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Libreria Vicolo Stretto x Libreria Prampolini: Un morto ogni tanto di e con Paolo Borrometi

CATANIA –  «Ogni tanto un murticeddu, vedi che serve! Per dare una calmata a tutti!»

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Domani Giovedì 13 dicembre alle ore 19:00 arriva l’appuntamento con Libreria Vicolo Stretto x Libreria Prampolini. Accompagnano l’autore Guglielmo Troina vicecaporedattore del TGR Sicilia, responsabile della redazione RAI di Catania e Nicola Grassi. Di recente la Libreria Vicolo Stretto e Libreria Prampolini a Catania hanno organizzato “Buon compleanno Prampolini”, incontro per festeggiare insieme i 124 anni della libreria più antica di Catania. È stato un incontro per festeggiare con tutte le persone che negli anni hanno varcato la porta della libreria Prampolini, la più antica di Catania. Sarà lo scrittore ragusano Paolo Borrometi a presentare il suo nuovo libro “Un morto ogni tanto”.

Nelle intercettazioni l’ordine è chiaro: Cosa Nostra chiede di uccidere il giornalista che indaga sui suoi affari. Ma questo non ferma Paolo Borrometi, che sul suo sito indipendente La Spia.it denuncia ormai da anni gli intrecci tra mafia e politica e gli affari sporchi che fioriscono all’ombra di quelli legali.

Dallo sfruttamento e dalla violenza che si nascondono dietro la filiera del pomodorino Pachino Igp alla compravendita di voti, dal traffico di armi e droga alle guerre tra i clan per il controllo del territorio. Le inchieste raccontate in questo libro compongono il quadro chiaro e allarmante di una mafia sempre sottovalutata, quella della Sicilia sud orientale.

Il tutto filtrato dallo sguardo, coraggioso e consapevole, di un giornalista in prima linea, costretto a una vita sotto scorta: alla prima aggressione, che lo ha lasciato menomato, sono seguite intimidazioni, minacce, il furto di documenti importantissimi per il suo lavoro, sino alla recente scoperta di un attentato che avrebbe dovuto far saltare in aria lui e la sua scorta. I nemici dello Stato contano sul silenzio per assicurarsi l’impunità, e sono disposti a tutto per mettere a tacere chi rompe quel silenzio.

Il primo libro di Paolo Borrometi è una denuncia senza appello su un fenomeno ritenuto in declino e in realtà più pervasivo di sempre, da combattere anzitutto attraverso la conoscenza del nemico. Perché il potere della mafia, come diceva Paolo Borsellino, è anche un fenomeno sociale, fatto di atteggiamenti e mentalità passive contro cui l’unico antidoto è l’esempio della resistenza e della lotta. Solferino Editore.

Paolo Borrometi, nato a Ragusa nel 1983, laureato in Giurisprudenza, ha iniziato a lavorare al «Giornale di Sicilia» e ha poi fondato il sito di informazione e inchiesta «La Spia».

Oggi è un giornalista di Tv2000, collabora con l’agenzia AGI e con varie altre testate giornalistiche. Per il suo impegno di denuncia, ha ricevuto l’onorificenza motu proprio dal presidente della Repubblica. È presidente di «Articolo 21», collabora con Libera, la Fondazione Caponnetto e con la Cgil.

Promosso dall’ AS.A.E.C.Ventisette anni fa, all’indomani dell’uccisione dell’imprenditore palermitano Libero Grassi brutalmente assassinato dalla mafia nell’agosto del 1991, un gruppo di cittadini catanesi, donne e uomini, imprenditori, commercianti, artigiani e liberi professionisti catanesi hanno deciso di riunirsi ed insieme ribellarsi al condizionamento mafioso perpetrato attraverso la morsa dell’estorsione e dell’usura. Nasce così l’AS.A.E.C. associazione antiestorsione di Catania, la seconda associazione nata in Sicilia ed in Italia, intitolata alla memoria dell’imprenditore palermitano. Nasce avendo, fin da subito, in mente quale dovesse essere lo spirito, il modello ed il metodo di associazionismo antiracket ed usura: un luogo dove, cittadini ma anche imprenditori e commercianti, che avessero vissuto vicende estorsive, potessero offrire sostegno e conforto nei confronti di coloro che – a loro volta – avessero deciso di intraprendere un percorso di emancipazione rispetto la morsa dell’estorsione; dove l’accompagnamento di un imprenditore verso la denuncia e per tutto l’iter processuale rimasse uno dei requisiti fondamentali; dove il contributo svolto dai soci e dai loro dirigenti, fosse fondato sui principi inscindibili ed inviolabili di volontariato e gratuità.

 

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