Filumena Marturano è la mamma per eccellenza. La mamma chioccia che per ragioni di povertà è costretta a prostituirsi in una Napoli del dopoguerra. Quando Filumena riesce a farsi mantenere da Domenico Soriano per anni detiene il suo aplomb di governante, amante, compagna sopportando in nome dei tre figli qualsiasi umiliazione da parte del suo “protettore”. Ruolo già interpretato da tantissime attrici di grande spessore e riconosciuta fama diventa un’arma a doppio taglio da chi vuole riprendere il messaggio dello sfruttamento femminile. Elisa Franco è stata una potentissima Filumena sia nella durezza e nell’asprezza dei modi sia nella delicatezza dei sentimenti. D’altronde lo stesso Domenico Soriano interpretato da un azzeccatissimo Gaetano Lembo che è riuscito ad evolvere la sua iniziale icastica e proverbiale baldoria da cinquantenne puer eternus, una sorta di decadente Peter Pan, in un padre amorevole e non più arrovellato dalla instancabile domanda: ma dimmi Filumena tra questi tre chi è mio figlio?
Filumena si finge moribonda per farsi sposare e ci pare di vedere questa storia che chissà quante donne disperate hanno messo in scena magari con qualche variante…come portare in grembo un figlio che il padre è un altro e non l’uomo che si sta sposando.
Tutti gli attori veramente molto bravi in un crescendo moderato ognuno con il proprio ruolo ben innestato nella piece calibrata e piena di sfumature. Le indicazioni sono sempre le stesse sulla natura umana e quando Filumena rinuncia alle nozze “forzate” dimostra di essere il personaggio più evoluto di tutti come a ribadire che madri si nasce e padri si diventa. Ma solo se c’è veramente la forza della Maternità intesa come compassione, empatia e condivisione, il pater familias può prodigarsi nella sua missione. Avercene di Madri così che profumano di terra di pane buono e che ti insegnano qual è la strada senza obbligarti a percorrerla o a portarti con loro. La vera madre come Filumena è presente soltanto con il “vero” amore.