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Breton: “Europa deve farsi rispettare, come su vaccini”

Bruxelles, 1 feb. (AdnKronos) – Alla Commissione Europea, con la pandemia di Covid-19, “abbiamo imparato” che nel mondo di oggi “bisogna dotarsi dei mezzi per farsi rispettare”, anche nei confronti dei “partner” e degli “alleati” più stretti. Perché, quando si cercavadi aumentare la produzione di vaccini anti-Covid in Europa per rimediare all’ammanco causato da AstraZeneca, le imprese Ue non potevano importare componenti fondamentali dagli Usa, che avevano chiuso le frontiere. E allora la Commissione si è dotata di un meccanismo di controllo delle esportazioni e in questo modo si è potuto “riiniziare a discutere” con gli Usa. A spiegarlo è il commissario europeo all’Industria Thierry Breton, in conferenza stampaa Lens, nell’Alta Francia, dopo il Consiglio Competitività informale.

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“Quando mi hanno dato la responsabilità di aumentare la capacità produttiva in Europa delle fabbriche di vaccini – ricorda – abbiamo passato giorni e notti a lavorare. E’ vero che eravamo molto pochi a dire all’inizio che saremmo diventati un continente molto importante nella produzione di vaccini: oggi siamo di gran lunga il maggior produttore e di gran lunga il primo esportatore di vaccini”.

“Il che dimostra che, quando ci si dota dei mezzi, perché noi siamo l’Europa e siamo uniti, si può riuscire – continua Breton – senza ingenuità, perché mi ricordo, poco tempo dopo che mi avevano dato questo compito, nel febbraio scorso, mi sono reso conto che un numero importante delle nostre imprese europee aveva filiali controllate al 100% negli Usa”.

“Erano fabbriche – rievoca ancora Breton – dalle quali non potevamo reimportare i nostri componenti, fabbricati nelle nostre fabbriche, semplicemente perché gli Usa avevano bloccato le frontiere.Così hanno bloccato le catene del valore dei vaccini. Ed è allora che ho portato in collegio la richiesta di avere uno strumento di reciprocità, un atto giuridico che è stato sostenuto dai miei colleghi commissari, poi dal Parlamento e dal Consiglio, che ringrazio”.
“Così – ricorda – siamo riusciti a riaprire delle discussioni equilibrate con i nostri amici americani. Così abbiamo potuto riiniziare a discutere. Voglio dire che sì, abbiamo imparato. Questo non vuol dire che siamo egemoni: quando parliamo di un’Europa potente non vuol dire che vogliamo espanderci ovunque. Vuol dire semplicemente che abbiamo la necessità di farci rispettare, rispetto alle nostre responsabilità politiche. E esattamente quello che abbiamo fatto con i vaccini”.

“E quello che abbiamo imparato – aggiunge – lo declineremo in diverse catene del valore strategiche, quelle che chiamo geopolitiche. Abbiamo identificato vari domini, come le batterie, l’idrogeno, i componenti farmaceutici fondamentali, i semiconduttori, le terre rare, il cloud el’hedge computing. Bisogna fare in modo, qualsiasi cosa succeda, anche con i nostri migliori alleati e partner, che si possano proteggere le nostre imprese e i nostri cittadini”, conclude.

 

 

 

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