Minsk, 23 ago. – Nel giorno di una nuova grande manifestazione dell’opposizione bielorussa contro la rielezione di Alexander Lukashenko, il ministro della Difesa, Viktor Jrenin, ha avvertito che i militari interverranno se saranno attaccati monumenti o istallazioni militari. In particolare ha detto che non verrà tollerata la “profanazione” di questi “luoghi sacri” dove il popolo si reca per “depositare fiori e rendere omaggio ai difensori della Patria”. Si tratta dei monumenti in ricordo della lotta della Seconda Guerra Mondiale, che vengono però identificati anche come il simbolo del passato sovietico del Paese.
“Nell’ultima guerra la Bielorussia ha perso un terzo della sua popolazione – ha detto il ministro secondo l’agenzia ufficiale Belta -migliaia di monumenti sono stati eretti nel nostro Paese a ricordo di quelle sofferenze, per noi sono sacri” . “Non possiamo osservare con calma che si celebrino in questi luoghi atti con le bandiere dei fascisti che organizzarono il massacro di bielorussi, russi, ebrei ed altri popoli”, ha detto riferendosi alla bandiera bianca e rossa, che è stata della Bielorussia tra la caduta dell’Unione Sovietica del 1991 e il 1995, che era usata dai bielorussiche erano alleati dei nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.
“Avvertiamo categoricamente che chi violerà la pace e l’ordine in questi luoghi dovrà vedersela con l’Esercito e con la polizia”, ha concluso il ministro secondo il quale “non si può escludere che nel futuro forze distruttive cerchino di prendere il potere provocando disordini generalizzati ed il ricorso alle armi”. Inoltre ha fatto menzione delle possibili aspirazioni annessionistiche della Polonia, pur non nominandola: “la situazione più difficile si può creare nelle regioni occidentali del Paese, dove da qualche tempo si sta cercando di convincere la nostra popolazione della sua affinità etnica e culturale con alcuni Paesi confinanti più vicini”. Ed ha parlato del pericolo di “infiltrazione” da parte dei “servizi segreti dei Paesi occidentali”.
(Adnkronos/Dpa)