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Ucraina, gli Usa inviano aiuti militari. Biden “Non rinunceremo a combattere contro i tiranni”

Ucraina, gli Usa inviano aiuti militari. Biden “Non rinunceremo a combattere contro i tiranni”

KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – “La battaglia di Kiev è una vittoria storica per gli ucraini”. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, è tornato ancora una volta ad esaltare la resistenza contro i russi nel discorso effettuato alla Casa Bianca, nel quale ha ribadito l’arrivo entro il week-end di aiuti militari per un ammontare di 800 milioni di dollari. L’inquilino della Casa Bianca ha sottolineato l’impegno degli americani nel sostegno a Kiev. “Non c’è prova ancora che Mariupol sia completamente caduta”, afferma. Gli Usa “non rinunceranno mai a combattere contro i tiranni”.
Se a livello diplomatico non si placano le accuse fra Occidente e Cremlino, si starebbe invece parzialmente allentando la tensione a Mariupol. Mosca, in mattinata, ha annunciato la conquista della città costiera, affermazione immediatamente smentita da Kiev ma se l’intero capoluogo non è ancora completamente caduto nelle mani russe sarebbe comunque questione di ore. La supremazia dell’esercito di Vladimir Putin, in quest’area, era evidente da quando è iniziata l’offensiva ed a poco è servita la resistenza eroica degli ucraini, che alla fine saranno costretti ad abbandonare Mariupol. Ma la buona notizia della giornata riguarda l’acciaieria dove sono asserragliati centinaia o forse migliaia di combattenti del reggimento di Azov ed altrettanti civili. E’ stato Putin a definire “inopportuno” l’assalto finale alla Azovstal, che avrebbe causato una catastrofe di morti e civili; una scelta dettata probabilmente non dalla magnanimità del presidente russo ma dalla consapevolezza che la città è ormai quasi sopraffatta e che l’ennesimo massacro ai danni di donne e bambini getterebbe ancora più discredito internazionale sulla sua politica.
Nella speranza che la scelta del Cremlino sia definitiva e che non venga smentita da un cambio di programma, come peraltro è già capitato in passato, le truppe di Mosca hanno nuovamente invitato i soldati asserragliati nello stabilimento assieme ai civili ad uscire allo scoperto e ad arrendersi. “Gli riserveremo un trattamento dignitoso e avranno salva la vita”. “I militati ucraini possono deporre le armi e lasciare Mariupol con i corridoi umanitari”, ha spiegato il portavoce russo Dmitry Peskov. Dichiarazioni, queste, arrivate dopo che Volodymyr Zelensky aveva proposto una sorta di compromesso: la liberazione di alcuni soldati russi catturati in cambio di un’uscita sicura dei suoi uomini dall’acciaieria. Al momento, comunque, non ci sono segnali di resa da parte del battaglione d’Azov e degli altri combattenti, che rimangono tuttora all’interno della Azovstal. Le prossime ore saranno decisive ma il destino della città costiera, che prima della guerra contava mezzo milione di abitanti ed oggi poco più di 100 mila, appare militarmente segnato.
Putin punta a festeggiare qui il 9 maggio la vittoria sul nazismo ma più che una giornata di festa sarà una sorta di marcia funebre sulle macerie di Mariupol. Proprio oggi il ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu, riapparso in pubblico dopo parecchio tempo, ha parlato di 4 mila fra soldati ucraini, nazionalisti e mercenari stranieri eliminati nella città durante queste settimane di feroci combattimenti. Una carneficina che si aggiunge alle probabili 20 mila vittime civili registrate in tutta la provincia sul Mare d’Azov.
La guerra comunque infuria anche altrove. A Kharkiv, la seconda città del Paese subito sopra il Donbass, il sindaco Ihor Terekhov ha denunciato l’ennesima escalation sul suo territorio, bombardato ormai ininterrottamente da oltre cinquanta giorni. Il 30% dei cittadini avrebbe abbandonato la metropoli ma sarebbero ancora un milione le persone che hanno deciso di rimanere nelle proprie case. La loro vita è sempre più a rischio, perché i bombardamenti stanno prendendo di mira le aree residenziali e non solamente le infrastrutture pubbliche e militari. Una situazione non troppo dissimile da ciò che sta capitando in tutta l’Ucraina orientale.
-foto Imagoeconomica-
(ITALPRESS)

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