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Festival “La Sicilia delle donne”, il 28 marzo evento in streaming dedicato alle “Donne di carta”

L'evento sarà trasmesso in streaming nella pagina Facebook de "La Sicilia delle donne", giorno 28 marzo alle ore 16 in cui si tracciano i profili bio-bibliografici delle scrittrici Giselda Fojanesi e Adelaide Bernardini

Seconda edizione del Festival “La Sicilia delle donne – Festival del genio femminile di Sicilia”, rassegna ideata dalla direttrice artistica di “Naxoslegge” Fulvia Toscano, patrocinata dalla Regione Siciliana e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, è dedicata alle “Donne di carta”, vale a dire a quelle scrittrici siciliane ai loro tempi conosciute ma oggi del tutto dimenticate. L’evento sarà trasmesso in streaming nella pagina Facebook de La Sicilia delle donne, giorno 28 marzo ore 16.
Dopo essersi occupata, in collaborazione con la VerbaVolant edizioni di Siracusa, alla narrazione delle figure delle scrittrici di Canicattini Teresa Carpinteri e Laura Di Falco, la Fondazione Verga di Catania ha realizzato un video, che andrà in onda sulla Pagina Fb “La Sicilia delle donne” in cui si tracciano i profili bio-bibliografici delle scrittrici Giselda Fojanesi e Adelaide Bernardini.
Entrambe siciliane d’adozione, entrambe ricordate solo per essere “le mogli di…”, rispettivamente, Mario Rapisarda e Luigi Capuana, Fojanesi e Bernardini in realtà emergono dalle letture critiche operate dalle professoresse Gabriella Alfieri e Dora Marchese, come autrici autonome e degne di una più serena e consapevole rilettura.

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Originaria di Foiano della Chiana (Arezzo), dov’era nata nel 1851 da una famiglia di piccoli proprietari terrieri, Giselda Fojanesi visse dall’età di dieci anni a Firenze, dove potè coltivare il suo ingegno precoce. A soli sedici anni concluse le scuole magistrali e a 18 anni si abilitò all’insegnamento; nel 1869 frequentò i salotti intellettuali di Firenze capitale, tra cui quello del drammaturgo Francesco Dall’Ongaro, dove incontrò i critici e i letterati più in voga, tra cui Verga. Per coltivare il rapporto con lo scrittore siciliano si trasferì nel settembre a Catania, dove avrebbe insegnato al convitto provinciale femminile. Dopo l’infelice matrimonio col poeta catanese Mario Rapisardi (1872-1883), la Fojanesi rientrò in Toscana, dove ebbe modo di esercitare liberamente l’attività di scrittrice, iniziata quasi clandestinamente a Catania. Nel 1879 aveva pubblicato alcune novelle sul “Fanfulla della Domenica” e aveva iniziato il romanzo autobiografico Maria, nel quale trasfondeva la sua esperienza di moglie reclusa e oppressa dalla gelosia del marito e dall’astio della suocera. Dal 1884, separatasi dal marito, intraprese una brillante carriera di educatrice che, dopo il conseguimento della laurea in pedagogia nel 1890, culminò nel ruolo di ispettrice ministeriale. Morì a Lodi nel 1946.

Su Adelaide Bernardini, che fu poetessa, narratrice, drammaturga, librettista e autrice di testi critici, e sulla sua opera, ampia e varia per generi e per temi, oggi è caduto irrimediabilmente l’oblio. Nata a Narni, in Umbria, nel 1872, rimasta orfana giovanissima, insegnante elementare, lascia l’Italia per divenire istitutrice presso la famiglia del console italiano in Turchia. Al rientro a Roma, a seguito di una delusione amorosa, Adelaide tenta il suicidio ingerendo oppio. La notizia, diffusa dalla stampa locale, colpisce il noto scrittore Luigi Capuana, di trent’anni più grande, che le offre un lavoro come segretaria. La loro frequentazione darà vita ad una lunga convivenza che, nel 1908, sfocerà nel matrimonio. Il marito la introdusse in un modo di autori, attori, critici letterari ed editori e la Bernardini, per tutta la sua vita, fu una scrittrice prolifica, che amò cimentarsi con diversi generi: poesie, novelle, fiabe, testi teatrali, anche in dialetto siciliano, scritti critici e giornalistici; tardivamente romanzi e curatele delle opere del marito. Anche se non era certo l’unica donna a coltivare ambizioni letterarie, la Bernardini fu oggetto di pesanti critiche, bersaglio di pregiudizi e polemiche che la vedranno contrapporsi anche a famosi scrittori come Luigi Pirandello, Nino Martoglio, Filippo Tommaso Marinetti, senza contare il tiepido rapporto con Giovanni Verga e Federico De Roberto, fino alla massima ostilità dimostratale, ancora vivente Capuana, dal critico letterario Francesco Biondolillo che, nel 1913, pubblica la Macellatio Capuanae Bernardinaeque, definendo il talento artistico della poetessa e narratrice praticamente nullo.

Come Neera e Matilde Serao, sia la Fojanesi che la Bernardini incarnano la figura tipica della scrittrice postunitaria, impegnata nella missione di riscattare la donna dall’univoca e costrittiva funzione di moglie-madre attraverso un lento processo di conquiste, compatibili con la morale dominante.

Fortunatamente, la figura di Adelaide Bernardini sta per uscire dal cono d’ombra di disinformazione e pregiudizi nel quale era stata confinata a favore di una lettura più lucida e documentata. La professoressa Dora Marchese, infatti, sta per dare alle stampe un suo denso saggio che uscirà entro l’estate e che sarà pubblicato dalla Fondazione Verga (Euno edizioni) all’interno di una delle sue Collane. Nel saggio, la Marchese analizza l’intera vasta opera della Bernardini collocandola anche nel sistema di interazioni letterarie e sociali del suo tempo.

 

Festival “La Sicilia delle donne”, il 28 marzo evento in streaming dedicato alle “Donne di carta”

 

 

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