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«Rilancio comparto edilizio e raggiungimento obiettivi recovery plan: prorogare Superbonus fino al 2023»

CATANIA – Rilancio dell’intero comparto edilizio, sostegno all’economia e allo sviluppo dell’Isola, raggiungimento degli obiettivi previsti dal Recovery Plan e Green Deal, documenti strategici dell’Unione Europea: «Lo strumento del Superbonus 110% rappresenta una grande opportunità per il rinnovamento e la riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente, consentendo processi di adeguamento sotto il profilo sismico ed energetico», ha sottolineato il neo presidente di Ance Catania Rosario Fresta.

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«Affinché però possa portare i risultati sperati ed essere volano per la crescita del Paese – continua – è necessario estenderne la durata e adeguarla alle complessità degli interventi di messa in sicurezza e riqualificazione».
Partendo da queste riflessioni il presidente di Ance Catania, unendosi all’appello lanciato dal presidente nazionale dei Costruttori Gabriele Buia, ha scritto ai deputati nazionali della provincia etnea, chiedendo di porre l’attenzione sulla necessità di estendere il Superbonus – introdotto dalla Legge 77/2020 – fino al 31 dicembre del 2023. Una proposta da presentare in Parlamento e considerare in sede di discussione della legge di Bilancio per il 2021.

«Attualmente – continua Fresta – la scadenza è fissata al 31 dicembre dell’anno prossimo. Poco tempo, se si considerano le tempistiche richieste dai lavori agevolati e dall’approvazione degli interventi, ancora più lente a causa della sospensione delle assemblee condominiali causate dal Covid-19. A queste bisogna aggiungere la fase progettuale, l’esecuzione materiale dei lavori e i tempi per gli accordi della cessione dei bonus – Ecobonus e Sismabonus – a terzi o per gli “sconti in fattura” con l’impresa esecutrice».

La proroga avrebbe dunque effetti positivi sotto numerosi punti di vista, come evidenziato da Fresta: «Un incremento di circa 64mila posti di lavoro – come stimato da Ance Nazionale – nel settore delle costruzioni e un forte impatto sull’economia con un indotto di circa 21 miliardi di euro, che equivarrebbe a una crescita del Pil di quasi l’1% ogni anno».

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