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Ance Catania e Fondazione Francesco Ventorino insieme per lavoro a detenuti fruitori di misure alternative al carcere

Il lavoro quale opportunità di integrazione per i detenuti fruitori di misure alternative alla carcerazione. È questo il pilastro su cui trova le basi il protocollo d’intesa firmato da Ance Catania e dalla Fondazione Francesco Ventorino

Il lavoro quale opportunità di integrazione per i detenuti fruitori di misure alternative alla carcerazione. È questo il pilastro su cui trova le basi il protocollo d’intesa firmato da Ance Catania e dalla Fondazione Francesco Ventorino.

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«Una possibilità per chi, dopo anni di carcere, ha la necessità di inserirsi nella società e nel mondo del lavoro», commenta il presidente di Ance Catania Rosario Fresta. «Una proposta accolta dalla nostra Associazione, che sposa i principi costituzionali sul diritto al lavoro e sulla sua funzione rieducativa – spiega – anche attraverso il coinvolgimento delle istituzioni e dei privati, nello specifico delle aziende associate». Una partecipazione attiva di Ance Catania, nella «volontà di promuovere, attraverso il lavoro e la formazione, un percorso di riqualificazione, favorendo così anche l’ingresso di figure qualificate e specializzate in un’ottica di sviluppo e progresso del settore delle costruzioni».

Al fianco di Ance la Fondazione Ventorino, che offre assistenza ai detenuti presso il carcere di Piazza Lanza e a tutti quei soggetti che possono usufruire di misure alternative alla detenzione in carcere, ospitando alcuni di loro presso la casa d’accoglienza “Rosario Livatino” – a Motta Sant’Anastasia – anche grazie alla preziosa attività svolta da numerosi volontari.

«Non tutti i detenuti hanno lo stesso background sociale, elemento emerso in modo chiaro durante i vari incontri con gli assistiti – afferma il consigliere della Fondazione Alfio Pennisi – molti di loro sono caratterizzati da una povertà culturale, limite da affrontare e superare attraverso azioni concrete di integrazione sociale. Tra queste, appunto, quella di entrare a far parte del mondo lavorativo. Il nostro operato – continua Pennisi – non è un’opportunità per il singolo, bensì per la collettività: una società armonica ha un minor tasso di criminalità».

 

 

Al momento delle firme presente anche il volontario Innocenzo Grimaldi, che ha avanzato la proposta sottoposta e accolta da Ance Catania e dalla Fondazione.

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