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Post terremoto: diocesi Catania e Acireale, l’incontro “Insieme per ricostruire”

A pochi giorni dall’anniversario del terremoto di Santo Stefano del 2018, il Comune di Santa Venerina ha ospitato lunedì 30 dicembre 2019, nella Casa del Vendemmiatore, un incontro dal tema “Insieme per ricostruire”. L’evento ha avuto inizio con un corteo silenzioso dal Sagrato della chiesa di Santa Venera, ormai chiusa per ingenti danni causati dal sisma.
Le diocesi di Catania e di Acireale, rappresentate dall’Arcivescovo mons. Salvatore Gristina e dal vicario generale mons. Giovanni Mammino (a sostituzione del vescovo di Acireale mons. A.Raspanti, assente per motivi di salute), il commissario per la ricostruzione dott. Salvatore Scalia, i sindaci con i gonfaloni delle città, i parroci, i rappresentanti dei comitati civici e le autorità politiche hanno voluto assicurare la collaborazione per una celere ed efficace ricostruzione.
A moderare l’incontro il sindaco di Santa Venerina, Salvatore Greco che, ribadendo il desiderio dei vescovi di camminare insieme, ha avvalorato l’importanza del restare uniti così come lo si è stato in questi mesi: “E’ necessario perseguire l’unità nelle nostre comunità accomunate purtroppo da questo sisma”.
In seguito al momento di preghiera, è stato proiettato un DocuFilm che, realizzato dall’ufficio delle comunicazioni sociali della diocesi di Acireale, ha voluto riassumere in pochi minuti l’anno trascorso.
“E’ vero – dichiara Mons. S. Gristina – il terremoto ha portato disagi, ma non ci ha dispersi. Restiamo uniti, bisogna perseverare e non vogliamo arrenderci nella speranza che ognuno di noi possa essere funzionale per una ripresa dalle tante difficoltà”. La CEI e la Caritas italiana, attraverso l’8 per mille, si sono già attivate per mettere in sicurezza alcune chiese importanti per il ruolo pastorale e sociale che svolgono, “ma servono ancora ulteriori risorse aggiuntive – continua Gristina – da parte dello Stato, non solo per gli edifici di culto ma anche per le abitazioni e le attività produttive”.
Sulla stessa scia mons. G. Mammino, ricordando i tanti volti che insieme al vescovo Raspanti ha incontrato sin dalle prime ore dell’alba lo scorso 26 dicembre, ha voluto sottolineare che “la prima opera della Chiesa è stata quella dell’ascolto e della condivisione. L’impegno di tutti – continua il vicario – è aggregare le forze ed evitare le dispersioni. Le case, le chiese e le attività di lavoro sono la base per una pronta ripresa”.
Se c’è coordinamento ed unità sarà un successo. Infatti il rappresentante del comitato dei sindaci, Alfio Russo, primo cittadino di Zafferana, ha sottolineato che “è necessario recuperare il senso di comunità, senza divisioni e contrapposizioni,
perchè questo terremoto definito negativamente silenzioso, in quanto non ci sono state vittime , ha messo in risalto invece che le nostre costruzioni sono antisismiche. Queste sono però inagibili, quindi bisogna tornare presto – conclude – nelle nostre case, nelle chiese ed alle attività quotidiane”.

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La testimonianza toccante ed emozionante della signora Grazia Pennisi, abitante di Fleri, alla quale sono venuti meno casa e lavoro, ha messo in evidenza come la burocrazia italiana rallenti notevolmente la ricostruzione e quindi successivamente ha affermato il dott. Scalia: “Il terremoto del 26 dicembre, che ha messo in risalto che la nostra amata terra non è un terra di abusivi, viene prima di ogni pratica”.
Il dott. Scalia infine, non ancora provvisto di una struttura commisariale, ha sottoscritto insieme alle diocesi di Catania ed Acireale, ai sindaci ed ai rappresentanti dei comitati civici un documento finale che sarà consegnato al presidente del consiglio Giuseppe Conte ed al governatore della Sicilia Nello Musumeci e nel quale si mettono in risalto le richieste della gente. Ci si attende perciò una rapida ed adeguata ricostruzione.[widget id=”text-12″]

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