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Teatro Stabile, Cisl: “sulle nomine interlocuzione tra enti culturali e sindacato”

CATANIA – La Fistel-Cisl Spettacolo e la Cisl di Catania esprimono il proprio disappunto sulle recenti vicende che hanno caratterizzato la nomina alla direzione del Teatro di Roma di Luca De Fusco, direttore del Teatro Stabile di Catania. Nomina arrivata dal Cda della Fondazione, assenti il presidente Francesco Siciliano e la consigliera del Comune di Roma, e che ha sollevato le proteste di una lunga lista di personaggi dello spettacolo nazionale.

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Antonio D’Amico, segretario regionale Fistel Cisl, Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea, e Luca Fiorino, delegato nazionale Fistel Spettacolo, auspicano che su tali temi ci sia una più attenta e serrata comunicazione tra istituzioni culturali e organizzazioni sindacali.

 

«Ci rattrista molto apprendere che una nomina così importante per il panorama teatrale italiano – sottolineano – sia degenerata in una situazione così poco edificante, sia per le istituzioni che per l’intera categoria di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo.

 

«Dal nostro canto – aggiungono D’Amico, Attanasio e Fiorino – non possiamo che condividere le preoccupazioni delle nostre colleghe e dei colleghi romani proprio perché abbiamo vissuto in prima persona, al Teatro Stabile di Catania, l’operato di una direzione che ha visto l’ex direttore usare e poi abbandonare in corso d’opera, e con una abbagliante e cinica leggerezza, un teatro e un territorio che necessitano di molta attenzione, conoscenza e cura».

 

«Al Teatro di Catania – puntualizzano i tre dirigenti sindacali della Cisl – servivano vedute e progettualità a lungo termine, servivano capacità di coniugare i nuovi linguaggi scenici e la tradizione, serviva soprattutto la sincera volontà di dialogare col territorio, al fine di valorizzarne i talenti in maniera efficace, tangibile, costruttiva e continuativa. Invece abbiamo assistito a una direzione preistorica che andava dritta verso le rotte dell’accentramento delle risorse economiche e dell’impiego pavido, episodico e poco lungimirante dei talenti presenti sul territorio».

 

«Adesso non resta che salutare l’ormai uscente direttore e riporre tutte le nostre attenzioni affinché la nuova direzione sia invece veramente vocata al servizio e alla valorizzazione del nostro tessuto sociale e artistico. Non resta che tenere ancora più stretto e proficuo il dialogo con le amministrazioni e le istituzioni culturali cittadine».

 

La Fistel-Cisl Spettacolo di Catania sarà sempre in prima linea e seguirà meticolosamente questo delicato passaggio di testimone che deciderà le prossime sorti della più importante istituzione teatrale catanese. Veglierà con costanza e risolutezza affinché non ci si ritrovi in una situazione analoga a quella capitolina che non è sicuramente tra le pagine più felici della nostra storia e che, forse, si sarebbe potuta evitare se amministrazioni, istituzioni e comunità artistica avessero dialogato meglio.

 

 

 

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