirigenti, finanche nuove élite per il futuro del Paese”.L’iniziativa è realizzata con il sostegno del MUR e, nell’arco di due giorni, vedrà decine di relatori a confronto con un focus, venerdì 18, sull’istruzione artistica a Catania nel Novecento e il transito dalla formazione di bottega nei principali atelier etnei, verso gli enti pubblici con la nascita dell’Istituto statale d’arte (1950), del Liceo artistico (1964) e dell’Accademia di belle arti (1967/68). Il tutto sotto l’egida di “padri” come lo scultore Domenico (Mimì) Lazzaro e l’incisore Nunzio Sciavarrello, quest’ultimo anche tra i cofondatori del Teatro Stabile di Catania.

 

 

Completa il progetto la mostra “Tra figurazione e segno. Incisione e incisori dell’Accademia di Belle Arti di Catania. 1968-2023” (GAM, Galleria d’Arte Moderna, 18 gennaio – 17 marzo 2024, in co-partecipazione Comune di Catania. Inaugurazione mercoledì 17 gennaio, ore 17). Mostra a cura di Laura Ragusa, storica dell’arte e docente Abact, che con una selezione di circa settanta incisioni ricostruisce la storia della Scuola di Grafica dell’accademia etnea a partire dal contributo del suo fondatore, il maestro Sciavarrello, pittore, incisore, scenografo e voce autorevole della scena culturale catanese da lui animata e innovata costantemente con mostre ed esposizioni che portarono in città opere dal Giappone, dagli Stati Uniti, dall’Argentina, dalla ex Jugoslavia e da tutti i Paesi oggi riuniti nell’UE. Tra incisioni, serigrafie, acqueforti e acquetinte, le opere alla GAM di Catania da gennaio a marzo 2024 sono il frutto di un meticoloso quanto complesso lavoro di catalogazione e ricognizione condotto da Ragusa negli archivi dell’Accademia e attraverso interviste con gli incisori italiani presenti in mostra e che figureranno nel catalogo in lavorazione. “Il concetto di grafica è estremamente variegato – spiega la curatrice Laura Ragusae mette insieme interpretazioni molto diverse. Se da un lato la tecnologia consente l’elaborazione virtuale delle immagini e processi digitali di stampa, che prescindono fisicamente dal concetto di matrice, dall’altro i processi manuali mantengono un fascino immutato, alimentato dalle possibilità di sperimentazione e ibridazione. La mostra offre uno sguardo originale e articolato sulle possibili interpretazioni del linguaggio grafico attraverso le opere e le riflessioni di alcuni artisti che sono stati docenti a Catania: da Pino Polisca a Giuseppe Sciacca, da Chiara Giorgetti a Gianluca Murasecchi, solo per citarne alcuni”.

Spazio anche a una selezione di opere di Sciavarrello (Collezione Alfio Milluzzo); la raccolta di incisioni patrimonio dell’Accademia; alle tirature numerate commissionate nel tempo dall’ente a maestri di chiara fama come Brancato, Freiles, Greco, Guccione, Indaco, Russo, Zarco e lo stesso Milluzzo, autore anche delle stampe; e alle opere di docenti della Scuola di Incisione dal 1968 ad oggi.

Chiude l’allestimento una sezione sperimentale e ad alto contenuto tecnologico curata da docenti e studenti del corso NTA (Nuove tecnologie dell’Arte) dell’Accademia di Catania: un’esperienza immersiva con visori VR (realtà virtuale) per entrare “dentro” l’opera dell’ungherese Arnold Gross “Piccola città italiana” (1968), un universo di personaggi colti nella routine della quotidianità tra vicoli, balconi e finestre, tutti da esplorare in 3D con una sonorizzazione spazializzata. Orari: dal lunedì al giovedì 9.30-13.30, da venerdì a domenica 9.30-19.30. Ingresso gratuito. In programma visite guidate e laboratori didattici – per scuole, famiglie e piccoli gruppi – a cura degli studenti (prenotazione via email a [email protected]).

 

Ad aprire il convegno, giovedì 18 gennaio, sarà la presidente Lina Scalisi che, da storica abituata alla lettura del contesto in chiave multidisciplinare, inviterà alla riflessione sul ruolo degli artisti impegnati nelle “Giovani Accademie” per indagare “se e come siano riusciti a capovolgere il sistema della formazione sino a quel momento coagulata intorno a pochi ed esclusivi capoluoghi di regione dove esistevano le Accademie storiche”.

