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Dora Marchese e la sua monografia dedicata ad Adelaide Bernardini, vedova Capuana

In una videointervista dinamica e brillante l’autrice ci racconta la vita avventurosa e l’incontro travolgente che la scrittrice ebbe con Luigi Capuana e gli altri scrittori dell’epoca… Presentazione del libro mercoledì 15 maggio, ore 17, presso la Fondazione Verga via Sant’Agata, 2 Catania

Adelaide Bernardini, inizialmente nota con lo pseudonimo ‘Chimera’, è stata poetessa, narratrice, articolista, drammaturga, critica e librettista, tra le voci più note della cultura italiana tra la fine dell’Ottocento e il primo ventennio del Novecento. Le sue opere, varie per temi e per generi (teatro, narrativa, giornalismo, poesia, opere per fanciulli) erano molto lette e conosciute, anche perché Bernardini, facendo parte dell’entourage di Capuana, era in contatto con i maggiori scrittori ed editori dell’epoca (Treves, Sandron, Giannotta) e in rapporti personali con Giovanni Verga, Federico De Roberto, Luigi Pirandello, Filippo Tommaso Marinetti, Matilde Serao, Amalia Guglielminetti, Grazia Deledda, ecc. Prima donna a tenere ex cathedra conferenze all’Università di Catania, Bernardini ha collaborato con il marito Capuana in più di un’occasione ed è stata ispiratrice, coautrice e curatrice delle sue opere.

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Umbra di nascita ma siciliana d’adozione, Adelaide Bernardini (Narni 1872 – Catania 1944) è stata testimone di anni cruciali della storia politica, culturale e sociale d’Italia, dal periodo postunitario fino al secondo conflitto mondiale, che ha raccontato in poesie, novelle e testi teatrali, forte della sua formazione di maestra e fervente lettrice, spinta da una ferrea ambizione e, inevitabilmente, corroborata dal fecondo humus culturale in cui si ritrovò a vivere grazie al marito, risiedendo prima a Roma e poi a Catania.

La notevole differenza d’età con Capuana, le vicende da feuilleton da cui nacque il loro sodalizio umano e artistico, il carattere volitivo e piuttosto polemico che la mise in contrasto con nomi illustri dell’intellighenzia del periodo – Luigi Pirandello e Filippo Tommaso Marinetti, tra gli altri  ‒ non avevano finora permesso una valutazione serena e obiettiva dell’opera di Bernardini.

Questa ingiusta ed arbitraria damnatio memoriae, unitamente alla totale disattenzione sulla sua opera, è stata sanata dalla pubblicazione del saggio di  Dora Marchese, “Adelaide Bernardini: la ‘chimera’ della letteratura” (Euno edizioni), pubblicato nella collana “Studi” della Fondazione Verga di Catania. Il corposo volume, che reca in appendice l’atto unico Ammatula!, inserisce Adelaide Bernardini nella più ampia prospettiva della scrittura femminile tra Otto e Novecento, all’interno del cruciale dibattito sui temi dell’emancipazionismo: istruzione, matrimonio, maternità, divorzio, adulterio. Attraverso un profilo biografico accuratamente documentato ed una stringente analisi dei testi, Marchese ricostruisce con obiettività la figura della Bernardini donna e intellettuale.

 

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