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Teatro Massimo Bellini, concerto per il 2752° anno della fondazione della città di Catania

La serata, a ingresso libero, è dedicata al ventennale della scomparsa di Alberto Bombace, commissario straordinario di una felice stagione dell’ente

CATANIA – Si ispira ai più nobili ideali storici e civici  il concerto straordinario che il Teatro Massimo Bellini programma per la Celebrazione del 2752⁰ anno della fondazione della città di Catania, un alto tributo che sancisce, non solo metaforicamente, la simbiosi tra il capoluogo etneo e il suo Tempio della musica.
L’evento sarà  dedicato al contempo alla memoria di Alberto Bombace,  commissario straordinario dell’ente dal 1997 fino alla scomparsa avvenuta il  2 settembre al 2003, rimanendo alla guida del Massimo catanese per sei stagioni con esiti di straordinaria qualità gestionale e artistica.
L’appuntamento, ad ingresso libero vista la finalità dell’iniziativa, è  per il 29 settembre alle 20.30 nella sala del Sada e vedrà in primo piano l’Orchestra dell’ente lirico etneo, con la partecipazione di artisti di chiara fama, quali il direttore d’orchestra Antonino Manuli e il pianista Alberto Ferro.

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Nel programma spicca la  novità assoluta Madinat Al Fil, composizione commissionata ad hoc dal Teatro Massimo Bellini a Giuseppe Emmanuele.

 

 

Motivo di  interesse è  altresì il recente Concerto per pianoforte e orchestra di Emanuele Casale. Di grande appeal è al contempo magna pars della locandina, costituita da sinfonie e intermezzi operistici celeberrimi, tratti da Norma di Vincenzo Bellini, Cavalleria rusticana  e L’amico  Fritz di Mascagni, Guglielmo Tell di Rossini, I Vespri siciliani di Verdi, Manon Lescaut di Puccini.

 

 

Specificamente celebrativa del capoluogo etneo, come anticipato, è la composizione inedita Madinat Al Fil (la città dell’Elefante): “Quando mi commissionarono questo brano – sottolinea Giuseppe Emmanuele – la richiesta fu precisa: deve rappresentare Catania, la sua gente, la sua gaiezza, i colori del suo cielo, il suo sole. I dominatori della Sicilia sono stati tanti e tante cose hanno lasciato, e la città le ha assimilate tutte facendole sue. Questo è stato lo spirito con il quale mi sono approcciato a questa composizione. Ho cercato di riversare nella musica molte delle influenze che Catania ha avuto. Non ho mai usato un centro tonale in minore, non sarebbe corrisposto all’indole dei catanesi. In molti frammenti mi sono sforzato di introdurre dei passaggi che somigliassero, in qualche maniera, a delle caratteristiche musicali appartenenti ai popoli che hanno avuto la voglia di stare in questa terra meravigliosa. Spero di esserci riuscito”.

Giuseppe Emmanuele è pianista, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra. La sua carriera si è sviluppata soprattutto nell’ambito della musica jazz, tuttavia non mancano le escursioni in ambito classico (sinfonico e cameristico). Ha composto anche per il teatro, collaborato con emittenti televisive (Rai, Rete4, Canale5,   Italia1, Tele Etna) e con il cinema. Ha registrato decine di dischi con musicisti di fama mondiale, quattordici figurano sotto suo nome. Svolge pure l’attività di docente nei conservatori.

Altra  creazione di fresca data è il Concerto per pianoforte e orchestra  di Emanuele Casale. Eseguito in prima assoluta nel giugno 2022 dall’Orchestra di Padova e del Veneto e replicato al Teatro Massimo di Palermo nel 2023, il Concerto si snoda in quattro movimenti e segue una traiettoria espressiva post-classica: combina tradizione classica con innovazione e modernità divulgativa. Il primo movimento (“Mamma Ascolta”) è una specie di scena infantile dove una scala essenziale è accompagnata da risonanze degli archi. “Prog Lunapark Loops” (secondo movimento) contiene loop pianistici, influssi del Prog anni Settanta e dell’Impressionismo. “Le Cose Nascono Piano” è il terzo movimento: una lenta meditazione sonora che segue l’idea di un possibile “Morricone post-moderno”. Infine “80’s / 8 bit Videogame”, il quarto e ultimo movimento che prende spunto dal Synth Pop e dalle sonorità dei primi videogiochi. Gli ultimi due movimenti contengono anche due brevissime “incursioni” audio, ovvero frammenti da La Recherche di Proust (terzo movimento) e la voce elaborata di Margaret Thatcher (quarto movimento), esibita come evocazione storica negativa.

 

 

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