A tirare le somme e ricostruire il percorso della realtà di Catania tra ieri e oggi sarà Gianni Latino, direttore Abact e presidente della Conferenza dei Direttori dell’Accademie: “Avviata nel 1968 con tre indirizzi, Pittura, Scultura e Scenografia, disciplina quest’ultima assai richiesta in una città come Catania che ha una antica e consolidata vocazione teatrale, l’Accademia di Catania iniziò il primo anno accademico 1967/68 con 205 iscritti. Oggi, a cinquantacinque anni di distanza, gli iscritti sono più che decuplicati (2350) piazzando Abact al quarto posto in Italia per numero di studenti e i corsi sono ben 25, 13 di primo livello (triennio) e 12 di secondo (biennio). E a conferma– conclude Latino – del grande slancio nel segno della ricerca e dell’innovazione, dallo scorso anno, abbiamo attivato anche un Dottorato di Ricerca in convenzione con l’Università Tor Vergata, insieme alle Accademie di Roma, Macerata, Firenze e Lecce”.

 

 

 

LA MOSTRA “Tra figurazione e segno”

Artisti italiani: Agata Amato, Alberto Balletti, Fabio Bertoni, Mario Teleri Biason, Maria Luisa Borra, Sandro Bracchitta, Antonio Brancato, Tano Brancato, Rosaria Calamosca, Giuseppe Calderone, Filippo Ceccacci, Daniela Costa, Liborio Curione, Licia Dimino, Gianni Dova, Ercole Fazzini, Giorgio Frassi, Antonio Freiles, Chiara Giorgetti, Franco Gentilini, Emilio Greco, Riccardo Guardone, Piero Guccione, Enzo Indaco, Giovanni Korompay, Mino Maccari, Alfredo Maiorino, Alfio Milluzzo, Gianluca Murasecchi, Pino Polisca, Salvo Russo, Bruno Saetti.

Artisti stranieri: Teresa Casanova (Argentina); Adolf Frohner (Austria); Gabriel Belgeonne (Belgio), Marc Laffineur (Belgio); Poül Janüs Ipsen (Danimarca); Gilbert Brillant (Francia); Wolfgang Gafgen (Germania); Syu Sarashina (Giappone); Alan Green (Gran Bretagna); Annelise Knoff (Norvegia); Barbara Narebska-Debska (Polonia); Ruth Goldman-Grosin (Svezia); Andrè Evrard (Svizzera); Arnold Gross (Ungheria); Karl Kasten (USA) Slavoljub Slavko Čuoković (ex Jugoslavia).

 

 

 

 

IL CONVEGNO “Generazione anni 60-70”

Giovedì 18 gennaio. Interventi di: Lina Scalisi (Presidente Abact), Giuseppe Soriero (Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Accademie di belle arti), Francesco Fumelli (Presidente della Conferenza Nazionale dei Direttori e dei Presidenti degli Istituti Superiori per le Industrie Artistiche – ISIA); Gianni Latino, Presidente della Conferenza dei Direttori delle Accademie di belle arti.

Giovanna Cassese (storica dell’arte e Presidente CNAM); Francesco Poli (storico e critico d’arte), Gigi Caramia, (segretario nazionale FLC CGIL, con delega agli AFAM), Giuseppe Furlanis (architetto e designer); Patrizia Staffiero (ABA Lecce); Luca Cesari (ABA Urbino); Piero Sacchetti (ABA Reggio Calabria); Marco Brandizzi (ABA L’Aquila); Giancarlo Chielli (ABA Bari); Piero Di Terlizzi (ABA Foggia); Rossella Ghezzi (ABA Macerata); Loredana Rea (ABA Frosinone). Moderatori Rea e Latino

 

Venerdì 19 gennaio. Interventi di: Gaetano Bongiovanni (storico dell’arte), Andrea Giovanni Calì (cultore Abact, Stile, storia dell’arte e del costume), Mery Scalisi (cultrice Abact, Storia dell’arte Contemporanea), Barbara Sorbello (cultrice Abact, Storia dell’arte moderna), Vittorio Ugo Vicari (docente Abact, Storia dell’arte contemporanea), Gianluca Majeli (cultore Unict, Storia Contemporanea), Anna Guillot (artista e già docente Abact), Gianni Latino (graphic designer e direttore Abact), Viviana Scalia (docente Abact, Beni Culturali), Chiara Nicoletta Compagnino (cultrice Abact, Catalogazione e gestione archivi). Moderatrice Ambra Stazzone (docente Abact, Storia dell’Arte Contemporanea).

 

 

 

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